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350.000 euro l’anno per lo psicologo di base? Meglio forse uno psicologo ai vertici, in Regione Toscana!

Ancora etichettature discriminanti di medici e sanitari sani: forse quella da trattare è la preoccupante sindrome ipocondriaca del Palazzo. Idra chiede le scuse di ‘Toscana Notizie’

 Edvard Munch, 1893, L'urlo

Edvard Munch, 1893, L’urlo

Secondo la direzione dell’assessorato alla sanità della Regione Toscana – leggiamo sull’organo ufficiale della Giunta, ‘Toscana Notizie’ – è opportuno operare una selezione fra i medici, gli infermieri e gli operatori a disposizione del servizio sanitario. Coloro che non hanno obbedito a un ordine oramai decaduto, quello dell’inoculazione di prodotti  coraggiosamente denominati ‘vaccini’, dovrebbero in ogni caso essere discriminati. Una circolare con raccomandazioni e chiarimenti sul reintegro degli operatori non vaccinati contro il Covid-19 sarebbe stata trasmessa ai direttori generali delle aziende ed enti del servizio sanitario regionale, con le seguenti istruzioni (non si sa quanto cogenti): “Si dovrà evitare che i sanitari riammessi al lavoro siano collocati in reparti in cui vi siano pazienti prevalentemente affetti da patologie che riducono in maniera significativa le difese immunitarie, come – solo per citare alcuni esempi – trapiantati di organo solido o di midollo, malattie oncoematologiche o malattie in trattamento immunosoppressivo”.

In altre parole, i professionisti che hanno scelto di non inocularsi molteplici dosi ravvicinate di cosiddetti ‘vaccini’,  e hanno attraversato indenni l’epidemia da Covid-19 seguendo uno stile di vita corretto, adottando un’alimentazione adeguata e praticando misure ordinarie di prevenzione, meriterebbero di essere ancora puniti, dopo essere stati sospesi dall’incarico, umiliati e privati dello stipendio. E ciò benché siano stati reintegrati.

E’ evidente che se uno psicologo serve, non è forse quello di base. Forse è più urgente (e sicuramente economico e produttivo) uno psicologo di vertice, che aiuti a prevenire intervenendo sulla testa del problema, laddove si confezionano i provvedimenti che la comunità è chiamata a rispettare, e che sono in gran parte all’origine del disagio e delle sofferenze così drammaticamente diffuse, soprattutto fra i giovani. Molti i falsi miti che restano da demolire. Pensiamo a come, ancora oggi, ad esempio, il Palazzo etichetta il dissenso. Nel comunicato con cui si dà notizia della circolare inviata ai servizi sanitari, la Regione Toscana definisce ‘no vax’ intere categorie di cittadini rei di essersi avvalsi del diritto naturale e costituzionale a non ubbidire a ordini non condivisi, in scienza e coscienza.

Così scrive quindi Idra al direttore di ‘Toscana Notizie’:

“Con quale diritto, ci chiediamo, e sulla base di quale criterio scientifico, può una testata istituzionale come ‘Toscana Notizie’, agenzia di informazione della Giunta Regionale Toscana, definire sbrigativamente, riduttivamente e offensivamente ‘no vax’ i sanitari che, come l’agenzia stessa spiega, “non si sono vaccinati contro il Covid-19 ed ora reintegrati per effetto delle scelte del Governo nazionale”? Scrivere “sanitari no vax” a proposito di donne e uomini, professionisti, che hanno fatto scelte che non hanno necessariamente a che vedere con l’ideologia cosiddetta ‘no vax’ risulta infatti offensivo. Per un verso è possibile che costoro abbiano tranquillamente aderito a tutte le altre campagne vaccinali di questo mondo. Per un altro, numerosi studiosi non considerano vaccino il prodotto adottato per contrastare l’infezione da Covid-19: vi è ormai un’ampia esperienza sul campo, e abbondante letteratura di settore, che dimostrano come esso non funzioni affatto alla stregua dei vaccini tradizionali, non elimini il contagio, non immunizzi. Confidiamo in proposito che non sia scritta in questi termini anche la circolare di cui si dà notizia, un atto ufficiale! Siamo in attesa di riceverne la documentazione richiesta al responsabile della Direzione Sanità e all’assessore competente”.

“In ogni caso, per la parte che sicuramente Vi compete”, si legge nella lettera di rimostranze, inviata per conoscenza anche al presidente Eugenio Giani, riteniamo urgente da parte Sua un cortese intervento correttivo, con le doverose scuse nei confronti delle categorie interessate e dell’intera collettività, trovatasi nuovamente esposta a un’informazione scorretta e fuorviante, e con l’indicazione della fonte (o delle fonti, ve ne fossero altre) della presente richiesta di rettifica”.



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