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Idra a Palazzo Vecchio: l’incontro col presidente Luca Milani

Ancora un appuntamento istituzionale alla ricerca di ascolto e sostegno alla cittadinanza attiva

La targa che in Palazzo Vecchio celebra il Centro storico UNESCO

La targa che in Palazzo Vecchio celebra il Centro storico UNESCO

A distanza di poco meno di un anno dal precedente incontro a settembre 2020, l’associazione Idra ha chiesto e ottenuto lo scorso 12 agosto un nuovo appuntamento col presidente del Consiglio comunale di Firenze Luca Milani. Ad accompagnare il presidente Dell’Olio, in rappresentanza del gruppo di cittadini che si è mobilitato questa estate rivendicando informazione e trasparenza intorno all’“operazione Costa San Giorgio” è intervenuta anche questa volta Lucia Evangelisti.

Entrambi hanno inteso partecipare a Luca Milani una preoccupazione che si manifesta ormai in più ambienti, e non soltanto a Firenze: non sembra infatti democraticamente accettabile il totale apparente disinteresse con cui sindaco e giunta ricevono le sollecitazioni a un’urbanistica partecipata che la società civile fiorentina, nazionale e internazionale trasmette da mesi alla squadra di governo della città dai confini Unesco ulteriormente allargati. Ultimo, il monito ribadito sulle colonne di “Minima Cardiniana”, il blog di Franco Cardini, che a proposito del Manifesto Boboli-Belvedere in tutela della collina di Costa San Giorgio e Via San Leonardo scrive: “Leggo tra i firmatari i nomi di Giovanni Fanelli, di Giannozzo Pucci, di Antonio Paolucci, Luigi Zangheri. Personaggi ben noti tanto al sindaco quanto all’opinione pubblica. E mi domando: sindaco e giunta non rispondono perché ritengono di averlo già fatto, o perché considerano la questione ormai conclusa, o perché stanno elaborando una risposta adeguata?”.

Ancora una volta, manca una risposta! La cittadinanza attivatasi in Oltrarno per rivendicare il diritto alla partecipazione a scelte urbanistiche di fondo come quella che rischia di snaturare la collina di Belvedere non ha ancora ottenuto un solo incontro, un solo colloquio, una sola riga di riscontro vergata dalla mano del sindaco, del vicesindaco o di qualche assessore. Come si concilia questo, osserva Idra, con le ‘buone intenzioni’ proclamate dall’assessore all’Urbanistica, ambiente, turismo e Piano gestione Unesco Cecilia Del Re che annuncia: “È ora il momento del coinvolgimento della popolazione e dei diversi attori interessati per aggiornare i progetti strategici e individuare nuove azioni da integrare e monitorare nei prossimi cinque anni”? Quale credibilità può avere – in questo contesto – la promessa che cambiamenti climatici, vivibilità, residenza e commercio nel centro storico, gestione del sistema turistico e della mobilità, aree verdi e spazi pubblici aperti” dovranno caratterizzare il nuovo piano di gestione del centro storico di Firenze patrimonio mondiale Unesco?

Idra si è appellata perciò al presidente del Consiglio comunale, che riceve in tempo reale, così come tutti i gruppi presenti in Consiglio, di maggioranza e di minoranza, le note indirizzate dal mondo della cultura ai recapiti di sindaco e giunta: chiede espressamente al più alto esponente istituzionale dell’organo elettivo della città un intervento di garanzia, un richiamo formale, affinché si dia corso al minimo sindacale di relazione del Palazzo con la cittadinanza. Del resto, è lo stesso Cardini a proporlo: “E il consiglio comunale, da parte sua, non ha nulla da aggiungere?”.

Inoltre, fra flussi e riflussi della pandemia, nulla è stato ancora fatto in termini di informazione di base sulla variante urbanistica che minaccia la qualità della vita e del paesaggio nell’area Unesco dell’Oltrarno, e lo stesso approvvigionamento idrico del giardino all’italiana di Boboli, fondato sulla risorsa acqua. Urge, anche qui, un’opportunità di conoscenza approfondita e diffusa del contenuto e delle possibili conseguenze della variante.

Idra ha consegnato in anteprima al presidente Milani – come già due giorni prima alla prefetto Alessandra Guidi, in occasione di un colloquio accordato all’associazione a Palazzo Medici Riccardi – l’ultimo qualificato contributo arrivato da Sidney, a firma di Diana Hall, ricercatrice indipendente australiana di storia medievale e rinascimentale di Firenze, e il testo del prossimo invio alla giunta in cantiere: l’intervento sotto Palazzo Vecchio alla maratona oratoria civile del 28 maggio del prof. Andrea De Marchi, ordinario di Storia dell’arte medioevale all’Università degli studi di Firenze.

Ma si è parlato anche del progetto di iniziativa civica, oltre che di laboratorio sociale e culturale, proposto alla prefettura di Firenze per piazza Santo Spirito, al quale ha offerto la propria preziosa disponibilità artistica il Quartetto d’archi “Florentia” dell’Orchestra Regionale della Toscana.

Idra ha inoltre sottolineato, anche per la città di Firenze, l’importanza del recupero dell’ex Sanatorio Banti, che sta forse ottenendo – dopo lustri di impegno dell’associazione – una rinnovata attenzione all’esigenza di far tornare a perseguire fini sanitari e sociali a quel bene straordinario, l’ ‘ospedale dell’aria bona’, costruito con intelligenza progettuale e materiali di prim’ordine negli anni Trenta del secolo scorso sulla collina di Pratolino, ma tuttora abbandonato al degrado.

Ultimo, ma non certo per importanza, il tema del progettato doppio sottoattraversamento TAV di Firenze, che Idra ragionevolmente avversa dai lontani tempi della sua prima approvazione, a marzo del 1999. I lavori di scavo per la nuova stazione sotterranea Foster a Firenze sono ripresi senza che sia stata perfezionata l’opera di rivisitazione del progetto, notoriamente discusso e a suo tempo contestato anche dal sindaco Dario Nardella, e in clamorosa assenza della salvaguardia istituzionale di un Osservatorio ambientale, vacante da febbraio 2018.

Anche al presidente Milani, come alla prefetto Guidi, Idra ha ribadito che nulla c’entra col PNRR (scadenza 2026) una navetta che dovrebbe collegare la futuribile Foster con Santa Maria Novella non prima del 2028. Una navetta per la cui realizzazione la Regione Toscana e il Comune di Firenze dichiarano invece di voler attingere al fondo del Next Generation Eu.

Quanto al budget stratosferico (e in ulteriore lievitazione, come appreso dall’amministratore delegato della società di RFI incaricata dei lavori ing. Raffaele Zurlo) che risulta impegnato per la realizzazione dei due tunnel e della Foster, quei fondi dovrebbero essere urgentemente dirottati, ad avviso dell’associazione, nella messa in sicurezza delle infrastrutture già esistenti (come la tratta appenninica AV/AC Firenze –Bologna) e nella difesa idrogeologica del territorio collinare, montano e di pianura, a fronte della drammaticità del cambiamento climatico in atto.

Al presidente Milani è stato espresso dagli ospiti il sincero ringraziamento per l’ascolto attento e cordiale di cui hanno potuto beneficiare.



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