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ALTA VELOCITÀ: ALTO RISCHIO PER L’ARTE A FIRENZE, CITTÀ UNESCO?

“Parlare di autostrade, di alta velocità e di varianti di valico è purtroppo per l’Italia parlare di distruzione indiscriminata del patrimonio paesistico ed ambientale. Se l’alta velocità è necessaria ed indispensabile, allora dobbiamo pretendere che per il suo passaggio venga scelto sempre il danno minore. Le città d’arte, e tra queste Firenze, devono avere non uno, ma mille occhi di riguardo. Chi studierà il tracciato non dovrà usare il pennarello (che traccia una linea su una carta topografica non tenendo conto di nulla) né dovranno essere tenuti presenti interessi politici locali o nazionali: il bene della collettività deve prevalere su tutto”.

E’ a questa ragionevolissima manifestazione di sollecitudine espressa 24 anni fa dal soprintendente per i Beni ambientali e architettonici Domenico Valentino che Idra si riallaccia nella lettera indirizzata ieri all’attuale Soprintendenza per richiedere un colloquio urgente con i funzionari responsabili per le aree interessate dal tracciato del sottoattraversamento TAV. E cita ancora, Idra, il severo grido d’allarme pronunciato dall’arch. Valentino nella nota inviata al Coordinamento dei Comitati a maggio 1995:

“Nell’attraversamento della città di Firenze, dunque, si deve tenere presente tutto questo. Oggi non è in discussione l’importanza che riveste la centralità di S. M. Novella, ma per il raggiungimento di questo obbiettivo noi non dobbiamo affrontare il problema con troppa superficialità. Per l’attraversamento in galleria della città, concettualmente una violenza che subisce la stessa nelle sue viscere, oltre alle sorprese archeologiche, oltre ai cantieri nel suo interno o nelle sue adiacenze immediate, non deve essere sottovalutato il danno che potrebbero subire i grandi monumenti o le singole abitazioni del centro storico sotto i quali il tunnel dovrebbe passare”.

Il soprintendente così spiegava i rischi all’orizzonte:

“Quello che è accaduto a Roma ad alcuni edifici del centro storico (vedasi quelli attorno a Piazza Vittorio) deve essere di monito. Dopo 15 anni gli edifici attorno alla piazza umbertina sono stati tutti consolidati con interventi finanziari non indifferenti, ed alcuni addirittura sono crollati proprio per gli effetti della metropolitana che in quel punto passa ad oltre 20 metri di profondità. Infatti alle vibrazioni prodotte dal traffico veicolare superficiale si sommano quei microsismi prodotti dal transito dei convogli. Sotto questi effetti le vecchie malte e le pietre già fortemente degradate dal tempo e dall’inquinamento si sconnettono ed allora un domani a cosa serviranno i pentimenti quando complessi monumentali come S. M. Novella o Palazzo Pitti o Palazzo Strozzi od altri dovranno essere puntellati o pesantemente restaurati? Quanto ci sarà costata l’alta velocità? E quali giustificazioni potremmo addurre ai nostri figli?.

Nell’approssimarsi della pubblicazione dell’analisi costi-benefici a cura del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in relazione al progetto Alta Velocità Nodo di Firenze (coi due tunnel, lunghi 6444 metri ciascuno, fra Campo di Marte e Castello, e la faraonica stazione sotterranea “Foster” in zona Macelli Belfiore, a servizio di 2 – due! – binari), l’associazione fiorentina chiede di poter avere “accesso alla documentazione inerente pareri, autorizzazioni e altri atti, provvedimenti o carteggi legati alle fasi di approvazione del progetto di passante AV e/o di interlocuzione coi soggetti coinvolti (Ministeri, Regione Toscana, Comune di Firenze, RFI, contraente generale Nodavia)”. Idra, iscritta al Registro Regionale del Volontariato della Toscana, desidera infatti portare un contributo costruttivo all’analisi costi-benefici. “Chiede quindi, anche, a codesta Soprintendenza notizia circa gli interventi e gli investimenti che essa ha attivato, intende attivare o intende in ogni caso proporre al Ministero dei Beni Culturali perché si provveda preventivamente ad un completo censimento dei beni a rischio e affinché tutti i passaggi nella realizzazione dell’opera non determinino danni di qualche entità al patrimonio artistico, storico, architettonico e paesaggistico della nostra preziosa Firenze”.

 



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