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Impianto eolico sui crinali del Mugello, partecipazione e trasparenza: l’assessora regionale Fratoni replica a Idra. Ma non risponde alle contestazioni. Intanto si aggrava il quadro di valutazione del progetto.

Giotto rivisitato (a cura di Fabio Innocenti), S. Francesco predica agli uccelli, Basilica superiore, Assisi

Giotto rivisitato (a cura di Fabio Innocenti), S. Francesco predica agli uccelli, Basilica superiore, Assisi

Una lettera dai contenuti difficilmente decifrabili quella inviata il 28 maggio a Idra dall’assessora all’Ambiente della Regione Toscana Federica Fratoni dopo che, due giorni prima, l’associazione fiorentina aveva sollecitato dal presidente Enrico Rossi un “intervento di garanzia” sul progetto di impianto eolico Monte Giogo, fra Vicchio e Dicomano. È stato avviato infatti fra mille limitazioni e condizionamenti un percorso solo apparentemente partecipativo di Inchiesta pubblica, nonostante il conclamato e perdurante stato di emergenza sanitaria nazionale (dichiarata, salvo proroghe, fino al prossimo 31 luglio, con la delibera del 31 gennaio 2020 del Consiglio dei Ministri).

Nell’appello a Rossi si rimarcava che le procedure adottate nella cosiddetta “Inchiesta pubblica” appaiono ledere i diritti di cittadinanza delle comunità interessate: le proposte alternative formulate nel corso delle due prime sessioni sono state respinte, infatti, così come sono state ignorate le vibranti espressioni di dissenso argomentate in più interventi. Inoltre il percorso fissato espone a oggettivo rischio sanitario da pandemia Covid19 le componenti più fragili della popolazione.

Nessun cenno a tutto questo, invece, nella replica dell’assessora Fratoni. Che non dà riscontro neppure alle altre contestazioni sulle modalità di svolgimento dell’“Inchiesta pubblica”.

Nessun cenno ai dubbi sollevati sull’opportunità di designare alla Presidenza di un percorso così ‘sensibile’ per il tipo di tematica ambientale e sociale una personalità che del territorio ignora – non avendolo quanto meno visitato -  le peculiarità, le potenzialità, i vincoli sociali, morfologici, orografici, ambientali.

Nessun cenno all’invito a coinvolgere nel procedimento anche i cittadini, le associazioni, gli studiosi e le istituzioni delle altre aree interessate dagli impatti sulla viabilità e dalle opere accessorie, e da quelli sul paesaggio, costituzionalmente protetto da uno degli enunciati cardine della nostra Carta, l’art. 9.

L’assessora fa riferimento invece alla precedente nota di Idra del 19 maggio. Ma non dà riscontro alla sostanza degli argomenti sollevati. In particolare, alla proposta di dotare di senso l’operazione-inchiesta permettendo alla cittadinanza coinvolta nel procedimento di avvalersi delle osservazioni che entro il 14 luglio avranno presentato anche gli organismi tecnici (ARPAT, Soprintendenza, uffici tecnici della stessa Regione, Comuni, ecc.): questi dati, e la ricchezza informativa che ne scaturirebbe, permetterebbero ai cittadini – orizzontalmente e in rete fra loro – di perfezionare l’espressione del proprio parere nelle audizioni previste.

Ebbene, a fronte di tutto ciò, l’assessora Fratoni “ritiene che siano state accolte le richieste manifestate nel corso dell’audizione preliminare e quelle pervenute via posta elettronica da codesta Associazione”! Probabilmente non è stata bene informata dai suoi Uffici…

Ecco perché Idra ha ripreso, come si suol dire, carta e penna, e ha indirizzato ieri all’assessora e al presidente Rossi, ma ancora una volta anche alla Presidente dell’Inchiesta, al Direttore del Dipartimento Prevenzione della ASL Toscana Centro, al Responsabile Paesaggio della SABAP e al Difensore Civico della Toscana, una reiterazione della richiesta di intervento di garanzia. Corredata, questa volta, da un eloquente campionario di citazioni (leggibili qui) dai pareri che le istituzioni coinvolte nel procedimento hanno sin qui formulato.

“Le prime osservazioni sul progetto depositate dagli Enti tecnici – scrive Idra a Rossi e a Fratoni – attestano la presenza di una tale mole di carenze, di una tale quantità di integrazioni richieste, da legittimare con ancora maggior forza un’istanza dettata dal buon senso: i cittadini che partecipano all’Inchiesta, oltre a godere dell’avvenuto ripristino della piena libertà di circolazione, di riunione, di documentazione e di ispezione del territorio, siano chiamati a esprimersi sul progetto non prima, ma dopo aver potuto leggere il repertorio di osservazioni prodotte dagli organismi tecnici pubblici nel procedimento finalizzato al rilascio del Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale, e dopo aver potuto conoscere gli adeguamenti progettuali e documentali effettuati dal proponente in ottemperanza alle indicazioni e alle prescrizioni ricevute”.

E conclude con un ennesimo quesito in attesa di risposta: “Ci si domanda di conseguenza se sia ragionevole, da parte della Regione Toscana, invitare i cittadini, e i soggetti pubblici competenti, a investire il proprio tempo nella valutazione di un progetto che – stando anche solo ai rilievi fin qui menzionati, alcuni dei quali formulati anche dopo la presentazione, da parte del proponente, della documentazione integrativa richiesta   – presenta così numerose falle. E’ prevista in altre parole, chiediamo, al momento in cui si decide di avviare un procedimento, l’attivazione di un qualche filtro che preventivamente garantisca un tasso minimo di completezza e di qualità ai progetti pubblicati e sottoposti all’attenzione pubblica?”.



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