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Tre giorni fra strada e Palazzo: un’esperienza da replicare?

Idra nel centro storico di Firenze discute salute e armamenti, gerontocrazia e ‘liberazione’: i primi risultati dell’incontro col Prefetto

3.5.'22 - La delegazione in Prefettura - Alessandro Pellegrini, Daniele Ramadan, Silvia Bonechi, Girolamo Dell'Olio, Monia Bardi, Eleonora Falchi

3.5.’22 – La delegazione in Prefettura – Alessandro Pellegrini, Daniele Ramadan, Silvia Bonechi, Girolamo Dell’Olio, Monia Bardi, Eleonora Falchi

Da un lato la prima residenza signorile dei Medici, col suo bugnato in pietraforte marrone sempre più leggero salendo di piano in piano. Dall’altro, i marmi bianchi e i serpentini verdi dell’ottagono del nostro “bel San Giovanni”. Nel mezzo, la via forse più breve di Firenze, quella col suo Liceo Galileo dove più di mezzo secolo fa ha iniziato a respirare l’aria di città. E’ un po’ a casa sua quindi, in queste mattinate fiorentine per strada, il presidente di Idra uomo-sandwich. Il tempo è amico. Al tavolo del bar, lungo il passeggio in via Martelli, può fermarsi a poggiare lo zaino, e a srotolare e indossare il suo cartello, uno per giorno. In mano raccoglie i volantini, in più edizioni: una destinata ai i ragazzi, una ai ‘grandi’, una in inglese ai tanti ospiti stranieri che riaffollano il centro. Lunedì 2 maggio ecco in soccorso altri associati: Marco, Silvia e Nicola. Passa “Oggi in Toscana” per una breve ripresa. Martedì 3 maggio è anche il giorno dell’appuntamento col Prefetto. Mercoledì 4, invece, in solitaria…

Sì, l’aria è cambiata! E fa piacere vedere, dopo tanta clausura, frotte di studenti in viaggio d’istruzione coi prof da ogni parte d’Italia senza museruola, e bimbi a volto scoperto coi maestri, e guide coi gruppi.

Non succede lo stesso con i nativi, i fattorini, gli anziani… qui le mascherine resistono caparbie. Su alcuni, si sa, grava il ricatto del lavoro, condizionato all’ubbidienza alle normative. Ma c’è anche uno zoccolo duro che se le è ormai incollate nella mente, forse, prima che sul volto. Un nuovo capo di abbigliamento obbligato: sapranno più rinunciarci?

Paradosso dei paradossi, proprio la scuola. Il luogo in cui i ragazzi dovrebbero apprendere, dalle parole e dall’esempio, come diventare cittadini adulti liberi e responsabili. E invece? All’intervallo, o all’uscita, i ragazzi del liceo si precipitano gioiosamente fuori, allegramente insieme. Il primo gesto: via quell’odiosa protesi dal viso! E ridono, e parlano, e si abbracciano! Il militante di Idra si avvicina ai capannelli e fa: “Ragazzi, mi raccomando: è rimasto là dentro, vero…?”. “Cosa…?”, chiedono stupiti. “Il virus, no?”, ribatte l’uomo-sandwich. Ridono, non occorre spiegare: capiscono, e come! Capiscono – e forse mettono in conto – una cosa semplicemente orribile: e cioè che a scuola, con le parole e con l’esempio, si insegna l’irrazionale, l’irragionevole, l’assurdo. Lo stanno subendo. Ma quanto potrà durare?

Poche ore più tardi, a mezzogiorno di martedì 3 maggio, Idra ha l’appuntamento col Prefetto di Firenze, che il presidente Girolamo Dell’Olio ha già avuto occasione di conoscere come capo Gabinetto a ottobre del 2009. In quell’occasione, il dott. Valerio Valenti ebbe a mostrare grande consapevolezza sul rischio-strage che grava su 60 km di galleria ferroviaria TAV monotubo fra Firenze e Bologna privi di tunnel parallelo di soccorso, inaugurati in pompa magna a Bologna due mesi più tardi. Non sono mancate peraltro nel frattempo le opportunità di constatare quante difficoltà e disagi è in grado di produrre anche un evento ‘minore’ in quel delicatissimo contesto.

Questa volta, la delegazione di Idra è arricchita da un gruppo di esponenti degli “Studenti contro il greenpass Firenze” e dell’associazione “Atto Primo Salute Ambiente Cultura”. “A noi piace rappresentarLe in questo incontro almeno una parte della molteplicità di attori sociali presenti in città, ma totalmente trascurati”, esordisce Dell’Olio iniziando a illustrare la memoria, 11 cartelle e 34 allegati, che l’associazione ecologista fiorentina ha voluto depositare formalmente presso la Prefettura perché ne resti quanto meno traccia. Nove gli argomenti proposti all’attenzione del dott. Valenti (ma solo dei primi due si riuscirà questa volta ad avviare una presentazione):

-        la gestione dell’‘emergenza sanitaria’ e i ‘crimini di pace’

-        la manipolazione dell’informazione e la gestione autoritaria dei comportamenti della popolazione

-        le conseguenze delle scelte di cobelligeranza adottate dal Governo

-        l’adozione o la riabilitazione di fonti energetiche non sostenibili, accompagnate dall’allentamento dei controlli e dalla mortificazione della partecipazione civica

-        l’attacco all’identità produttiva e culturale dei territori  e i danni alle economie locali, al commercio di prossimità, alla piccola impresa

-        i gravi rischi nella sicurezza delle linee ferroviarie ad Alta Velocità

-        gli impatti ambientali ed economici degli scavi TAV in programma nel sottosuolo della città Unesco Firenze

-        la dismissione sciatta di strutture sanitarie efficienti

-         l’abbandono o la privatizzazione speculativa di straordinari beni culturali pubblici.

“Su questi temi noi scriviamo in continuazione e a tutti i livelli istituzionali – lamenta Idra – ma non ci risponde nessuno! E ciò avviene con l’aiuto strategico dei media, che sulla cosiddetta ‘emergenza sanitaria’ sono stati addirittura foraggiati con denaro pubblico per fornire soltanto le notizie di Stato”.

Quello che l’associazione chiede al referente provinciale del Governo nazionale è di “saper rappresentare anche queste realtà che sono totalmente oscurate. Il Prefetto deve avere la sensibilità di interpretare le esigenze del territorio e saperle trasferire in alto. Non è un caso se abbiamo intitolato cahier de doléances questo documento che Le consegniamo: non vorremmo che alla fine, se non si manifesta sufficiente consapevolezza, succeda come nel 1789 in Francia…”, suggerisce Dell’Olio. “Fra istituzioni che non rispondono e media che nascondono, la maggior parte del popolo italiano si sta completamente disaffezionando alle rappresentanze  vuote e all’informazione manomessa, e questo è pericoloso: cahier de doléances vuol essere una richiesta di attenzione, perché c’è tutta una parte della popolazione che sta per esplodere, e se avverrà potrebbe farlo anche in maniera incontrollata: prevenirlo è compito del Prefetto!”.

Al centro del colloquio è stato, assieme ai nodi dell’informazione e della democrazia, il tema della scuola. Partendo dall’Università. Daniele Ramadan, accompagnato da Alessandro Pellegrini e Eleonora Falchi, espone con pacatezza e determinazione il punto di vista degli “Studenti contro il greenpass Firenze”: “Noi non siamo dei facinorosi – spiega -. Siamo studiosi, siamo intellettuali. Non abbiamo velleità politiche. Ma abbiamo sentito l’esigenza di andare in piazza come in un’agorà, per sottoporre alla libera dialettica e a un approfondimento le misure adottate per contrastare le sempre nuove emergenze, di cui Coronavirus è solo un piccolo aspetto, e che si susseguiranno come paradigma dominante del potere nei prossimi anni. Il nostro scopo è didattico, educativo. Con le nostre ‘lezioni all’aperto’ abbiamo cercato di sopperire alla mancanza di un vero dibattito culturale circa le emergenze, l’imposizione tecnologica, le agende del potere come Agenda ONU 2030”. E aggiunge: “Ci preoccupa non poco il fatto che in luoghi come l’Università e la scuola in generale si rendano istituzionali quei sistemi di profilazione e controllo, come il riconoscimento facciale o i tornelli meccanici, ecc.  Vorremmo evitare di trovarci nella condizione per cui, con il pretesto di una crisi dopo l’altra, si impongono gradualmente all’interno della società civile strumenti che determinano un controllo capillare del cittadino nonché una forte influenza sulle sue idee. Oggi sono già amara realtà quegli obblighi surrettizi, come il possesso di uno smartphone per poter prenotare un esame, oppure come lo SPID per accedere ai servizi del cittadino. Si tratta di obblighi dal carattere indiretto, come è stato il loro precursore ‘green pass’ dal momento che non c’è una legge che prescrive il possesso degli strumenti tecnologici. Ci sembra altrettanto pericoloso che grandi gruppi privati come Facebook, GoogleAmazon, Microsoft, i quali hanno potere economico immenso, dispongano dei nostri dati tramite il benestare degli enti pubblici come l’Università. Non in ultimo veicolando nuove forme di virtuosità e moralità fittizie quali una pseudo-sostenibilità, una pseudo-ecologia, si sta imponendo istituzionalmente quel sistema di controllo chiamato ‘portafoglio del cittadino’ avente i suoi diritti a punti. Il nostro scopo didattico e politico è rendere i cittadini, soprattutto i giovani, consapevoli, pronti al dibattito e a pensare con la propria testa. Ci piacerebbe che su tutti questi argomenti ci fosse la possibilità di un dibattito pubblico e aperto fra studiosi che in virtù del nostro lavoro svolto fin qui ci veda parte attiva. Dopotutto, la rettrice non ci ha mai risposto!”.

Parole che Dell’Olio così commenta: “Io e Lei, signor Prefetto, apparteniamo a una generazione che queste cose le può capire al volo, intuitivamente, istintivamente. Se dei ragazzi che sono stati allevati invece in questo terribile brodo di coltura tecnologico manifestano disagio  e reagiscono così, questo dovrebbe essere veramente un segnale importante per noi, per la nostra generazione!”.

Al Prefetto viene evidenziato quanto sia irragionevolmente vessatorio l’obbligo all’uso delle mascherine nelle scuole. Ed è stata avanzata la richiesta di intervenire a sostegno delle proposte di collaborazione che Idra indirizzerà alle scuole, come è stato già sperimentato – vanamente – a febbraio con l’Istituto Statale di Istruzione Superiore “N. Machiavelli” di Firenze: “Riteniamo infatti utile, dice il presidente dell’associazione, promuovere opportunità di dibattito aperto, pluralistico, negli stessi ambienti che i ragazzi frequentano quotidianamente, sui loro vissuti, in contesti di classe, interclasse o assemblea, con le altre componenti della comunità scolastica e con esponenti della società civile, testimoni ed esperti, facendo riferimento a dati e documenti-stimolo, come ad esempio – la posizione assunta a Trento, lo scorso febbraio, dal Garante dei diritti dei minori. Con una nota indirizzata alle Autorità amministrative locali, il dottor Fabio Biasi ha manifestato pubblicamente infatti con parole di piombo disappunto e indignazione “per quello che si può definire come un cervellotico ed assurdo meccanismo di controllo sociale (il cosiddetto green pass, nelle sue molteplici declinazioni) […]  che comporta, in un continuo crescendo, gravi, violente ed ingiustificate limitazioni ai diritti fondamentali di tantissimi ragazzi e delle loro famiglie [..]. Il solo pensiero – come è stato fatto ed imposto – di condizionare il diritto allo studio al possesso di un lasciapassare da dover esibire sui mezzi pubblici, nonché per accedere alle attività sportive o culturali, costituisce non solo una gravissima ferita allo spirito della Carta Costituzionale, fondamento primario della nostra organizzazione civile, ma anche un insulto all’intelligenza della generalità dei consociati”.

Poco prima, per strada, a un’insegnante non giovanissima che usciva dal portone del Galileo, il presidente di Idra aveva provato a chiedere che senso ha tutto questo tormento per i ragazzi di ore e ore in classe con le mascherine addosso, se poi, fuori, non servono. E la risposta era stata: “Io, vede, ho sempre lavorato nella scuola coi ragazzi, da fragile, e credo di meritare quindi che si adottino queste cautele…”. Inutile tentare di spiegare che questo terrore non ha fondamenti scientifici: si è ormai radicata una credenza profonda nel racconto dei talk show. Ma forse è almeno il caso di ricordare che – da che mondo è mondo – il futuro dell’umanità si costruisce con la salute, il benessere e la gioia dei bambini, dei ragazzi e dei giovani, e non addestrandoli all’ansia, al distanziamento sociale, alla depressione, in cambio della ‘sicurezza’ di anziani impauriti. Del resto, le reazioni che i ragazzi hanno avuto di fronte ai messaggi scritti dall’uomo-sandwich sono state tangibilmente diverse da quelle di gran parte dei loro educatori. Molti insegnanti non hanno voluto degnare neppure di uno sguardo chi porgeva loro il messaggio o un volantino: quasi si trattasse di un contatto da evitare anche a livello visivo! E questo non sembra descrivere un atteggiamento pedagogico di altissimo profilo: l’educatore cessa forse di nutrire curiosità, interesse, sensibilità, capacità di relazione appena varcata la soglia dell’istituto di appartenenza? Il contrario, dai ragazzi: leggono, parlano, discutono. Qualcuno viene il giorno dopo a salutarmi. E a me che, un po’ distratto, chiedo “chi siete?”, rispondono “ma come! ci siamo salutati ieri!”. E sorridono.

E allora si capisce come e perché questa ‘esemplare’ classe insegnante che ha dovuto/voluto piegarsi all’obbligo di una inoculazione sperimentale abbia potuto sopportare che i ragazzi dovessero a loro volta piegarsi a tutti i protocolli somministrati dal Governo. Un atteggiamento che rivenir voglia di quel messaggio gridato in coro dalle voci bianche di “Another brick in the wall” (Pink Floyd): “We don’t need no education. We don’t need no thought control. Hey! Teacher! Leave us kids alone!.

Si capisce, anche, come sia successo che gli insegnanti ‘ubbidienti’ abbiano potuto accettare un ulteriore vulnus etico e professionale: quello per cui i colleghi che hanno preferito lasciarsi sospendere piuttosto che sottoporsi alla sperimentazione potessero essere ‘riassorbiti’, dopo il 1 aprile, a condizione di sopportare ogni due giorni, a proprie spese di denaro e di tempo, un tampone ‘di sicurezza’, e ciò nonostante siano stati emarginati, dentro le comuni mura della scuola, in ambienti isolati dai ragazzi, dai loro ragazzi, perché portatori di un ‘cattivo esempio’ educativo! Non abbiamo notizia di attività dei maggiori sindacati di contrasto a questa inquietante prova collettiva di gogna materiale e morale.

Ne ha parlato ai microfoni di “RTV 38” venuta a interpellarci al punto stampa seguito all’incontro col Prefetto un insegnante di Idra, Fabrizio Gonnelli, docente di Lettere in un liceo fiorentino, che ha lamentato “la candida spudoratezza con cui diverse figure istituzionali hanno dichiarato lo scopo punitivo delle misure prese nei confronti degli insegnanti ‘non benedetti’ finora sospesi: devono essere tenuti lontani e marchiati come inidonei all’insegnamento, per adesso fino alla fine dell’anno scolastico, ma il segnale di per sé autorizza a preoccuparsi per il futuro”. Ha inoltre tenuto a sottolineare che “se è vero che una fonte di sgomento in questi mesi è stata la scarsissima solidarietà registrata da parte dei colleghi, adesso però non si può negare che molti di loro cominciano a farsi domande e ad esprimere dubbi: Certo non possono, ad esempio, ignorare che proprio in queste ultime due settimane sta assumendo dimensioni preoccupanti una ulteriore assurdità della normativa, o, piuttosto, di una sua interpretazione zelante da parte di molti dirigenti. In conseguenza di questa, infatti, in questi giorni molti docenti non inoculati ma che hanno lavorato in questi mesi con Green Pass da guarigione si trovano, allo scadere appunto dei 90 giorni dalla guarigione, demansionati e allontanati dalla classe. E questo a maggio, con le conseguenze nella didattica che si possono immaginare!”.

Al termine di questo primo incontro, Idra evidenzia alcuni risultati positivi.

-         Le “tre domande educate (e indignate) al Governo: guerra, economia, democrazia” aperta rivolte al premier Draghi, al ministro Di Maio e al ministro Cingolani sono state loro trasmesse dalla Prefettura di Firenze, come cortesemente chiedeva Idra. Non si hanno ancora riscontri. Ma… mai dire mai!

-         Il Prefetto è stato informato e documentato sui contenuti dell’incontro che l’associazione ha avuto l’estate scorsa col predecessore Alessandra Guidi, allora in procinto di trasferirsi a Roma. Al colloquio partecipò anche la capo ufficio di staff della Prefettura per Ordine e Sicurezza Pubblica e Tutela della Legalità Territoriale. Idra presentò un progetto di laboratorio sociale da attuare in una delle piazze ‘critiche’ della città, Santo Spirito, divenuta epicentro di disagi e conflitti, in un quartiere, l’Oltrarno, che conserva tuttavia almeno alcuni dei tratti identitari di cui gran parte della città – trasformata in merce, fondale turistico, business – è stata spogliata a vantaggio di rendite che ne parassitano storia, arte e cultura. Ennesimo caso, la cessione della collina di Belvedere a una fruizione quanto meno impropria: un albergo di lusso in area Unesco, in Costa San Giorgio, dentro due ex conventi medievali. L’associazione – che ha raccolto centinaia e centinaia di consensi qualificati in Oltrarno e su scala nazionale e internazionale perché possa attivarsi piuttosto un progetto partecipato – denuncia da anni che un esito del genere non può che aggravare il processo già da tempo in atto di espulsione della residenza e di desertificazione civile, un contesto nel quale possono solo addensarsi e crescere dinamiche conflittuali come quelle che si son viste esplodere anche nelle cosiddette piazze della movida. In occasione di quel colloquio, fu promesso a Idra di convocarla – al pari di altre espressioni della cittadinanza attiva – ai tavoli di consultazione e di coordinamento sulla legalità e la sicurezza cui la Prefettura partecipa nei Quartieri della città. Ma, da allora, nessun invito è pervenuto all’associazione, né se ne è più avuto più notizia. Proprio i nodi della legalità e della sicurezza rappresentano invece – ha ribadito Idra – la cornice nella quale possono utilmente collocarsi anche le altre espressioni di partecipazione civica. Il Prefetto si è impegnato quindi a dare séguito a quel cantiere di lavoro, riconvocando un incontro specifico con la referente e le associazioni presenti all’incontro odierno.

-         Per la ricorrenza della festa delle Repubblica, il 2 giugno, il dott. Valenti ha anticipato inoltre l’intenzione di realizzare momenti di riflessione e promozione dell’attualità e del valore civile della Costituzione, e sta pensando a quali soggetti coinvolgere. Silvia Bonechi ha quindi proposto per Idra che la Prefettura consideri con attenzione l’importanza del contributo che sono in grado di fornire in questa direzione proprio gli studenti intervenuti al colloquio, che hanno all’attivo così numerose e qualificate agorà pubbliche realizzate nelle piazze della città.

-         Le numerose altre criticità elencate nel documento “Cahier de doléances” saranno infine presto oggetto di nuovi incontri di approfondimento in Prefettura.

 

2.5.'22 - Idra in Via Martelli: Silvia, Girolamo, Marco, Nicola

2.5.’22 – Idra in Via Martelli: Silvia, Girolamo, Marco, Nicola

4.5.'22 - Davanti al Liceo Galileo

4.5.’22 – Davanti al Liceo Galileo



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