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Avvio degli scavi TAV a Firenze: Idra invitata dalle Ferrovie alla cerimonia a Campo di Marte

Quattro interrogativi rilevanti per Matteo Salvini

12.5.'23 - Quattro binari fra Rovezzano e Campo di Marte, Cavalcavia dell'Affrico, Google map

12.5.’23 – Quattro binari fra Rovezzano e Campo di Marte, Cavalcavia dell’Affrico, Google map

Un gradito invito è pervenuto all’associazione ecologista Idra, da parte del Cerimoniale delle Ferrovie, al Riavvio dei lavori del Passante Ferroviario AV Firenze e della Stazione Belfiore, presso il cantiere di Via del Campo d’Arrigo, Largo Gennarelli, in programma lunedì 15 mattina, presente il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.

Un appuntamento il cui sottotesto appare tuttavia inquietante per la città di Firenze.

Si dà avvio infatti ai lavori ben prima di aver provveduto a implementare quella campagna di informazione e di interlocuzione con la cittadinanza che invece RFI aveva garantitoNon si vede ancora attuato un piano di comunicazione. Non si ha notizia della ricostituzione di un Comitato di garanzia. Nessun incontro pubblico è stato approntato né nelle sedi dei quartieri coinvolti né presso l’annunciato infopoint. Lo stesso sito web dell’Osservatorio Ambientale (al quale Idra ha chiesto intanto un’audizione) recita ancora: E’ in corso un aggiornamento del sito web con nuove tecnologie informatiche”.

Un altro serio fattore di preoccupazione è il mancato riscontro, da parte del nuovo Prefetto di Firenze, alla richiesta – formulata da Idra – di accesso a documenti di sua stretta competenza. Da un mese esatto Idra chiede di poter leggere il testo del piano di emergenza per il Nodo ferroviario integrato dal Passante, e della progettazione delle strutture di controllo e monitoraggio dell’impiantistica del Passante e della nuova Stazione AV. Documenti la cui assenza o incompletezza inficerebbe gravemente la credibilità del progetto di doppio sottoattraversamento: la costruzione dei due tunnel sotto la città Unesco non potrebbe prescindere infatti, fin nei dettagli, dalle misure di sicurezza idonee a salvaguardare passeggeri, personale di bordo e la stessa città soprastante. Per quanto risulta all’associazione il piano di emergenza, emesso dal Prefetto insieme a Vigili del Fuoco, Protezione Civile, ASL e Società proprietaria dell’infrastruttura, dovrebbe far parte del progetto. A maggior ragione se l’infrastruttura in sotterraneo si sviluppa in ambito urbano. È ritagliato infatti sullo specifico contesto cittadino nel quale devono inserirsi le più efficaci procedure di intervento. Soltanto così il progetto è in grado di rispondere infatti, nelle infrastrutture e nelle tecnologie, a questo scopo primario.

Alla dott.ssa Francesca Ferrandino Idra ha reiterato inoltre una richiesta di incontro perché desidera presentarle anche altre criticità, di cui l’associazione ha intanto provveduto a documentare in via formale la Prefettura.

Destano a questo riguardo importanti perplessità  le condizioni fisiche del Lotto 1 del progetto TAV, il cosiddetto Scavalco Rifredi-Castello, che – stando alle cronache – accuserebbe importanti infiltrazioni d’acqua di falda conseguenza di una imperfetta impermeabilizzazione. Da dichiarazioni pubbliche del presidente della Commissione di collaudo tecnico-amministrativo, l’ing. Francesco Montanari, la nomina “non avvenne entro i tre mesi dalla consegna dei lavori ma con anni di ritardo, quando i lavori del Lotto 1 erano già ultimati e la progettazione conclusa ed approvata da Rfi”. Dunque, a causa del ritardo, la “commissione non ha potuto eseguire i dovuti controlli in corso d’opera né alle opere del Lotto 1 – fra queste lo scavalco, spiega Montanari – né allo sviluppo della progettazione”. Di conseguenza il collaudo tecnico-amministrativo in corso d’opera, che risulta debba avvenire entro due anni dalla ultimazione dell’opera,  non sarebbe mai stato concluso. Dichiara infatti l’ingegner Montanari: “Nel verbale di accertamento, redatto dalla commissione successivamente alla risoluzione consensuale della convenzione Rfi-Nodavia, la commissione ha dichiarato lo scavalco, nelle condizioni attuali, non collaudabile e che i correttivi devono intervenire sulle cause e non sugli effetti, diversamente si cronicizza una situazione inaccettabile, specie in un’opera destinata al transito dei treni dell’alta velocità”. Successivamente, la commissione sarebbe stata estromessa in anticipo rispetto ai tempi di scadenza “con un provvedimento irrituale e che considero grave, che ne ha interrotto l’attività di supervisione senza aver potuto concludere, neppure parzialmente, il proprio incarico di collaudo”.

Sul  paventato danno materiale derivante da una progettazione insufficiente leggiamo che è stato aperto un fascicolo della procura regionale della Corte dei Conti, che per il danno erariale e ambientale consumatosi nella costruzione della tratta appenninica TAV fra Firenze e Bologna ha emesso a suo tempo una significativa sentenza di ‘colpa grave’ a carico di amministratori pubblici centrali e  regionali.

Se tali circostanze risultassero confermate, ci sarebbe peraltro da chiedersi come, e con quali aspettative di profitto, gli attuali soggetti appaltatori del passante fiorentino potrebbero serenamente ereditare le spese cospicue di risanamento strutturale dell’opera necessarie a permetterne finalmente il collaudo.

Sull’intera vicenda, evocata recentemente anche da un consigliere regionale, Giovanni Galli, in una interrogazione a Palazzo del Pegaso, e sulle risposte fornite da RFI, Idra ha in programma di ricevere ragguagli da RFI stessa in occasione dei due nuovi incontri programmati da settimane ma via via differiti, dopo il primo colloquio tematico svoltosi lo scorso 29 marzo. In agenda argomenti decisivi come il quadro gestionale (costi, fonti di finanziamento, caratteristiche dell’appalto), gli aspetti tecnici (subsidenze, monitoraggio, corollari ambientali e urbanistici, affinamento del Piano di Utilizzo delle Terre, sistemi di garanzia per i cittadini). In questo contesto Idra chiederà di poter fruire di un sopralluogo in galleria con tecnici esperti in materia e di avere accesso alla documentazione del caso-Scavalco, incluso il verbale di accertamento, per verificare la congruità dell’intervento con l’accordo quadro sul Nodo di Firenze.

Vi è poi l’annoso tema del collegamento fra la costruenda stazione AV progettata dall’arch. Norman Foster (mai sottoposta peraltro alla necessaria Valutazione di Impatto Ambientale, e quindi calata dall’alto su una città che non ha mai potuto conoscerne i tratti né esprimere osservazioni al riguardo) e la storica stazione di Santa Maria Novella.

Dopo una girandola di ipotesi circa le modalità di mitigazione di questa scomodissima rottura di carico (si noti che l’Analisi costi-benefici del Ministero ha evidenziato il danno che la nuova stazione provoca ai passeggeri con origine o destinazione a Firenze: “La posizione della nuova stazione ha le seguenti conseguenze: a) trovandosi a circa 1 km da SMN, comporta un corrispondente aggravio di tempi e costi di accesso per i destinati al centro, oltre che un prevedibile cambio di modo (da piedi a TPL); b) tutte le connessioni tra treni AV su Belfiore e altri treni non AV (quindi REG e IC) su SMN, sono perse o comportano un aggravio di tempo”),  leggiamo oggi in documenti di RFI che, una volta consolidato il progetto di un people mover e definito il costo complessivo dell’intervento ,“lo stesso sarà finanziato a valere sui fondi del Contratto di Programma”, e che “l’ipotesi è quella di prevedere la messa in esercizio del people mover nei tempi tecnici minimi a valle dell’attivazione della nuova Stazione”. Ma altre dichiarazioni del sindaco di Firenze Dario Nardella e del presidente della Giunta regionale Eugenio Giani attribuiscono invece al Recovery Fund la titolarità del finanziamento, in apparente contraddizione con le scadenze del PNRR, incompatibili con la più ottimistica delle date di attivazione della nuova Stazione. Anche su questo punto la città, e l’erario, desiderano legittimamente ricevere dati certi.

Il presidente dell’associazione proporrà dunque questi temi, lunedì, all’attenzione del ministro delle Infrastrutture, se sarà accordato a Idra lo spazio di un intervento o di un colloquio a latere. Si teme infatti che il ministro stesso – come attestano certe recenti sue dichiarazioni sui gravi inconvenienti alla rete nazionale derivati dallo svio del treno merci a Castello il 20 aprile scorso – possa non avere precisa contezza delle caratteristiche del Nodo, magari perché influenzato dalle informazioni erronee rilasciate in proposito a una stampa prevalentemente distratta dal presidente della giunta regionale Eugenio Giani, non nuovo a esternazioni discutibili. L’ultima delle quali risale a pochi giorni fa, quando a proposito della capacità della rete ferroviaria fiorentina Giani ha asserito: “Ci sono dei punti in cui da Rovezzano in avanti ci sono solo due binari per far passare tutti i treni pendolari che ci portano dal Valdarno a Firenze, tutti i treni merci, tutti gli intercity, tutta l’Alta velocità: per forza succedono gli incidenti!”. La mappa di Google, accessibile a tutti, pare attestare invece la presenza continua di quattro binari da Rovezzano a Campo di Marte. E le più avanzate tecnologie, apprendiamo, permettono il potenziamento piuttosto che la riduzione della capacità delle infrastrutture ferroviarie.

11.5.'23 - Quattro binari dal cavalcavia dell'Affrico, lato est

11.5.’23 – Quattro binari dal cavalcavia dell’Affrico, lato est

11.5.'23 - Quattro binari alla stazione di Rovezzano, lato est

11.5.’23 – Quattro binari alla stazione di Rovezzano, lato est

 

12.5.'23 - Quattro binari fra Rovezzano e Campo di Marte, Via del Gignoro, Google map

12.5.’23 – Quattro binari fra Rovezzano e Campo di Marte, Via del Gignoro, Google map

 

12.5.'23 - Quattro binari fra Rovezzano e Campo di Marte, Rovezzano, Google map

12.5.’23 – Quattro binari fra Rovezzano e Campo di Marte, Rovezzano, Google map



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