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Il vecchio modello turistico-ricettivo non demorde a Firenze? L’indignazione di tanti cittadini

Primo bilancio del tavolo “Laboratorio Belvedere” ieri pomeriggio in Piazza Pitti. Oggi si replica con la raccolta firme fra le 14 e le 17

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Un’adesione ogni 6 minuti. Il tempo per spiegare di cosa si tratta, e poi raccogliere e trascrivere i dati dei firmatari: nome, luogo e data di nascita, residenza, estremi del documento d’identità.

6 minuti in media per registrare, nella maggior parte dei casi,  la diffusa indignazione dei cittadini di tutte le età intercettati durante la passeggiata sotto il Palazzo dei Granduchi: consapevoli e irritati dalla gravità della scelta di avallare l’86 per cento di destinazione turistico-ricettiva in una ex caserma vincolata come bene storico-architettonico Unesco.  Un solo refrain: “Non ci bastano tutti gli alberghi, i bed & breakfast, gli airbnb di cui è stata riempita Firenze? Vogliamo insistere con un modello che era sbagliatissimo ieri, ed è semplicemente assurdo oggi, in piena era Covid?”.

Il contesto è quello della petizione in cui si “richiede di attivare, ai sensi della Legge regionale 46 del 2013, un percorso di conoscenza e confronto pubblico sulla nuova destinazione urbanistica prevista per l’area fra Palazzo Pitti e Forte Belvedere (complesso della ex Caserma “Vittorio Veneto” in Costa San Giorgio), attualmente allo studio degli organi tecnici e delle sedi politiche del Comune”.

Gli stessi militanti di Idra, e i cittadini attivi mobilitatisi attorno a questa singolare variante urbanistica (chiedono appunto di farla conoscere e discutere alla popolazione perché possa dare contributi costruttivi alla progettazione  in un’area così delicata del Centro storico) sono rimasti sorpresi – ieri in piazza Pitti, venerdì in Santo Spirito -  nel constatare negli abitanti un livello così elevato e diffuso di consapevolezza: appena hanno notizia dei contenuti della petizione si precipitano a firmare. E si fermano a parlare, a spiegare, a raccontare i tanti esempi di turismo sbagliato che ha colonizzato Firenze: a loro avviso, tutto da rifondare!

6 minuti in media a persona sono forse troppi di fronte all’esigenza di incamerare in pochi giorni, in regime di pandemia, almeno 400 firme nell’Oltrarno: questa la quota da raggiungere  perché possa partire il progetto partecipativo proposto dalla comunità e accolto dall’Autorità regionale competente. Ma aiutano a cogliere il clima che si respira in città, in tutte le generazioni.

Un segno confortante. L’amministrazione comunale troverà un terreno fertile di disponibilità alla collaborazione costruttiva e alla progettazione condivisa: valori civici che gioveranno a raggiungere l’obiettivo che tutti diciamo di voler perseguire, quello di ridisegnare insieme il futuro di questa città.

Piazza Pitti, firma della petizione per Laboratorio Belvedere, 26.2.'21

Piazza Pitti, firma della petizione per Laboratorio Belvedere, 26.2.’21

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