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FIRENZE GREEN: UN ALTRO FILARE DI GRANDI ALBERI SE NE VA

Succede al Romito. Nel rigoroso silenzio di Palazzo Vecchio e della Regione Toscana: non informano, nemmeno rispondono. Ma altre carte parlano: scavi TAV in area ad acclarata alta pericolosità idraulica!

01 - Se ve lo ricordavate cosi, ebbene, dimenticatevelo!

01 – Se ve lo ricordavate cosi, ebbene, dimenticatevelo!

Cantava Franco Fortini: “La terra non respira abbastanza”. E osservava: “La storia del giardino e della città /non interessa. Non abbiamo tempo / per disegnare le foglie e gli insetti / o sedere alla luce candida / lunghe ore a lavorare”. Sembrano versi ritagliati sulla Firenze del terzo millennio, orgogliosamente all’avanguardia – a fin di bene, s’intende! – nella sostituzione semantica e paesaggistica del verde col green.

Ultimo episodio, la cantierizzazione a sorpresa del quartiere del Romito, fra via Crimea e via Cosseria, colpevole di affacciarsi su un torrente che – dopo lustri di carte di progetto ammuffite nei cassetti degli organi tecnici – improvvisamente è chiamato a un ‘adeguamento idraulico’ immediatamente esecutivo.  Nessun dibattito pubblico ha permesso di conoscerlo, valutarlo, discuterlo, eventualmente contestarlo. Anche chi – come Idra – studia e segue dagli esordi la vicenda, e ha tentato di portare un contributo, di interferire costruttivamente rivolgendosi alla Direzione difesa del suolo e protezione civile della Regione Toscana, si è trovato di fronte il classico muro di gomma (si aspetta un riscontro da gennaio).

Fino al giorno in cui, il 14 luglio, qualcuno ha scritto all’associazione lanciando l’allarme: sono arrivati i camion e le gru e le barriere e le soste vietate! Messaggio chiaro: il quartiere è accerchiato, c’è solo da arrendersi!

02 - Buongiorno!, 1

02 – Buongiorno!, 1

03 - Buongiorno!, 2

03 – Buongiorno!, 2

04 - Accerchiamento (1)

04 – Accerchiamento (1)

05 - Accerchiamento (2)

05 – Accerchiamento (2)

06- Accerchiamento (3)

06- Accerchiamento (3)

Persino all’ultimo appello rivolto a questo punto al sindaco e alla Regione per poter almeno leggere le carte del progetto non si registra risposta!

All’art. 2 del suo statuto c’è scritto, alla voce ‘finalità’, che Idra “svolge interventi e servizi finalizzati alla salvaguardia e al miglioramento delle condizioni dell’ambiente e all’utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali”. E allora, pur nel clima orwelliano che ci avvolge, dove verità è bufala, pace riarmo, salute fobia, normalità emergenza, natura artificio, Idra continua a informare, coi mezzi che può, serenamente consapevole che telecamere, microfoni e taccuini allineati e coperti non verranno meno al compito di censurare.

Che succede dunque fra il ponte del Romito e l’ampio fascio ferroviario che entra ed esce da Santa Maria Novella?

Si prepara l’eliminazione di un filare di splendidi platani. Piantati decenni fa, hanno offerto ombra e riparo a generazioni di fiorentini e non solo.

07 - Il primo filare di platani condannato, 1

07 – Il primo filare di platani condannato, 1

08 - Il primo filare di platani condannato, 2

08 – Il primo filare di platani condannato, 2

I residenti che incrociamo sgranano gli occhi: all’oscuro di tutto, impreparati! Una cosa è certa: ‘Con questi bambini e i loro trabiccoli e le borse della spesa, adesso mi tocca parcheggiare la macchina a 500 metri da qui, perché all’improvviso ci hanno chiuso! Mi hanno detto: vai dal sindaco e diglielo. Ma io non posso perdere un giorno di lavoro per andare dal sindaco. Dovrebbe essere il sindaco, credo, il Comune, a informarci e a spiegarci. Non sappiamo nulla di quello che hanno in mente di fare. E quanto tempo durerà. E a che scopo’.

‘Ma nemmeno una riunione hanno fatto, con gli abitanti?’

‘Sì, una, mi hanno detto, l’hanno fatta le Ferrovie, ma non lo sapeva nessuno’, lamenta un altro ospite di questo folta e fitta comunità. Ma, a cercarne traccia sul portale, si trova solo un titolo, senza altri dati.

Del resto, quale miglior momento del mese di luglio per regalare a chi si è permesso una vacanza la sorpresa green al ritorno? A Milano, la chiamerebbero forse rigenerazione urbana

Di platani da abbattere sul lato Cosseria, di fronte ai palazzi, ne contiamo sedici. Tutti, tranne uno, maestosi e apparentemente robusti. Attorno a loro, una ricca nicchia ecologica destinata a sparire, assieme alla piacevolezza del microclima che assicuravano. Pretese abbastanza assurde, probabilmente, in una città che ha dimostrato di perseguire ben altri e prestigiosi traguardi!

12 - Garzetta, 1

12 – Garzetta, 1

13 - Garzetta, 2

13 – Garzetta, 2

Sull’altro lato del Mugnone, dice qualcuno, dovrebbe saltare anche il filare di lecci e cipressi a ridosso dell’alto muro arginale. Un lembo di città che era chiamato, una volta, ‘Boschetto della Rimembranza’, prima che lì si abbattesse agli inizi del terzo millennio la scure delle opere propedeutiche a Sua Maestà l’Alta Velocità: il raddoppio del sottopasso stradale del viale Strozzi, il nuovo cavalcavia che dalle rampe del Romito sovrappassa il viale, il doveroso corollario di danni al patrimonio arboreo storico del quartiere. Quanto alla ‘vecchia’ strada che scendeva dal Romito verso il centro, il nuovo progetto l’ha trasformata in un’ardita serpentina, con doppio tornante, e un’avventurosa immissione sul movimentato viale Strozzi.

09 - Il secondo filare di lecci e cipressi, sul lato opposto

09 – Il secondo filare di lecci e cipressi, sul lato opposto

10 - Boschetto della Rimembranza

10 – Boschetto della Rimembranza

11- L'ardita serpentina

11- L’ardita serpentina

Ora, chi segue da un po’ di tempo per mestiere civile questa caparbia trentennale sfida della TAV fiorentina sa che sotto l’ampio delicato fascio ferroviario dei treni che entrano ed escono da Santa Maria Novella si dovrà scavare un quarto foro accanto ai tre già esistenti. Dovrà accogliere le acque del Mugnone tutte le volte che il torrente deciderà di andare in piena e rischiare di far tappo ai ponti (come al Romito, l’ultima volta, nel 1992). Chissà però se un fornice in più aiuterebbe davvero a prevenire le esondazioni: parrebbe più saggio infatti mettere in sicurezza tutto il torrente, manutenere la sua collina, restituire spazio, economia e dignità alla sua campagna, da Vetta alle Croci in giù. Non sembra che il lontano sgrigliatore al Manzolo (Fiesole) sia bastato a evitare ai passeggeri delle Frecce Rosse e degli Italo, alle Cure, lo scorso 28 gennaio e, a ruota, il 14 marzo,  l’emozione di vedersi lambiti dalla furia delle acque già care a Calandrino. Un gesto di cultura civile e ambientale, un procedimento di urbanistica partecipata, risparmierebbe magari al Romito quest’annunciato sconvolgimento.

14 - Sgrigliatore al Manzolo, Pian di Mugnone, Fiesole

14 – Sgrigliatore al Manzolo, Pian di Mugnone, Fiesole

Non sembra aver considerato urgente questo ‘adeguamento idraulico’, comunque, l’enorme scavo in corso a valle del fascio ferroviario, fra viale Corsica e via Circondaria, per la stazione sotterranea Foster, tuttora incompleto ma temerariamente ubicato nella zona a più elevato rischio idraulico del quartiere, classificata nelle carte del Piano di Protezione Civile del Comune di Firenze come a ‘pericolosità alta’. Si è provveduto per un’infrastruttura così delicata ad effettuare una valutazione di impatto ambientale? Neanche per sogno! Il sistema-Grande-Opera-a-tutti-i-costi si è fatto bastare la VIA realizzata 26 anni fa per un altro progetto poi accantonato, la stazione Zevi, che giaceva però ad alcune centinaia di metri dal Mugnone, in un’area classificata a pericolosità né alta né media, bensì bassa! Dove guardavano la giunta comunale e quella regionale quando hanno avallato questo azzardo? Che precauzioni hanno adottato tutte le giunte successive? E a cosa servono i decreti sulla sicurezza delle gallerie ferroviarie se, persino nello scavo con le due frese fra Campo di Marte e Castello, se ne disattendono le prescrizioni, come sono gli stessi Vigili del Fuoco di Firenze ad attestare nero su bianco? Un documento che non cessa di scottare. Vorrà qualche magistratura accertare tempestivamente questi fatti?

15 - Città di Firenze, Piano di Protezione Civile, Rischio idraulico, 9.10.'24

15 – Città di Firenze, Piano di Protezione Civile, Rischio idraulico, 9.10.’24

16 - Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Firenze, Risposta PEC a Idra, 24.7.'23

16 – Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Firenze, Risposta PEC a Idra, 24.7.’23

Fatto sta che anche uno degli ultimi angoli di vivibilità locale urbana sta perdendo qualità e attrattività. Se il centro storico è stato svuotato dei suoi abitanti naturali, rimpinzato di forzati del turismo mordi, selfie e fuggi, del resto, perché mai la rendita di posizione che il marchio Firenze garantisce sul mercato internazionale dell’immagine non dovrebbe orientare le scelte urbanistiche anche fuori dalla cintura dei viali?

 

17 - Ponte del Romito sul Mugnone. Viale Filippo Strozzi direzione Viale Giovanni Milton, ai primi del '900

17 – Ponte del Romito sul Mugnone. Viale Filippo Strozzi direzione Viale Giovanni Milton, ai primi del ’900

Abbondante corredo fotografico sul profilo Facebook dell’Associazione



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