Rigassificatore rimandato di 100 giorni: danno erariale in vista?
La Regione persevera nella prepotenza contro la città. Ma potrebbe essere chiamata a risponderne.
Non ne sono bastati 45. Adesso Giani-il-prodigo concede altri 100 giorni per decidere dove andare a far naufragare le risorse pubbliche investite nel sogno impossibile della Golar Tundra da ormeggiare per 3 anni (ma 25 nel progetto-madre) nel porto di Piombino: tempo, denaro, paesaggio, economia, turismo. E sistema nervoso delle popolazioni forzate a subire questa violenza. Sì, perché avere approvato al 100% un progetto di cui si conosce solo il 12% (questo è avvenuto nella conferenza di servizi decisoria chiusasi il 21 ottobre!) è stato un atto temerario. E già quel 12% era e rimane indigesto alla stragrande maggioranza della comunità e dall’intero consiglio comunale. Ma la legalità, si sa, a questa classe politica piace solo come titolo di edificanti elucubrazioni nelle scuole: quando si tratta di praticarla, si preferisce tagliar corto, e ancor più sfacciatamente lo si fa se è possibile travestire il tutto da ‘emergenza’. E la Regione Toscana nell’applicare questa nuova regola aurea è stata maestra: in campo sanitario, energetico. ambientale, urbanistico, persino bellico. Come a Piombino, infatti, a Pisa (base militare di Coltano), in Mugello (cementificazione dei crinali), a Firenze (doppio sventramento TAV).
Ci domandiamo, a questo punto: Piombino sarà la Waterloo di Giani e del suo apparato? Dopo i Cento giorni infatti venne Waterloo. E dopo Waterloo, Sant’Elena: l’esilio perpetuo. Potrebbe capitare a chi tiene il timone di una Toscana istituzionale in rotta di collisione con l’iceberg di una cittadinanza attiva e consapevole, che sta dando forma a una nuova resistenza. Potrebbe succedere che da Piombino scocchi la scintilla della messa al bando definitiva della prepotenza, dell’ipocrisia, della vanità, del cinismo di una classe dirigente incolta, egocentrata e obsoleta, incapace di leggere anche i più elementari dati della realtà.
Noi non sappiamo se e quando questo avverrà, né se sarà il mar Tirreno a dare il segnale. Ma certo in quel popolo della costa si sono condensate e si radicalizzano in questi anni – per ‘sensata esperienza’ avrebbe detto quell’altro celebre pisano – tali e tante consapevolezze che se solo deborderanno da quei confini, se a loro sapranno saldarsi le cento domande di riscatto che salgono da altrettanti territori vilipesi e ingannati, all’amabile corsaro di turno e all’accigliata sua ciurma non rimarrà che Sant’Elena come meta.
Oggi intanto registriamo l’ennesima impudenza. Incapace di costruire attorno all’ ‘emergenza rigassificatore’ una panzana minimamente vendibile, e cioè quella di un investimento gigantesco (una supernave da 330 milioni più 8,8 chilometri di tubi più tutto il corteo di opere propedeutiche) con una prospettiva ridicola (‘soli’ tre anni di incomodo nel porto), al proponente Snam il Palazzo accorda cento giorni aggiuntivi in coda ai quarantacinque (infruttuosi) già elargiti: dopo il regalo di un’autorizzazione strappata dalle mani della città, adesso anche lo sconto dei tempi supplementari per raccontare in cosa consisterebbe l’88 per cento di un progetto approvato al buio. Solo un popolo narcotizzato o terrorizzato potrebbe sopportare un trattamento di questo tipo. Riusciranno i toscani che abitano fra Follonica e Coltano a sopportare ancora a lungo simili condizioni?
Intanto oggi a Roma quattrocento deputati della Repubblica avranno l’opportunità di sapere qualcosa di più su “Il Metodo Piombino – L’Italia oltre la legge”, come Max Civili, giornalista d’inchiesta (incredibile: esiste ancora questo genere!), ha intitolato il docu-film girato con la collaborazione dei comitati cittadini di Piombino che lottano contro l’installazione della nave rigassificatrice nel porto. Alle 12, nella Sala Conferenze Stampa di Montecitorio, avrà luogo infatti in diretta web la presentazione del video reportage, con la parola ai rappresentanti dei comitati cittadini di Piombino.