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Viadotto Autopalio sulla Cassia: le scuse di Idra, ma anche una nuova iniziativa

La lettera di spiegazioni da parte dell’ANAS suscita diversi interrogativi

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Non è vero quello che Idra scriveva il 22 luglio scorso: l’ANAS, sollecitata dal Ministero dopo la segnalazione del 28 maggio sul tema della sicurezza e del decoro del viadotto Autopalio sulla Cassia, aveva risposto in effetti, il 27 giugno, con una mail sfuggita per una svista. Idra chiede quindi scusa per la lettera di rimostranze, ingiustificata, indirizzata all’ANAS e per conoscenza al Ministero e ai sindaci della tratta toscana dell’Autopalio.

Giustificati appaiono tuttavia i motivi di preoccupazione e disappunto che derivano dalla lettura di quella nota di riscontro da parte dell’ANAS. La soluzione per il viadotto che sovrappassa la statale Cassia, infatti, si allontana, e per motivi che meritano – a giudizio dell’associazione –  qualche delucidazione.

A proposito del viadotto “Terme” (impropriamente denominato “Falciani” da Idra, indotta in errore dal cartello stradale nei suoi pressi sulla statale Cassia) si apprende infatti che “i lavori in corso di esecuzione consistono nella demolizione integrale del cordolo e di parte dello sbalzo della soletta e ricostruzione con installazione di barriera di sicurezza a norma”. Ma ci sono delle complicazioni.Durante le fasi di demolizioni si sono riscontrate alcune anomalie per le quali si è resa necessaria una campagna di indagine integrativa per verificare la resistenza del calcestruzzo. Tali indagini […] hanno evidenziato la non rispondenza delle resistenze del calcestruzzo a quelle previste inducendo, di fatto, ad una nuova progettazione dell’intervento”. Come se questo non bastasse, nel contempo si è riscontrata una difficoltà gestionale nei rapporti con l’ATI appaltatrice dei lavori che ad oggi non ne ha consentito la ripresa in variante. Considerando che l’ATI appaltatrice ha eseguito il 94% dei lavori, ANAS ha predisposto la cessazione del rapporto con l’appaltatore e sta allestendo apposita Perizia di Variante da presentare per le autorizzazioni di rito, propedeutica all’appalto dei lavori di completamento che saranno affidati ad Impresa incaricata secondo le procedure degli Accordi Quadro contrattualizzati nei giorni scorsi”. Risultato: “Per i motivi sopra esposti, ed in considerazione dei tempi di esecuzione dell’intervento, Anas prevede di poter ripristinare la struttura entro la primavera 2020”.

A fronte di questo stato dell’arte dei lavori e delle prospettive indicate, Idra ha indirizzato all’ANAS, al Ministero e ai sindaci di Impruneta, San Casciano Val di Pesa, Greve in Chianti e Barberino Tavarnelle una richiesta di rinnovata attenzione.

In particolare, ci si domanda come e perché sia stato possibile verificare soltanto durante le fasi di demolizioni le anomalie rilevate, rendendo dunque necessaria una nuova progettazione dell’intervento. Ci si chiede se l’ANAS disponga di un protocollo di interventi di monitoraggio di routine delle condizioni dell’infrastruttura che avrebbero potuto far diagnosticare per tempo quelle anomalie, e dunque le caratteristiche dell’intervento da effettuare, onde evitare che le criticità scoperte solo in una fase così avanzata di degrado richiedessero un cambio di progetto.

Quanto al tema del rapporto con le imprese incaricate dei lavori, Idra chiede di poter conoscere se il contratto con l’ATI affidataria dell’appalto sia stato risolto e, in caso affermativo, in quale data, per quali motivi ed in che termini, quali conseguenze economiche e procedurali ciò abbia determinato, se risultino aperte pendenze anche giudiziarie con l’ex appaltatore, e da quando si stia allestendo la citata Perizia di Variante.

Ultima istanza, quella di assicurare l’adozione di una procedura di intervento comunque più celere di quella descritta nella nota, tale da permettere di sanare il prima possibile, piuttosto che entro la lontana primavera 2020, il danno anche estetico che deriva dalla visione di un’infrastruttura in simile perdurante stato. Dobbiamo considerare infatti, aggiunge Idra, che la strada statale Cassia, per le località di interesse storico, culturale, economico e turistico che serve, rappresenta un’arteria all’attenzione di un’utenza internazionale. Lo spettacolo di un viadotto nelle condizioni che conosciamo non rappresenta certo un biglietto da vista invidiabile”. E richiama in proposito quanto comunicato il mese scorso dal sindacato Fit-Cisl Toscana, secondo il quale “i cantieri infiniti e le condizioni spesso pessime delle strada gestite da Anas in Toscana sono il risultato di una carenza di personale spaventosa (149 addetti su un organico di 200) certificata perfino davanti al prefetto di Firenze”. Si tratterebbe di “88 cantonieri, 56 operatori, 5 sorveglianti”. Un intervento correttivo tempestivo ed efficace, se le cifre indicate sono rispondenti al vero, contribuirebbe probabilmente anche alla soluzione di questo caso.



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