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Idra plaude da Firenze alla proposta di “servizio ambientale” promossa da Alessandro Di Battista: urgono investimenti nelle opere socialmente utili!

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Circondati come siamo da un mare di calamità, e con un futuro su cui anche a livello internazionale si addensano nubi tempestose, giunge come un insperato salvagente la proposta che Alessandro Di Battista, affiancato da Lapo Sermonti (Onu, Integrazione della protezione ambientale e degli effetti del cambiamento climatico nei progetti Ifad), ha presentato al ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Un segnale che Idra desidera valorizzare anche nella misura in cui proviene da un esponente della principale forza parlamentare del Paese.

Come leggiamo sui quotidiani, il progetto si propone di prevenire crisi ecologiche future e contrastare la disoccupazione, in particolare giovanile, mediante un “servizio ambientale” che miri con piani duraturi a salvaguardare il territorio nazionale e a prevenire degrado e disastri. Per finanziare un tale piano si propone di spostare i finanziamenti dello Stato dalle ‘grandi opere inutili’, previste e future, su uno strumento analogo al Civilian Conservation Corps, lanciato nel 1933 negli USA, quando lo Stato si fece il principale datore di lavoro. La proposta appena presentata al ministro per l’Ambiente prevede di impiegare fino a 200.000 giovani all’anno secondo un Piano Nazionale per l’Adattamento al Cambiamento Climatico (PNACC). Se è vero che dal 1945 ad oggi l’Italia ha speso in media 3,5 miliardi di euro all’anno a causa del dissesto idrogeologico, laddove un solo euro di prevenzione farebbe risparmiare 100 euro di riparazione dei danni, e se il contrasto al cambiamento climatico non è soltanto uno slogan, allora davvero urge adottare politiche innovative in grado di prevenire disastri nelle aree sismiche, erosione del suolo, inondazioni e abbandono di borghi storici e territori.

Sembra di leggere i progetti presentati da Idra, ad esempio la “Piccola grande opera di adozione quotidiana e permanente della valle del Terzolle”, nell’area fiorentina. Dove è nato, a marzo del 2019, un cantiere partecipato da cittadini, associazioni e istituzioni locali che mira a convertire gli investimenti pubblici dilapidati in poche costosissime ‘grandi opere’ che impiegano manodopera scarsa e avventizia, in aree spesso sacrificate sotto il profilo ambientale, indirizzandoli piuttosto su mille piccole opere necessarissime, diffuse e leggere, con ampia ricaduta occupazionale, mirate alla tutela, al restauro, al godimento e alla manutenzione permanente del territorio e dei suoi beni ecologici, storici e architettonici, e alla valorizzazione delle sue vocazioni produttive. Un esempio per tutti: il restauro del paesaggio agrario e la prevenzione dei danni idrogeologici sulla collina fiorentina, e a valle, attraverso il ripristino dei muretti a secco e dei terrazzamenti agrari che hanno reso quello italiano “il paesaggio più commovente del mondo” (Fernand Braudel).

Mentre esprimiamo il nostro caloroso sostegno alla proposta avanzata da Di Battista, gli domandiamo anche di valutare se inserire Idra quale membro “honoris causa” per la Toscana all’interno di questo progetto.



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