Associazione di volontariato Idra

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per la promozione e la tutela del patrimonio ambientale e culturale

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Firenze, 22.7.'04

 

 

Al Sindaco

 

per conoscenza:                       Al Presidente del Consiglio Comunale

Ai membri del Consiglio Comunale

 

COMUNE DI FIRENZE

 

 

 

OGGETTO: Progetti di Alta Velocità ferroviaria a Firenze: richiesta di un intervento di chiarimento e di aggiornamento informativo.

 

 

 

Gentile signor Sindaco,

 

 

in un comunicato stampa di Palazzo Vecchio del 20 luglio scorso, dal titolo “Lavori dell’Alta Velocità, i materiali viaggeranno sul “corridoio” ferroviario attrezzato”, si leggeva questa precisazione dell’assessore all’Urbanistica del Comune di Firenze Gianni Biagi sul tema del trasporto dello smarino prodotto dai lavori di scavo per l’Alta Velocità (3.800.000 metri cubi, stando ai dati forniti dal Ministero dell’Ambiente nel Parere n. 292 del Ministero dell'Ambiente sul progetto di penetrazione urbana di Firenze da parte della linea TAV): “I materiali di scavo e quelli per costruire la nuova stazione dell’Alta velocità viaggeranno sul “corridoio” ferroviario attrezzato attualmente in corso di realizzazione tra Rifredi e Belfiore”.

Apparentemente tranquillizzante, la dichiarazione va letta tuttavia con attenzione, ci pare, dato che fa riferimento alla sola stazione. Essa non sembra applicabile all’intera cantierizzazione per il nodo fiorentino dell’Alta Velocità. Qui, infatti, all’associazione di volontariato ecologista Idra risulta un’importante e immediata eccezione alla formula “tutto su ferro”: stando al progetto presentato da Italferr SpA, sia i materiali di scavo che quelli da costruzione per lo “scavalco di Castello” (ultima variante al progetto Alta Velocità approvato nel marzo ’99) saranno trasportati su gomma, in gran parte su automezzi pesanti da 22 tonnellate ciascuno, con destinazione Rifredi (dove andranno i materiali di approvvigionamento) e ex-miniera di Santa Barbara in Valdarno, a cavallo delle province di Firenze e di Arezzo (dove andranno i materiali di risulta). Grossi problemi, dunque, in vista per la circolazione - già congestionata - su strade e autostrada, e per la salute dei cittadini che abitano lungo i percorsi dei camion.

Vediamo cosa ci dicono le fonti, ossia lo Studio di Impatto Ambientale e le relazioni di Italferr SpA per l’opera di “scavalco” fra Rifredi e Castello.

        “Tutti i materiali verranno approvvigionati al cantiere mediante trasporto su strada. Ipotizzando di impiegare betoniere da 9 mc la fornitura del quantitativo complessivo di calcestruzzo determinerà circa 10.000 viaggi di autobetoniere [...]. Per quanto riguarda l’acciaio [...], ipotizzando trasporti su autocarri con capacità di 30 tonnellate si ottengono circa 330 viaggi. Per gli inerti per rilevati, ipotizzando l’impiego di autocarri da 22 mc si ottengono circa 1400 viaggi” (Italferr, Imbocco Nord-Rifredi – Opera di scavalco, Studio di Impatto Ambientale, Sintesi non tecnica, pag. 12).

        “I principali materiali di risulta sono costituiti: dallo smarino derivante dagli scavi (pari in totale a circa 307.000 mc); dai fanghi di risulta della costruzione delle paratie; dai detriti di demolizione derivanti dall’abbattimento dei fabbricati interferenti. Tutti i materiali di risulta verranno movimentati mediante autocarri [...]. Nel complesso i quantitativi dei materiali sono tali che per le sole terre da scavo si può prevedere la necessità di un numero totale di circa 14.000 viaggi eseguiti con autocarri da 22 mc per il periodo complessivo di oltre 3 anni di costruzione dell’opera” (Italferr, Imbocco Nord-Rifredi – Opera di scavalco, Studio di Impatto Ambientale, Sintesi non tecnica, pagg. 12-13).

        “Il materiale di smarino nell’area del cantiere Rifredi verrà movimentato mediante mezzi gommati, così come per l’approvvigionamento dell’acciaio si utilizzeranno autocarri e bilici, ed autobetoniere per la fornitura di calcestruzzo” (Italferr, Passante A.V., Nuova sistemazione a P.R. del tratto Castello-Rifredi, Relazione di cantierizzazione, pag. 8).

        “Il luogo di deposito del materiale di scavo è stato individuato presso la ex cava di lignite delle Bricchette, presso la centrale Enel di S. Barbara nella zona di S. Giovanni Valdarno” (Italferr, Passante A.V., Nuova sistemazione a P.R. del tratto Castello-Rifredi, Relazione di cantierizzazione, pag. 8).

 

Idra si domanda, signor Sindaco: non sarebbe il caso, quando si parla di Alta Velocità a Firenze, tener conto anche dello scavalco di Castello (chiamato tecnicamente “Passante A.V., Nuova sistemazione a P.R. del tratto Castello-Rifredi”)? Non rientra esso a pieno titolo nei lavori dell’Alta Velocità?

A giudicare dal titolo e dai contenuti a noi parrebbe di sì.

Al punto che l’“Integrazione Accordo procedimentale del 3 marzo 1999”, che siamo stati in grado di leggere solo in questi giorni, e che reca la data del 23 dicembre 2003 e la firma di RFI, Regione Toscana, Provincia di Firenze e Comune di Firenze, all’articolo 5 (Materiali di risulta), così recita: “Per quanto riguarda l’imbocco Nord, compresa l’opera di scavalco (...) il trasporto dei materiali di scavo e l’approvvigionamento dei materiali potrà essere effettuato con mezzi gommati sulla base di un apposito piano di mobilità approvato dal Comune di Firenze”.

A questo riguardo la nostra associazione, alla luce della ricerca svolta sulla Rete civica del Comune di Firenze allo scopo di ricostruire le comunicazioni ufficiali di Palazzo Vecchio inerenti lo “scavalco” di Castello e l’Atto integrativo all’Accordo procedimentale, gradirebbe porLe alcune domande.

        Come mai i contenuti concreti di questa importante variazione agli accordi del ’99, che influenza la salute e l’ambiente, non sono stati resi pubblici in modo chiaro e completo?

        E’ opportuno continuare a comunicare genericamente alla città che “i materiali di scavo e quelli per costruire la nuova stazione dell’Alta velocità viaggeranno sul “corridoio” ferroviario attrezzato” (come si legge ancora nel comunicato di Palazzo Vecchio del 20 luglio scorso) e omettere che una delle prime opere in cantiere – lo scavalco, appunto, programmato per la durata di 41 mesi con termine entro settembre del 2008 e inizio, dunque, nei primi mesi del 2005 – incolonnerà sul territorio fiorentino e fino alla provincia di Arezzo lunghe teorie di camion?

        E’ produttivo informare la città (si veda il comunicato di Palazzo Vecchio del 2 gennaio 2004, a valle della firma dell’Integrazione all’Accordo procedimentale) limitandosi a scrivere che “per lo scavalco invece sarà messo a punto un piano di smaltimento ad hoc”, senza riferire che l’accordo sottoscritto prevede l’autorizzazione a un massiccio trasporto su gomma?

        E’ appropriato, nel relazionare al Consiglio comunale, non menzionare l’accordo per il trasporto su gomma dei materiali in entrata e in uscita dall’Imbocco Nord, che è parte così significativa dell’Atto integrativo, e dichiarare invece che “in occasione della conferenza dei servizi del 23 dicembre sono stati confermati i precedenti accordi, anzi è stato firmato un atto integrativo dell'accordo procedimentale che nel merito ha alcuni ulteriori vantaggi per la città, per l'Amministrazione comunali e per l'area fiorentina”e che “si confermano gli impegni per quanto riguarda il trasporto del materiale di scavo alla miniera di Santa Barbara o altrove ma comunque sempre attraverso il trasporto ferroviario” (si veda il comunicato di Palazzo Vecchio del 19 gennaio 2004, col testo dell’intervento dell’assessore all’Urbanistica)?

        Quanto è ragionevole che, di fronte a un’opera la cui cantierizzazione capovolge i criteri  di garanzia adottati per il trasporto dello smarino da parte della conferenza di servizi del ’99, si arrivi a dichiarare (ibidem): “Non credo che le caratteristiche tecniche e funzionali dell'opera di scavalco siano tali da necessitare una valutazione di impatto ambientale”? Quanto è prudente a questo punto definirla (ibidem) “un'opera che non potrà non essere approvata dalla commissione di valutazione di impatto ambientali per gli evidenti miglioramenti del sistema ferroviario”?

 

Sulla scorta di quanto qui documentato chiediamo a Lei, signor Sindaco, un intervento di chiarimento dettagliato, a beneficio del Consiglio comunale e dei cittadini:

a)          sulle garanzie di correttezza e completezza dell’informazione che l’Amministrazione intende offrire alla città;

b)         sulle modalità di trasporto dei materiali da costruzione necessari alla realizzazione dei due tunnel AV e all’allestimento dei cantieri;

c)          sulle caratteristiche e l’utilizzazione della “pista” (camionale?) di raccordo fra il cantiere di Rifredi e quello della nuova stazione ai Macelli, annunciata dall’Amministrazione il 20 dicembre 2003;

d)         sull’ubicazione dei campi base dei lavoratori;

e)          sullo stato di avanzamento degli impegni sottoscritti da RFI con Comune, Provincia e Regione il 23 dicembre 2003.

 

 

Il presidente

Girolamo Dell’Olio

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