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Scavi TAV sotto Firenze: ma il sindaco lo sa?

La fresa inizia i lavori saltando il decreto sicurezza nelle gallerie ferroviarie. Idra informa Nardella

Carlo Luzzatto, Dario Nardella, Matteo Salvini, Luigi, Ferraris, Eugenio Giani, 15.5.'23, Ripartenza TAV a Campo di Marte

Carlo Luzzatto, Dario Nardella, Matteo Salvini, Luigi, Ferraris, Eugenio Giani, 15.5.’23, Ripartenza TAV a Campo di Marte

Teoricamente, il sindaco Dario Nardella dovrebbe averlo appreso dal prefetto Francesca Ferrandino. Che a sua volta l’ha saputo dal comandante provinciale dei Vigili del Fuoco Marisa Cesario. Che a sua volta era stata messa in allerta da un’associazione di cittadini dubbiosi, Idra.

In realtà, è da mesi che il prefetto si nega a un incontro con Idra, che non trovando traccia dello strumento progettuale previsto dal decreto sicurezza nelle gallerie ferroviarie le aveva inoltrato formale istanza di accesso alla documentazione inerente il tema della sicurezza dell’opera in fase di esercizio. Il ‘piano di emergenza’ per il Nodo ferroviario fiorentino non è infatti un dettaglio di cui occuparsi solo al momento dell’entrata in esercizio dei due tunnel e della nuova stazione: è la stessa Comandante dei Vigili del Fuoco a sottolineare che l’adozione di un piano di emergenza è prevista dalle norme “fin dalle fasi progettuali”. La ratio della presentazione del ‘piano di emergenza’ già all’interno del progetto esecutivo, e dunque a monte dell’avvio dei lavori celebrato il 15 maggio scorso, risiede nella necessità di definirne ogni dettaglio topografico, altimetrico, idrogeologico, geotecnico compatibilmente col contesto territoriale, urbanistico e antropico della città chiamata a ospitare l’infrastruttura. Una città la cui vulnerabilità idrogeologica è attestata da 43 piene e inondazioni dalla fine del XII secolo a oggi, e drammaticamente confermata dall’alluvione nel 1966 del fiume Arno e da quella nel 1992 dei torrenti Mugnone e Terzolle, nella cui area di esondazione sono ubicati la stazione sotterranea AV e parte dei tunnel.

E’ evidente che tutto questo non può non avere un riflesso sul progetto.

E siccome anche l’impatto ambientale potrà risentirne, Idra ha trasmesso all’Osservatorio la richiesta di “una cortese esauriente spiegazione dei motivi che hanno portato apparentemente a determinare una lacuna di controllo così importante, e l’indicazione di come si intende ovviarvi”. Chi presiede l’Osservatorio è infatti direttore generale del Comune di Firenze, e rispondendo in questa veste ai quesiti urgenti inviati da Idra al sindaco a metà giugno si è limitato a riportare la risposta ricevuta dal committente Rete Ferroviaria Italiana, da cui “emerge che il progetto esecutivo posto a base di gara prevede tutti i requisiti di sicurezza previsti”. Ma può un’amministrazione pubblica accontentarsi di chiedere all’oste se il suo vino è buono?

In ogni caso, Idra ha provveduto venerdì scorso ad aggiornare il sindaco del Comune e della Città Metropolitana di Firenze sulle “condizioni imbarazzanti in cui si viene attuando il progetto di Passante e di nuova Stazione sotterranea Alta Velocità, alle cui ripetute cerimonie di inaugurazione – generosamente coperte da campagne mediatiche non altrettanto inclini a dar conto delle lacune e delle criticità dell’intervento – i due Sindaci non trascurano di assicurare una presenza plaudente”.

La prova, nero su bianco, è la nota “Progetto di sottoattraversamento ferroviario AV della città di Firenze” con cui il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Firenze informa Idra, e per conoscenza il prefetto: “Agli atti di questo Comando non risulta ancora essere stata depositata alcuna documentazione, tanto ai sensi del DPR 151/2011, quanto ai sensi del D.M. 28/10/2005.

Risulta dunque disapplicato il DM 28/10/2005 “Sicurezza nelle gallerie ferroviarie” - scrive l’associazione fiorentina al sindaco ­- dal momento che la progettazione esecutiva risulta priva del suddetto piano di emergenza, ed è stata portata a termine a prescindere dal supporto e dal contributo del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Firenze. Alla scrivente Associazione questa incresciosa circostanza pare particolarmente riprovevole se, a fianco delle conseguenze che di per sé l’inosservanza della norma è suscettibile di comportare, si considerano gli effetti disastrosi – in termini di vite umane e di funzionalità dell’infrastruttura – che simili lacune progettuali sono in grado di determinare in un contesto urbano fortemente antropizzato, e in una città come Firenze.

E aggiunge: “Di qui l’evidente necessità, urgenza e improcrastinabilità dell’adozione dello strumento di prevenzione previsto dal Decreto, e della puntuale verifica che – a monte dell’esecuzione dell’opera – si consideri per i due tunnel di 6.444 metri e per la nuova Stazione sotterranea, all’interno della progettazione esecutiva dell’intervento, anche il rischio esondazione.

Del resto, segnala Idra a Nardella, l’associazione ha appreso dall’ing. Francesco Montanari, presidente della Commissione di collaudo tecnico-amministrativo in corso d’opera che ha emesso il Verbale di accertamento sul lotto 1 dell’Alta Velocità, lo ‘scavalco Castello-Rifredi’, che, in conclusione di quel verbale la Commissione stessa ha espresso una serie di raccomandazioni, la prima delle quali, riguardante appunto il Piano di emergenza, così recita:  “La Commissione raccomanda ed auspica che, nella revisione della progettazione, si esegua: (…) la progettazione del centro di controllo di tutta l’impiantistica del passante e della stazione e la predisposizione del piano di emergenza da sottoporre a Vigili del Fuoco, Protezione civile e Prefettura così che il progetto ne recepisca per tempo i suggerimenti”. L’ing. Montanari aggiunge che, se la Commissione non fosse stata estromessa dall’incarico, avrebbe fatto in modo che la raccomandazione andasse a buon fine.

In conclusione, Idra chiede al sindaco di Firenze “come e quando si intende operare perché venga rispristinato, a fronte della disinvolta inosservanza delle norme attestata dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Firenze, il terreno della legalità”. Idra prosegue infatti nel proprio percorso di attenzione a tutti i lati del progetto TAV, come suggerito a suo tempo dal presidente dell’ANAC Raffaele Cantone.

 



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