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Comunicazione

Il 27 febbraio, con la “lettera aperta all’Associazione Idra” che segue, dopo una lunga discussione sviluppatasi nel corso dell’assemblea ordinaria del 18 gennaio e delle successive due assemblee straordinarie del 5 e 18 febbraio, 14 iscritti all’Associazione hanno comunicato il recesso da Idra.

 

Le ultime assemblee hanno evidenziato una insanabile frattura all’interno della Associazione, tanto da portare una significativa parte degli associati ad annunziare il proprio recesso da Idra.

La causa scatenante di tale contrasto è da individuare nella precisa e ostinata volontà del Presidente di portare l’Associazione ad intervenire sul tema della pandemia, delle implicazioni relative al green pass e alle vaccinazioni. In tutte le assemblee svoltesi da gennaio ad oggi è risultato evidentissimo che la quasi totalità degli associati, praticamente ad esclusione del Presidente e di un nuovo associato, è assolutamente contraria ad un intervento dell’Associazione su questo argomento, che se teoricamente potrebbe rientrare fra le tematiche previste dallo Statuto viene tuttavia sentito come divisivo e pertanto lontano da quelli che sono i tradizionali campi di azione e di competenza  di Idra, tanto più che la materia presenta aspetti giuridici, politici e tecnico scientifici molto controversi sui quali neppure gli addetti ai lavori concordano .

La motivazione profonda della grave e sofferta scelta di abbandonare l’Associazione, tuttavia, va oltre il caso specifico.

L’atteggiamento ultimamente autoritario del Presidente, che si rifiuta di accettare le posizioni dell’Assemblea alla quale spetta il diritto/dovere di fissare gli indirizzi per l’azione dell’Associazione, che si vincola a puntigliosi richiami allo Statuto, che vuole comunque imporre la lettura di documenti sul tema che gli associati hanno dichiarato di non voler trattare, ha fatto emergere un vizio di origine del quale fino ad ora non ci eravamo resi conto. Alla prima occasione di vero confronto e dissenso rispetto alle posizioni di Girolamo dell’Olio è apparso chiaro che erano queste ultime che dovevano comunque prevalere, anche a costo di spaccare l’Associazione, anche a costo dell’allontanamento di persone che da sempre o da molto tempo ne condividevano il percorso.

Non è questo lo spirito con il quale si era aderito ad Idra, non è questa la concezione dei rapporti associativi nella quale si credeva. Rendersene conto è stato doloroso, e getta luci diverse anche sul lavoro pregresso. Diventa comunque impossibile proseguire insieme un cammino, laddove il ruolo della maggioranza degli associati viene trattato con  una sostanziale mancanza di rispetto, al di là della correttezza formale e degli inviti a collaborazioni future.

Siamo addolorati di non aver avuto la capacità e la freddezza di gestire la situazione in modo da tutelare Idra, evitandole il rischio di finire coinvolta nel novero dei troppi gruppi che si schierano con diverse posizioni e sfaccettature su queste tematiche. Possiamo solo augurarci che questo non accada e che l’immagine di Idra resti quella che sempre le abbiamo dato, salvaguardando il patrimonio di fiducia e affidabilità che tutti noi, insieme, abbiamo costruito.

Per noi, con profondo rammarico, il percorso non può che finire qui.

Enrica Aliboni

Angelo Baracca

Ezio Campani

Alvaro Company

Sabina Laetitia de Waal

Giancarlo Donati Cori

Nedo Gabbrielli

Giovanna Lori

Rosa Margani

Nicola Pagliaro

Pietro Piussi

Andrea Romagnoli

Giovanni Scalet

Mariangela Sirca

 

Il 1 marzo, il presidente Girolamo Dell’Olio e l’associato Luciano Cipriani hanno così risposto.

 

Care amiche, cari amici,

prendiamo atto con altrettanto rammarico della conferma del Vostro recesso dall’Associazione (annunciato nell’assemblea straordinaria del 18 febbraio) a decorrere dal 27 febbraio, quando avete inviato la “Lettera aperta all’Associazione Idra” a cui qui rispondiamo.

Non troviamo particolarmente generosa, né suffragata dalla storia quasi trentennale di Idra, l’accusa di “atteggiamento autoritario del Presidente”, in quanto tutte le decisioni – dalla fondazione – sono state prese all’unanimità. L’Associazione si è occupata di salute, ambiente, inquinamento, trasporti, politiche sanitarie, sicurezza sociale, tutela dei beni culturali e architettonici, energia, informazione, lavoro, diritti civili e sindacali, danno erariale, memoria storica, adozione attiva del territorio, collaborando via via con realtà impegnate in questo o quel campo, costituendosi anche – laddove si sia rivelato opportuno – parte civile o ad adiuvandum in sede giudiziale. Mai nessun associato ha contestato le iniziative assunte, che risultano essere state costantemente accompagnate invece da espressioni di rinforzo ora morale ora materiale, e da attestazioni di stima per la serietà dell’approccio, l’indipendenza dei giudizi, l’onestà intellettuale.

Quando però è capitato, in queste ultime settimane, che un associato abbia chiesto di far partecipare Idra al dibattito pubblico in corso nel Paese sugli effetti dell’emergenza sanitaria decretata da oltre due anni, e sulle gravi limitazioni dei diritti dei cittadini causate dai provvedimenti eccezionali adottati dal Governo, si è verificato un fenomeno nuovo e inatteso. Benché il tema fosse stato posto dal Consiglio Direttivo all’ordine del giorno di ben due assemblee straordinarie, in entrambi i casi la maggioranza degli associati ha manifestato esplicitamente la volontà di non trattare l’argomento, definito esplicitamente ‘tabù’. E’ stato impedito al proponente – questa, sì, mancanza di rispetto! – non solo di illustrare e di argomentare una proposta aperta di lettera da indirizzare alle autorità istituzionali, ma persino di elaborare, d’intesa con gli associati, un comunicato che riflettesse laicamente le diverse sensibilità presenti al riguardo nell’associazione, e attestasse così che l’Associazione non assiste indifferente all’adozione delle misure restrittive delle libertà che sono state introdotte senza avallo del Parlamento, in rapida successione, a suon di DPCM, decreti legge e questioni di fiducia.

E’ evidente, a nostro avviso, che la pandemia psichica e emozionale che osserviamo nella società in senso lato ha preso anche in Idra il sopravvento, provocando un’improvvisa eclissi dello spirito critico e tranciando in radice la disponibilità al confronto. Se dunque è di atteggiamento autoritario che si deve parlare, è proprio qui – riteniamo – che esso va ragionevolmente cercato. E’ noto infatti che un sistema che scivola verso il  totalitarismo ama promuovere la refrattarietà al dubbio, al ragionamento, all’interlocuzione, e – nel campo delle relazioni – la condanna e la divaricazione sociale.

Dispiace che un fenomeno del genere si sia registrato anche nella piccola ma combattiva pattuglia di Idra. Ma tant’è: occorre prenderne atto e augurarsi che il risveglio tocchi presto anche le menti e i cuori degli ex compagni di viaggio. Ai quali siamo tuttavia grati di aver scelto, fra le possibilità che si prospettavano, l’opzione che permette la prosecuzione dell’impegno di Idra. Sarà nostra cura soddisfare l’auspicio che formula chi ci lascia, e che pienamente condividiamo: ovvero che l’immagine di Idra resti quella che sempre le abbiamo dato, salvaguardando il patrimonio di fiducia e affidabilità che tutti noi, insieme, abbiamo costruito”. L’Associazione resta in ogni caso sempre aperta a chi desideri tornare sui propri passi.

Il titolo associato alla Vostra comunicazione del 27 febbraio ci fa ritenere che sia desiderabile da parte Vostra la sua pubblicazione sul sito web di Idra. Vi chiediamo tuttavia – per non incorrere in errore – un esplicito consenso al riguardo, cortesemente, entro il prossimo martedì 8 marzo.

Girolamo Dell’Olio, Luciano Cipriani

 

Nel ringraziarli per l’importantissimo lavoro svolto in tutti questi anni, Idra esprime agli ex compagni  di battaglie civili e ambientali l’augurio di un proficuo lavoro per il futuro, e il vivo auspicio di un prossimo riavvicinamento in un’ottica di dialogo e conciliazione.



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