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TAV: fake news e Grey Old Deal al comando in Toscana?

Il neo-presidente Eugenio Giani si dice “pronto a usare i fondi europei”, in era Covid, per 12 km di tunnel inutili e dannosi sotto Firenze: sarebbe questa la versione toscana del Green New Deal?

Lo stadio 'Buca Franchi' alla Foster

Lo stadio ‘Buca Franchi’ alla Foster

Applicare al futuro le ricette del passato sarebbe la più sciagurata delle scelte. E invece si proclama “pronto a usare i fondi europei” per bucare due volte Firenze con un progetto TAV vecchio di un quarto di secolo il neo-eletto presidente della Giunta regionale toscana Eugenio Giani. Suona come una grottesca bestemmia, nel bel mezzo della pandemia europea e di un’emergenza climatica che non è certo cessata: non sembra davvero rispondere ai requisiti del Next Generation Eu l’idea di accollare alle generazioni future un supplemento gigantesco di debito in cambio di un’opera inutile, obsoleta, capital intensive e labour saving.

Ma questa, se vogliamo, è ancora un’opinione, un punto di vista…

Il guaio è quando si constata l’ignoranza (latinamente intesa) al governo. Eugenio Giani, già poco credibile in materia di grandi opere da presidente del Consiglio regionale, continua a inanellare favole prive di sostanza. Le ultime due, quelle raccontate nell’intervista di oggi a una testata che si limita a pubblicarlo senza se e senza ma.

Scopriamo così che secondo il neo-presidente, che mette al primo punto del suo programma i cantieri TAV, nella primavera del 2021 arriveranno la talpa e i mezzi pesanti. Qualcuno ha spiegato a Eugenio Giani che la talpa c’è già, e giace inutilizzata da anni sotto terra in quel di Campo di Marte? E che un’altra, prima di lei, era stata sequestrata dalla magistratura per certi difettucci riscontrati dalla Direzione Distrettuale Antimafia, assieme ai conci con cui si sarebbero dovuti costruire quasi 13 km di gallerie sotto la città Unesco, diagnosticati come non perfettamente ignifughi? E che, incidentalmente, si sta celebrando a Novoli un processo di natura penale sulla gloriosa avventura dei cantieri TAV a Firenze? E che l’intero procedimento è stato passato al setaccio da un certo Raffaele Cantone, all’ANAC, che in un’audizione accordata a Idra ammise: “A Firenze è stato fatto un errore a monte. Ma a noi non spetta la valutazione a monte. Sul resto, abbiamo fatto tutto quello che la legge ci dà la possibilità di fare. Del resto, è una vicenda che io ho definito paradigmatica del peggio possibile in Italia?

Ma questo sarebbe il meno: denota soltanto un’imperfetta conoscenza del passato.

Il peggio è quando si guarda al futuro, e si pontifica che la stazione fiorentina sarà al servizio di tutta la parte centrale della Toscana e anche oltre: la useranno gli empolesi come i lucchesi e gli aretini”. Anche i muri sanno (basterebbe averlo chiesto del resto al sindaco di Firenze Dario Nardella, che ebbe qualche anno fa l’impudenza di confessarlo pubblicamente) che la stazione Foster, per il semplice fatto che è stata progettata in un posto sbagliato, rappresenta in realtà un ostacolo piuttosto che un beneficio per tutti coloro che vorranno venire a Firenze, da Parigi come da Empoli, Lucca e Arezzo. Una radiografia impietosa dei danni che la città cara al mondo, patrimonio mondiale dell’Unesco, subirebbe dal riempinento di quella oscena buca scavata dalle parti di Via Circondaria sta scritta, con tanto di dati, numeri e proiezioni, nello studio pubblicato sul sito del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. In sintesi, testuale: “La posizione della nuova stazione ha le seguenti conseguenze: a) trovandosi a circa 1 km da SMN, comporta un corrispondente aggravio di tempi e costi di accesso per i destinati al centro, oltre che un prevedibile cambio di modo (da piedi a TPL); b) tutte le connessioni tra treni AV su Belfiore e altri treni non AV (quindi REG e IC) su SMN, sono perse o comportano un aggravio di tempo”.

Ragion per cui, caro presidente, come sempre, Idra è e resta a disposizione di chi ha bisogno di serietà, oltre che di libertà…, nell’informazione. Nessuno di coloro che hanno preceduto Giani (da Vannino Chiti e Claudio Martini – rei prescritti di danno ambientale ed erariale insieme a tanti altri esponenti della Regione per la TAV in Mugello e a Sesto Fiorentino – a Enrico Rossi) ha mai accettato di riceverla. Vediamo se questa volta il Palazzo si abbasserà – in materia di investimenti nelle opere pubbliche – ad ascoltare la società civile e la cittadinanza attiva!



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