Associazione di volontariato Idra

iscritta al Registro Regionale del Volontariato della Toscana per la promozione e la tutela del patrimonio ambientale e culturale

Tel. e fax  055.233.76.65; e-mail  idrafir@tin.it; web  http://associazioni.comune.fi.it/idra/inizio.html

 

COMUNICATO STAMPA       Firenze, 13.2.’09

 

GUAI TAV IN PILLOLE

stralci della requisitoria

che i Pubblici Ministeri Gianni Tei e Giulio Monferini

hanno pronunciato al processo in corso presso il Tribunale di Firenze

a carico dei costruttori della TAV fra Firenze e Bologna

 

 

Ventiquattresima puntata:

“Le associazioni ambientaliste, per il loro sapere,

sono finite con il fare la figura delle Cassandre.”

 

 

TRIBUNALE DI FIRENZE

SEZIONE MONOCRATICA

 

DOTT. ALESSANDRO NENCINI        Giudice

 

Procedimento penale n. 535/04 R.G.

 

Udienza del 10 aprile 2008

 

 

Requisitoria del Pubblico Ministero dott. Gianni Tei

[Stralcio n. 24]

 

 

“LE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE IN EFFETTI SAPEVANO, MA NON PERCHÉ QUALCUNO AVESSE SPIEGATO LORO QUALCOSA, MA SOLO PERCHÉ SI ERANO STUDIATE LE CARTE”.

 

 

10) TUTTI SAPEVANO TUTTO. OVVERO IL RUOLO DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI.

 

 

LE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE

 

Ancora peggio se si va a vedere la situazione per le associazioni ambientaliste.

Le associazioni ambientaliste in effetti sapevano, ma non perché qualcuno avesse spiegato loro qualcosa, ma solo perché si erano studiate le carte. Il bello è però che le associazioni ambientaliste, per il loro sapere, e per come già detto, sono finite con il fare la figura delle Cassandre. Non solo non sono state ascoltate dalle amministrazioni competenti, ma è stato anche negato che sarebbe accaduto quanto da loro previsto, ogni volta minimizzando e sminuendo i possibili impatti dell’opera. In altre parole, e con le parole di Annigoni di Italia Nostra, le associazioni ambientaliste nel loro operare a tutela dell’ambiente si sono scontrate con un muro di gomma in ogni sede nazionale, tanto da doversi ridurre a tentare la carta dei ricorso alla Corte di Giustizia Europea.

Teste Annigoni Benedetto - Ma noi, i nostri interlocutori erano le istituzioni. Noi non abbiamo mai avuto rapporti con la CAVET, o con i diretti esecutori dell'opera. E devo dire che, per quanto mi risulta, questi rapporti anche con le istituzioni non sono stati particolarmente facili. Cioè, quello che io posso testimoniare per averlo vissuto, è una certa reticenza, il famoso muro di gomma, insomma, ecco.

Teste Annigoni Benedetto - Noi abbiamo fatto ricorsi alla Magistratura, almeno due ricorsi, due esposti. E come Italia Nostra e Idra abbiamo fatto anche un ricorso alla Corte Europea.

Pubblico Ministero - Alla Corte Europea. Ecco, si ricorda quale fosse il nocciolo delle vostre argomentazioni?

Teste Annigoni Benedetto - Ma sì, mi ricordo che il nocciolo delle nostre argomentazioni, per il primo esposto era la mancanza di qualunque garanzia per quanto riguardava la sistemazione dei rifiuti, diciamo di scavo e la loro tossicità, o meno. Nel secondo esposto noi abbiamo fatto praticamente un collage di atti pubblici, dal quale risultava una serie di responsabilità oggettive da parte delle istituzioni, nell'aver avallato e voluto questo intervenire pesante sul territorio, secondo quelle modalità con cui poi è stato realizzato. Alla Corte Europea siamo ricorsi, non trovando nessun modo di far valere le nostre ragioni in sede nazionale.

E ciò nonostante che le associazioni ambientaliste avessero previsto e tecnicamente motivato molti degli eventi poi di fatto verificatisi.

Teste Annigoni Benedetto - Ma, per esempio, voglio dire, proprio sulla base delle indicazioni fornite dai membri di Italia Nostra competenti in materia, noi sostenevamo, abbiamo sempre sostenuto che scavando a quella quota con quei criteri di scavo e quel tipo di terreno, cioè con quelle determinate caratteristiche geologiche, si sarebbe verificato quello che poi si è verificato. Cioè, mi risulta anche il monitoraggio è avvenuto sulla... una distanza di 300 metri alla linea di scavo. E noi avevamo previsto che questi danni si sarebbero verificati su una ben più ampia distanza, coinvolgendo il territorio ben più ampio, dato il carattere geologico di quella zona, così come ci era stato illustrato dai nostri membri competenti in materia, come appunto Malesani, o lo stesso presidente.

Pubblico Ministero - Quindi, se... per sintesi - mi corregga però se sbaglio, perché... si può rilevare, allora, sin dall'origine una discrepanza tra gli effetti dell'opera che voi avevate previsto e segnalato e tra quelli che vi venivano prospettati?

Teste Annigoni Benedetto - Certo. Non a noi. Veniva prospettato un impatto ambientale assolutamente inferiore e marginale. Addirittura il discorso delle acque già alla conferenza dei servizi che dette il via poi all'accordo dei vari Comuni del Mugello che fino ad allora s'erano opposti, il problema delle esposti, il problema delle acque era marginale, era considerata una cosa marginale. Mentre per noi rappresentava il pericolo maggiore.

 

Quindi le associazioni ambientaliste sapevano tutto.

E allora? Non è forse una prova a carico, non aggrava forse la posizione degli imputati non aver voluto tenere conto di quello che queste sostenevano?

 

back