Associazione di volontariato Idra

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totale n. 2 pagine (inclusa la presente)

 

Firenze, 9.7.’07

 

Sen. Anna DONATI

Presidente VIII Commissione (Lavori pubblici, comunicazioni)

Senato, Piazza Madama

00186 ROMA

 

 

OGGETTO:

1.       Consegna di un Libro Bianco sul Nodo AV/AC di Firenze e sulla tratta TAV Bologna-Firenze;

2.       Richiesta di audizione sul Nodo AV/AC di Firenze.

 

 

 

Gentile Presidente,

 

 

nella circostanza dell’odierno convegno “TAV a Firenze ... Quale Progetto?”, organizzato dai Verdi nella Sala “Affreschi” del Consiglio Regionale della Toscana, Le consegniamo il Libro Bianco prodotto dalla nostra Associazione sul Nodo ferroviario fiorentino e sulla tratta TAV Bologna-Firenze, già trasmesso lo scorso settembre 2006 ai ministri dell’Ambiente, dei Trasporti e delle Infrastrutture.

Confidiamo che esso possa costituire un’utile chiave di lettura del Documento di Programmazione Economico-Finanziaria all’attenzione della Commissione da Lei presieduta.

 

Attraverso questo Libro Bianco l’associazione che rappresento auspica di poter contribuire a far invertire alla nave del nostro Paese la rotta sciagurata che ha fatto accumulare negli ultimi decenni debiti spaventosi di cui dovranno farsi carico le future generazioni.

Non bastano forse a richiedere le necessarie cautele l’incertezza e le difficoltà alle quali i nostri giovani sono esposti quando cercano lavoro, quando cercano casa, quando immaginano il proprio futuro e – perché no – la propria vecchiaia? E’ saggio continuare a proporre politiche di spesa pubblica scientificamente incontrollata lungo l’orizzonte temporale pluriennale che caratterizza un DPEF, investendo in opere come la TAV che hanno macroscopicamente dimostrato, conti alla mano, di ingigantire il debito pubblico e di mettere il nostro Paese in difficoltà con le stesse esigenze di bilancio dettate dall’Europa?

Qualche giorno fa si è rivolto al premier Romano Prodi il presidente della Giunta regionale toscana Claudio Martini, per sollecitare l’erogazione completa dei fondi che il Governo stanziò nel lontano 2002 allo scopo di iniziare a ‘rammendare’ (stonerebbero verbi più ottimistici) le gravi e irreversibili ferite ambientali provocate nel territorio del Mugello dalla cantierizzazione per l’Alta Velocità. Una “grande (?) opera” che ha visto lievitare l’impegno finanziario dell’erario dai 2.100 mld di vecchie lire (annunciati come investimenti al 60% privati) agli oltre 10.000 mld attuali (quando ancora la tratta è lungi dall’essere terminata in condizioni che garantiscano un esercizio in sicurezza), attestati dai conti ufficiali (che qualcuno considera tuttavia ancora alquanto sottostimati). Il presidente Martini non ha soltanto chiesto, nella lettera al premier, i 15 milioni di euro impegnati nel 2002 e non ancora erogati: ha anche prospettato la necessità urgente di disporre di altri 40 milioni di euro, necessari ai lavori di ricucitura ambientale in un Mugello che ha continuato a subire – dopo il 2002 - i colpi del dissesto ambientale TAV. Secondo i periti della Procura di Firenze, che hanno depositato una propria relazione al processo in corso presso il Tribunale di Firenze a carico delle imprese costruttrici della tratta TAV Bologna-Firenze, i danni ambientali reali ammonterebbero fino ad oltre un miliardo di euro!

Ebbene: a fronte dell’evidente enormità dell’impatto della TAV e della palese scarsità di risorse, che non permette di disporre neppure dei primi “spiccioli” necessari a curare l’ambiente e le economie ferite dalla cantierizzazione nel nostro territorio, suonerebbe davvero come un controsenso, un autentico paradosso,  la scelta di impegnare quantità assai più significative di denaro pubblico in opere come il sottoattraversamento AV di Firenze (in questo caso sono in gioco infatti parecchie centinaia di milioni di euro), che promettono di incidere in maniera assai critica - e per un lunghissimo arco temporale - sulla vivibilità, la sicurezza e l’economia della città e della sua area metropolitana, nonché sullo stesso erario. Ciò in virtù del fatto che l’architettura finanziaria del progetto di doppio sottoattraversamento (grazie al meccanismo apparentemente autolesionista, per lo Stato, del general contractor) è analoga a quella – sistematicamente dissipativa – che ha propiziato la realizzazione lenta, onerosa e devastante della tratta TAV fra Bologna e Firenze, già demolita e ricostruita in più punti prima ancora di essere inaugurata!

Riteniamo che sia arrivato il momento di considerare con l’attenzione che meritano, mai loro riservata, le alternative progettuali in grado di soddisfare le esigenze di modernizzazione, economicità, efficacia trasportistica e sostenibilità ambientale che l’Italia rivendica, dalla Val di Susa a Trieste, dal Brennero ad Agrigento. Si tratta dappertutto di interventi immediatamente praticabili, assai più rapidi ed economici di quelli già posti in essere o in programma, che permetterebbero – come nel caso del nodo ferroviario di Firenze e del sistema dei trasporti regionali toscani di passeggeri e merci - di contribuire in modo finalmente efficace al potenziamento del trasporto pubblico di massa su ferro, al trasporto rapido di lunga percorrenza e alla “cura del ferro” per le merci.

Si tratterebbe del resto, gentile Presidente della Commissione Lavori Pubblici del Senato, nient’altro che di attenersi alla sostanza di quanto l’Europa effettivamente ci chiede. La decisione N. 1692/96/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio (23 luglio 1996) sugli orientamenti comunitari per lo sviluppo della rete transeuropea dei trasporti[1] così recita infatti al comma 2 dell’art. 10 (Caratteristiche della rete ferroviaria):

«La rete ferroviaria ad alta velocità comprende:

·       linee specialmente costruite per l’alta velocità, attrezzate per velocità generalmente pari o superiori a 250 km/h mediante le attuali o mediante nuove tecnologie,

·       linee specialmente ristrutturate per l’alta velocità, attrezzate per velocità pari a circa 200 km/h,

·       linee specialmente ristrutturate per l’alta velocità. a carattere specifico a causa di vincoli legati alla topografia, al rilievo o ai nuclei urbani, la cui velocità deve essere adeguata caso per caso.

Tale rete è composta dalle linee indicate nell’allegato I quali linee ad alta velocità o linee ristrutturate per l’alta velocità».

Rientrano, dunque, nella definizione europea di Alta velocità, sia le linee specializzate per velocità “pari o superiori” a 250 km/h,  che le linee ristrutturate per velocità pari a circa 200 km/h, e financo quelle con velocità inferiori, posto che vincoli legati “alla topografia, al rilievo o ai nuclei urbani” ne giustifichino gli specifici parametri progettuali.

 

Come abbiamo segnalato da quasi un anno senza alcun successo ai Ministri dell’Ambiente, delle Infrastrutture e dei Trasporti, la nostra Associazione è in grado di mettere a disposizione del Governo, e naturalmente anche della Commissione da Lei presieduta, una delegazione tecnica nazionale di alto livello, con competenze multidisciplinari di natura trasportistica, finanziaria, ingegneristico-progettuale, urbanistica e ambientale.

Le chiediamo pertanto di essere auditi dalla Commissione da Lei presieduta, anche sulla scorta dei dati tecnici, economici, trasportistici e ambientali forniti attraverso il Libro Bianco allegato alla presente.

 

Chiediamo intanto – come primo segno di inversione della cultura dello spreco di risorse e dell’indebitamento a danno delle future generazioni – che ci si adoperi affinché le cifre relative ai finanziamenti per la realizzazione del ciclopico e pericoloso progetto di sottoattraversamento AV di Firenze siano cancellate dal DPEF e sostituite da quelle, assai più ragionevoli, che scaturiscono dalla stima dei costi necessari a realizzare i progetti socialmente utili e trasportisticamente efficaci di cui la comunità fiorentina, toscana e nazionale avverte urgentemente esigenza. L’Italia ha bisogno di cominciare a liberare futuro, non di continuare a indebitarlo!

 

 

Auspicando un cortese e sollecito riscontro, porgiamo distinti saluti.

 

 

Il presidente

Girolamo Dell’Olio

 

 

In allegato:

Libro Bianco sul Nodo AV/AC di Firenze e sulla tratta TAV Bologna-Firenze (n. 109 pagine).

 

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[1] Decisione n. 1692/96/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, Gazzetta Ufficiale delle Comunità europee n. L. 228/1 del 9 settembre 1996.