Mega-albergo privato a cinque stelle a ridosso di Boboli patrimonio UNESCO: a cosa è dovuto il (mancato) avanzamento dei lavori?
A volte la democrazia fa strani scherzi… se al piano di sotto non rispondono, magari provvederanno quelli del piano di sopra. E allora l’associazione di volontariato fiorentina Idra ci ha provato! Così, dopo aver atteso invano più di tre mesi, rivelatisi inefficaci anche i solleciti, è tornata a scrivere alla responsabile della Direzione urbanistica, ma questa volta anche al sindaco di Firenze e al presidente della commissione consiliare competente, confidando in un cortese intervento di intermediazione.
Di cosa si tratta?
Argomento semplicissimo e innocente: come mai sono ancora fermi i lavori per il super resort a cinque stelle (vista-Boboli) da costruire in due ex conventi scavando nelle viscere del Poggio (pericolante) delle Rovinate, ai piedi del Forte Belvedere?
Sembrerebbe essere buona regola che il funzionario pubblico interpellato su un tema inerente al suo ufficio fornisca le notizie che il cittadino della stessa repubblica (democratica) richiede. Gentilmente, la segreteria di Urbanistica aveva suggerito all’associazione di dar seguito alla prima istanza inoltrata telefonicamente per mezzo di una lettera elettronica in cui riesporre in via formale motivo e obiettivo della richiesta.
“Come anticipato telefonicamente alla cortese segreteria – aveva scritto allora lo scorso 13 marzo il presidente di Idra alla direttrice di Urbanistica - ci sarebbe gradito poter ricevere un aggiornamento informativo sulle caratteristiche, le cause e le prospettive dell’interruzione dei lavori – di cui riferiscono le cronache – per il resort progettato e approvato nel complesso dei conventi di San Girolamo e San Francesco e del monastero di San Giorgio e dello Spirito Santo, poi Caserma con la Scuola di Sanità Militare, in Costa San Giorgio, Poggio delle Rovinate. Abbiamo partecipato a una seduta del Consiglio di Quartiere 1 aperto svoltasi lo scorso 27 febbraio, ma non è stata fornita al riguardo alcuna informazione dal Presidente né dai Consiglieri del Quartiere che ospita il Centro storico di Firenze. Confidiamo quindi di poter avere da lei, in un colloquio dal vivo o per via telefonica, come Ella consideri più opportuno, le delucidazioni e l’eventuale documentazione afferente lo stato di avanzamento del progetto”.
Ma ad oggi, appunto, nessun riscontro.
Giova sottolineare che l’approvazione del progetto di trasformazione urbanistica in Costa San Giorgio, disegnato sopra e sotto la collina di Belvedere e a ridosso del giardino mediceo di Boboli, ha incontrato negli anni un’opposizione corale e argomentata da parte sia della comunità dei residenti in Oltrarno sia di un’ampia fetta del mondo della cultura, nazionale ed estera (sono raccolte in un dossier le testimonianze di 46 suoi esponenti), e la preoccupata attenzione dello stesso direttore delle confinanti Gallerie degli Uffizi.
Ricordiamo, fra le altre numerosissime iniziative intraprese in tutela di quel quadrante prezioso del centro storico:
- l’audizione in streaming presso la Commissione Territorio e Ambiente del Quartiere 1 il 16 aprile 2021;
- la maratona oratoria civile celebrata sotto Palazzo Vecchio il 28 maggio 2021;
- le attività informative organizzate dai ‘custodi della collina’: la passeggiata SOS Belvedere. Un angolo d’incanto fiorentino da difendere!, proposta il 16 giugno 2021 ai cittadini fiorentini e ai visitatori stranieri, e i due appuntamenti culturali col Liceo Statale “Giovanni Pascoli” di Firenze per il progetto “Come sogniamo Boboli e Belvedere”, realizzati rispettivamente il 30 giugno 2021 sulla collina che ospita Forte Belvedere e il 2 luglio nel giardino mediceo di Boboli;
- l’osservazione tecnica alla variante semplificata al regolamento urbanistico depositata da Idra il 27 settembre 2021, frutto di una collaborazione col prof. Paolo Ventura e il prof. Giovanni Fanelli intessuta tra Parigi, Parma e Firenze, illustrata e argomentata in audizione presso la competente commissione consiliare di Palazzo Vecchio il successivo 1 dicembre.
Persino la Regione Toscana approvò un percorso partecipativo, ‘Laboratorio Belvedere’, promosso in attuazione della normativa dall’associazione Idra. Ma il sindaco e la giunta lo ignorarono, impedendone così la realizzazione: troppo pericolosa forse l’apertura di un dibattito pubblico che, a partire dal caso Costa San Giorgio, potesse mettere in discussione l’intera politica urbanistica della giunta della città patrimonio dell’umanità. Per ‘salvare’ non si sa quale forma, Palazzo Vecchio si limitò a concedere fuori tempo massimo il primo e unico momento pubblico di informazione e di possibile interlocuzione sull’ennesimo progetto anacronistico di turistificazione: avvenne a una settimana dalla seduta del Consiglio comunale che avrebbe inflitto l’ultimo schiaffo alla città, con oltre sei ore di dibattimento e la sentenza annunciata della consegna di Costa San Giorgio a scenari impraticabili.
Oggi, a oltre tre anni dal via libera, quel cantiere deve aver trovato qualche intoppo per strada, se a gennaio, e ancora a marzo, la carta stampata riferisce di uno slittamento dell’avvio dei lavori. Quale ne sia la ragione, apparve impossibile apprenderlo anche dal consiglio di quartiere aperto convocato – e frettolosamente chiuso – a San Niccolò una sera di fine febbraio: né il presidente né i consiglieri risultarono in grado di fornire notizie utili ai cittadini intervenuti.
Di Costa San Giorgio si è continuato in ogni caso a parlare anche nell’ambiente accademico, in occasione della giornata di studio in onore di Gian Franco Di Pietro svoltasi lo scorso 12 marzo presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze. Tema, “La storia come anima del progetto urbanistico”: per l’appunto gli ingredienti – anima e storia – che paiono essere mancati nel contestato iter di avallo del mega resort vista-Boboli.
Adesso, dopo aver indirizzato anche al sindaco e al residente della competente Terza Commissione consiliare “Territorio, urbanistica, infrastrutture, patrimonio” la richiesta di lumi sulle cause dello slittamento dell’avvio dei lavori, si attendono fiduciosamente notizie almeno dai piani alti di Palazzo Vecchio.