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Piombino: appello alle coscienze

Oggi, dalle 9 alle 17, ‘dialogo itinerante’ di fronte all’ingresso del Consiglio Regionale della Toscana, Palazzo del Pegaso, Via Cavour 2-4.

Per consegnare agli eletti al Consiglio e ai nominati alla Giunta questa lettera a loro indirizzata, anticipata ieri per posta.

Un appello alle coscienze: FERMATE QUELL’OLTRAGGIO A PIOMBINO!

 Idra, Lettera-appello ai componenti di Consiglio e Giunta Regionale della Toscana, 2 maggio 2023, pag. 1

Idra, Lettera-appello ai componenti di Consiglio e Giunta Regionale della Toscana, 2 maggio 2023, pag. 1
Idra, Lettera-appello ai componenti di Consiglio e Giunta Regionale della Toscana, 2 maggio 2023, pag. 2

Idra, Lettera-appello ai componenti di Consiglio e Giunta Regionale della Toscana, 2 maggio 2023, pag. 2

 

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Firenze, 2 maggio 2023

AI MEMBRI DEL CONSIGLIO REGIONALE DELLA TOSCANA

AI COMPONENTI DELLA GIUNTA REGIONALE DELLA TOSCANA

consiglioregionale@postacert.toscana.it,  regionetoscana@postacert.toscana.it

 

Consiglieri, assessori,

FERMATE QUELL’OLTRAGGIO A PIOMBINO!

Siete in tempo: interrogate la ragione!

 Inutile girarci intorno, gentili Assessore e Assessori, Consigliere e Consiglieri. La ricetta della ‘soluzione –Piombino’ adottata allo scopo di sciogliere il nodo energetico frutto improvvido del conflitto in corso in Europa orientale, assurta a emblema nazionale di gestione virtuosa per taluni, funesta per altri, mostra ormai la corda.

La scelta – antieconomica e antiecologica – di importare su navi cisterna metano liquefatto da Paesi lontani privi di una legislazione sociale e ambientale all’altezza delle esigenze del pianeta, e non sempre titolari di affidabilità democratica, non riveste più infatti neppure quei caratteri di necessità e urgenza che spingevano l’anno scorso a dipingere scenari catastrofici di approvvigionamento per l’inverno ormai alle nostre spalle. Al contrario, è dimostrato che il nostro Paese è addirittura esportatore di gas, a beneficio di operatori economici arricchitisi a dismisura anche grazie a gestioni discusse dei prezzi a danno delle famiglie e delle imprese, e dello stesso erario laddove si sono resi necessari interventi di sussidio.

D’altra parte, nessun beneficio alla conversione verde delle nostre economie potrà derivare dalla prosecuzione della guerra fra Ucraina e Federazione Russa, alimentata dal crescente rifornimento di armi e giustificata da un’informazione vistosamente faziosa e distorta. Al contrario, i nuovi assetti geopolitici mondiali che iniziano a delinearsi minacciano di condannare all’isolamento proprio quell’Europa che pretende, allineata acriticamente all’Alleanza atlantica, di affrontare le crisi internazionali con sanzioni economiche boomerang ed espansione militare. Con buona pace – in Italia – delle direttive fornite dai padri costituenti (art. 11), così spesso evocati retoricamente nelle liturgie delle ricorrenze celebrative.

Quanto agli obiettivi della cosiddetta ‘transizione ecologica’, non si vede come possano essere perseguiti attraverso il perdurante consumo di suolo, la conferma delle ‘grandi opere’, il culto della crescita e della competitività e, in ultima analisi, il ritorno a un fossile ancor più distruttivo di quello importato dalla Federazione Russa: doppiamente irrazionale quello che a tecniche estrattive devastanti (il fracking) aggiunge la spesa energetica della liquefazione, del trasporto su mari e oceani, della rigassificazione.

Nel caso specifico dell’inquietante coppia rigassificatore-metaniera imposta accanto alle abitazioni  nel piccolo porto turistico di Piombino che serve l’Elba, l’arcipelago toscano, la Corsica e la Sardegna, si aggiungono ulteriori e ineludibili ingredienti di severa criticità.

In primis sul piano della sicurezza, giacché l’approdo, l’ormeggio e la trasformazione pressoché in continuo di quantitativi ingenti di gas ultracompresso sono suscettibili – in caso di incidente anche minore – di produrre conseguenze devastanti per la città ospite, per il turismo che vi confluisce, per le comunità dell’ampio territorio circostante, da San Vincenzo a Punta Ala. E’ opportuno non trascurare fattori limitanti come l’intensa ventosità e l’emersione di eventi estremi, attestati a Piombino anche la scorsa estate.  Quando ancora mancano – correggeteci se necessario -  il parere definitivo del Comitato tecnico regionale, il decreto di Autorizzazione Integrata Ambientale, il responso del Tribunale Ammnistrativo Regionale del Lazio, è stato consentito l’approdo in porto della prima nave, la rigassificatrice, a dispetto del parere contrario compatto dell’Amministrazione comunale e dello stato d’ansia collettivo di una popolazione colpita da decenni di danni alla salute per un inquinamento industriale che ha depositato veleni e degrado ancora presenti su terreni mai bonificati.

E’ tuttora all’esame della Commissione petizioni del Parlamento europeo, inoltre, la segnalazione delle apparenti violazioni del diritto anche comunitario: il progetto dell’opera è stato approvato in deroga alla disciplina della valutazione di impatto ambientale e a quella della normativa sul rischio di incidente rilevante, nonostante la mole di osservazioni prodotte da cittadini, associazioni, studiosi, comitati scientifici. Deroghe, queste, figlie appunto di un’emergenza abbondantemente superata, difficilmente digeribili da chi crede nella necessità e urgenza, queste sì!, di lasciare alle nostre future generazioni un bel pianeta vivibile. Deroghe che si prestano a celare ulteriori eccezioni alle buone regole di tutela della salute e dell’ambiente, a partire dalle emissioni tollerate nel laborioso processo produttivo.

Nelle prossime ore è atteso l’approdo della prima nave cisterna metaniera, carica di 170.000 metri cubi di gas compresso 600 volte, a una temperatura di -162°, proveniente dallo specchiato Egitto. Le prossime due settimane, è stato annunciato, saranno dedicate ai test, che avverranno di fatto sul corpo vivo della città, in assenza del parere definitivo sulla sicurezza, in un’atmosfera di acclarata inquietudine e indignazione: la messa a punto dell’impianto, la verifica del funzionamento, l’immissione del gas nella rete. Poi, non comprendiamo sulla base di quale logica e legittimità, “la nave sarà già in funzione e quindi continua a andare” se anche le istanze dei ricorrenti saranno accolte dal TAR del Lazio, come ha sentenziato il presidente-commissario Eugenio Giani.

Tutto ciò in assenza di piani trasparenti di comunicazione e di opportunità adeguate di dibattito pubblico. Il presidente Giani ha evitato accuratamente sin dagli esordi qualsiasi contatto coi cittadini di Piombino, né ha mai onorato le ripetute promesse di incontrare la delegazione nazionale autrice della memoria tecnica che la scrivente Associazione ha depositato per Pec in conferenza di servizi, rimasta senza riscontro alcuno.

Grottesco, in tale contesto, il continuo balletto della data, ora fissata al prossimo 26 giugno, entro la quale è stato generosamente accordato al proponente di differire la comunicazione della nuova destinazione al largo della nave rigassificatrice, dopo i primi tre anni ai quali sarebbe limitata la sua attività nel porto toscano. Un 26 giugno che è peraltro così a ridosso della prossima seduta del Tar del Lazio, in calendario il 5 luglio, da complicare ai ricorrenti anche l’eventuale deposito di ulteriori motivi aggiunti.

E’ evidente dunque, gentili membri del Consiglio e della Giunta,  che la soluzione-Piombino prospettata dal governo Draghi, sposata dalla Giunta regionale Giani e rilanciata dal cosiddetto ‘Piano Mattei per l’Africa’ del governo Meloni vede intimamente intrecciati al suo interno i temi dell’economia, dell’energia, della legalità, dell’ambiente, della democrazia e, se può avere ancora diritto di cittadinanza nella nostra riflessione, della morale pubblica.

E’ per tutti questi motivi che ci rivolgiamo a ciascuna e a ciascuno di Voi perché valutiate seriamente e serenamente l’istanza che qui Vi avanziamo.

Il comportamento del presidente Giani è stato evidentemente condizionato, nella fase iniziale del procedimento, dal carico di responsabilità nazionale che la nomina ricevuta dal presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi annetteva al suo ruolo di commissario straordinario. Ciò per la verità non gli ha impedito di avviare la comunicazione pubblica con notizie proposte forse con qualche leggerezza, in quanto rivelatesi infondate, come la durata del progetto, incautamente annunciata di soli due anni al Consiglio Regionale il 29 giugno 2022, salvo poi doversi correggere poche ore più tardi, dopo aver letto le carte, nel corso del blindatissimo Consiglio comunale di Piombino, assediato dalla contestazione di una comunità mortificata e adirata: “Sapete cosa è scritto nell’istanza di Snam? Richiesta di quel molo per 25 anni!”. Ancora, tuttavia, egli si professava fiero garante dei cittadini. Al punto da spingersi a promettere non una sola, bensì una doppia Valutazione di Impatto Ambientale, a salvaguardia dei diritti e della trasparenza. Le cronache successive, e le risultanze delle procedure adottate a monte, nel corso e a valle delle sedute della conferenza di servizi, illustrano l’apparente abbandono della veste di arbitro imparziale e un cambio di rotta esplicitamente rivendicato, col corollario non irrilevante del diniego del necessario procedimento di VIA.

E’ possibile che Eugenio Giani abbia smarrito strada-facendo, e soprattutto cittadini-evitando, la cognizione della ferita sociale e culturale che stava infliggendo a quel prezioso lembo di Toscana, ma anche ovunque si sia potuto avere contezza del tasso di superficialità e di sufficienza con cui il carrarmato del progetto-rigassificatore procedeva, secondo una modalità rivelatasi oggettivamente offensiva persino nei confronti dell’autorità pubblica locale, il sindaco, massimo garante  della salute degli amministrati.

E’ possibile che il ruolo consegnatogli da Mario Draghi abbia progressivamente spinto Eugenio Giani a coltivare involontariamente, lentamente ma inesorabilmente, suggestioni a fronte delle quali forse nessuna componente della sua Giunta è stata in grado di proporre un’adeguata e approfondita riflessione.

Noi non vorremmo che il risveglio fosse improvviso e drammatico. Perché a noi sembra che si siano accumulati fin troppi ingredienti di asprezza istituzionale e di audacia progettuale, passibili – gli uni o gli altri – di raggiungere presto una massa critica capace di produrre effetti pericolosamente esplosivi: sociali nel primo caso (ricordiamo che legare Piombino a un grigio destino da hub energetico fossile ucciderebbe in culla tutte le sue prospettive di avvenire verde e valorizzazione culturale), tragicamente materiali nel secondo (non abbia mai a succedere, s’intende!, ma di rovinosi casi analoghi non manca la storia della nostra costa).

Quindi Vi chiediamo fermamente con questa lettera-appello, che sarà trasmessa per opportuna conoscenza anche ad altre autorità competenti in materia di prevenzione e controllo, di non renderVi corresponsabili della sperimentazione di un modello energetico pericoloso e anacronistico sul corpo vivo di un’area preziosa che già coltiva nuove economie amiche della Toscana e del pianeta, e altre ne sogna e ne progetta.

Vi chiediamo di utilizzare, singolarmente o in gruppo, forti dell’esperienza istituzionale acquisita, tutte le procedure atte a prevenire concretamente danni alla collettività, al territorio e all’erario, e se necessario dunque a evitare che abbiano luogo – persistendo lacune in termini di documentazione ambientale, rapporti di sicurezza, autorizzazioni e controlli di legittimità del procedimento, verificati adempimento delle prescrizioni dettate dagli Enti competenti, disponibilità delle strumentazioni e dei piani di emergenza, esiti dei ricorsi amministrativi, piena informazione al pubblico – le operazioni previste con l’arrivo della seconda nave metaniera nel porto di Piombino (lo scarico del gas liquido nei serbatoi della Golar Tundra, la cosiddetta fase di commissioning per la messa a punto dell’impianto e la verifica del corretto funzionamento, e ogni altro test finalizzato all’entrata in funzione dell’impianto).

Girolamo Dell’Olio, presidente



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