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TAV sotto Firenze, RFI (non) incontra la cittadinanza

Come volevasi dimostrare: un racconto sempre meno credibile, un ascolto sempre più deludente

Prefetto Ferrandino e ministro Piantedosi fuori dalla legge?

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Si era iscritta fra i primi a parlare, ieri pomeriggio, Idra, chiedendo di essere chiamata per ultima a intervenire, per rispetto dei cittadini che abitano i palazzi sotto-attraversati dalla talpa Iris. Da qualche settimana infatti, fra imprevisti e allarmi, è stato avviato quel gioiello di progetto che è il doppio buco sotto la città patrimonio dell’Umanità. Sono stati scavati, ha spiegato il referente di progetto di RFI, l’ing. Fabrizio Rocca, circa 600 metri del primo dei due tunnel TAV che da marzo 1999 promettono il collegamento sotterraneo ‘veloce’ fra Campo di Marte e Castello, con due curve ad angolo retto nei 7 km che separano le due stazioni fiorentine.

Ma la sapiente regia della serata non ha permesso alla cittadinanza attiva sul tema Alta Velocità ferroviaria sin da prima dell’inaugurazione del primo cantiere appenninico a Vaglia (correva il luglio 1996) di prendere la parola.

Tutto ha funzionato (quasi) alla perfezione, infatti, alla Scuola media ‘Dino Compagni’, il solo ambiente che i potenti mezzi delle Ferrovie sono stati in grado di prenotare, così da potersi avvalere di un’utile chiusura precoce dell’appuntamento.

Convocato alle 17.30, l’incontro tematico “Lavori in corso in zona Campo di Marte” ha avuto inizio con ritardo canonico. Una mezz’ora di infarinatura pubblicitaria a diapositive… poi, alle 18.15, la sessione ‘domande e risposte’.

Paradossale che RFI lamentasse la mancata adesione di tante proprietà alla campagna di ‘testimoniali di stato’ sulle condizioni degli edifici prima del passaggio della fresa, quando invece i cittadini intervenuti hanno denunciato chi l’omessa radiografia, chi l’omessa comunicazione da mesi dei suoi risultati. Qualcuno ha riproposto quel che anche Idra aveva  sommessamente quanto vanamente suggerito a luglio a RFI, che l’aveva convocata per raccogliere le proposte dell’associazione: ai fini di un più credibile funzionamento del cosiddetto Infopoint, converrebbe attivare quanto meno un numero di telefono dal lunedì al venerdì, in orario di ufficio, a beneficio di coloro che non hanno dimestichezza con le mail. Forse anche qui non è possibile ritagliare qualcosa dai 2.735 milioni di investimento per il Passante AV, con annessi e connessi: una somma di cui non si riesce ad avere una descrizione analitica, voce per voce, delle spese preventivate. Come gli altri spunti offerti dall’associazione alla società committente, anche l’indicazione di una contatto telefonico è finita in cavalleria, al punto che Idra non è stata neppure invitata a questo né agli altri due incontri tematici, quasi carbonari, proposti da RFI il 23 novembre e il 19 dicembre.

Alle 19,15 di ieri tardo pomeriggio, in ogni caso: “Scusateci, dobbiamo chiudere, ve l’avevamo detto: le altre domande non siamo in grado di soddisfarle”… ammesso che qualcuno potesse dirsi contento di sentirsi raccontare ‘ne prendiamo assolutamente nota!’, ‘interverremo puntualmente!’, ‘lasciate i vostri recapiti’, ‘ci mettiamo la faccia’.

Una faccia davvero difficile da lasciare, considerata la quantità di lagnanze e la qualità delle repliche. Anche il più mediocre difensore dell’orticello stretto stretto e della bottega piccola piccola (che era poi il piano su cui forse si puntava di far scivolare il dibattito) ha potuto apprezzare quanto poco attendibili fossero le presentazioni, le rassicurazioni, le generose dichiarazioni di intenti.

Fosse stato possibile intervenire, sarebbe stato un gioco da ragazzi demolire una per una – fatti, dati e documenti alla mano – le tante sciocchezze elencate con inconsulta disinvoltura. Ed evidenziare un altro corno del problema, anche più inquietante sul piano del diritto civico alla trasparenza e all’interlocuzione: è da settembre 2023 che l’associazione chiede alla Direzione Ufficio del Sindaco di Firenze, Progetto Comunicazione, di poter fruire di un colloquio col cosiddetto ‘Comitato di Garanzia’, al fine di stabilire con esso – se gradito – un rapporto di collaborazione.

Nella nota indirizzata il 29 settembre 2023 alla cortese dott.ssa Simona Errico, dirigente del Servizio Comunicazione di Palazzo Vecchio, Idra chiedeva che fossero al più presto organizzate dall’Amministrazione comunale anche opportunità multiple di informazione e dibattito pubblico (assemblee, giornalini, brochures), sia sulle caratteristiche e finalità generali dell’intervento infrastrutturale TAV, sia sulle problematiche e criticità locali che la sua attuazione è suscettibile di determinare nei diversi contesti urbani.

Di tutto ciò non si è visto traccia.

Ieri, all’ingresso, è stato possibile però almeno presentarsi con cartelli che evidenziano le gravi lacune e l’insistita opacità di Rete Ferroviaria Italiana nella gestione dell’intero ciclo TAV a Firenze, a partire dalle sfortune – non solo idrogeologiche – dello ‘scavalco’ AV di Castello. E distribuire ai cittadini presenti i volantini allegati.

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