Firenze, 9

Giugno 2001

AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

AL MINISTRO DELL'AMBIENTE

AL PARLAMENTO EUROPEO

I SOTTOSCRITTI

residenti, domiciliati, frequentatori o estimatori dell'area della storica Badia di Moscheta e della pregiata Valle d'Inferno, nel Comune di Firenzuola (FIRENZE)

preoccupati per l'impatto che i cantieri Alta Velocità ferroviaria TAV hanno prodotto sulla salute e la qualità della vita dei cittadini residenti e ospiti, e per i danni ambientali provocati presso la Badia di Moscheta dalla finestra di cantiere "Osteto", allagata e abbandonata dai costruttori del tunnel Alta Velocità dopo che da essa sono fuoriusciti a partire da giugno 1999 centinaia di migliaia di litri di acqua di falda, che - transitati dal cantiere - hanno inquinato il torrente Veccione nell'attigua Valle d'Inferno, meta di frequentati itinerari di trekking storico-naturalistici;

consapevoli dei danni anche economici che la cantierizzazione TAV ha prodotto e continua a produrre nell'area, interessata da attività di escursionismo e agriturismo, e oggetto di investimenti pubblici anche della Comunità Europea (il "Centro di documentazione ambientale" di Moscheta) per la valorizzazione delle risorse naturali e culturali presenti;

in seria apprensione per l'annuncio, da parte dell'Osservatorio Ambientale istituito presso il Ministero dell'Ambiente, della previsione che le sorgenti della Badia di Moscheta e di Felciaione saranno prosciugate ad agosto 2001, con danno irreversibile per risorse ambientali storiche;

CHIEDONO

che il Governo Italiano e l'Unione Europea intervengano perché la cantierizzazione TAV sia sospesa fin tanto che non saranno state individuate metodologie di scavo o alternative di tracciato in grado di evitare inquinamento e interferenze irreversibili con le risorse idriche dell'area, designata dalla Regione Toscana come "Sito di Importanza Comunitaria" (SIC 37) ai sensi della Direttiva europea 92/43/CEE "Habitat", per il suo particolare pregio ambientale (Deliberazione del Consiglio Regionale della Toscana n. 342 del 10/11/1998: "Una delle aree più importanti a livello regionale per la conservazione di numerose specie ornitiche minacciate legate agli ambienti agricoli tradizionali (Ortolano, Calandro, Quaglia). Utilizzata come area di caccia da numerose specie di rapaci, alcune delle quali nidificanti in siti adiacenti. Presenza di corsi d'acqua scarsamente disturbati, con formazioni ripariali basso-arbustive a dominanza di Hippophaerhamnoides ssp. fluviatilis, che ospitano specie ittiche autoctone legate ad ambienti di qualità. Da segnalare tra i Mammiferi la presenza di Canis lupus e tra gli invertebrati il Lepidottero Callimorpha quadripunctaria").