Associazione di volontariato Idra

iscritta al Registro Regionale del Volontariato della Toscana per la promozione e la tutela del patrimonio ambientale e culturale

indirizzo postale:  Via Giano della Bella, 7  -  50124 FIRENZE;  e-mail  idrafir@tin.it

Tel. e fax  055.233.76.65;  Tel.  055.48.03.22, 320.16.18.105;  Tel. e fax  055.41.04.24

web  http://associazioni.comune.fi.it/idra/inizio.html

sede:  Via Vittorio Emanuele II, 135  -  50134 FIRENZE

 

totale n. 57 pagine (inclusa la presente) (n. 12 pagine di testo + n. 45 pagine di allegati)

 

 

RACCOMANDATA AR (testo dell’esposto anticipato via e-mail)

 

 

 

Firenze, 13.3.’06

 

 

 

Al Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio

on. Altero MATTEOLI

Via Cristoforo Colombo 44

00147 ROMA

fax 06.57.28.85.13; segreteria.ministro@minambiente.it, comunicazione@minambiente.it

 

Al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti

prof. ing. Pietro LUNARDI

Piazzale di Porta Pia 1

00198 ROMA

fax 06.44.26.72.83, vincenzo.goliari@infrastrutturetrasporti.it

 

Assessore all'Ambiente della Regione Toscana

dott. Marino ARTUSA

Palazzo B, Via di Novoli 26

50127 FIRENZE

fax 055.43.83.181; marino.artusa@regione.toscana.it

 

Assessore all’Urbanistica e ai Trasporti della Regione Toscana

dott. Riccardo CONTI

Palazzo B, Via di Novoli 26

50127 FIRENZE

fax 055.43.83.180; r.conti@regione.toscana.it

 

Presidente dell’Osservatorio Ambientale Nazionale Alta Velocità per la tratta Bologna-Firenze

prof. Raffaello NARDI

Via Vittorio Veneto 1

55100 LUCCA

fax 0583.47.14.41; e-mail serchio@serchio-autoritadibacino.it,  osservambiente.bofi@libero.it

 

Rappresentante della Regione Toscana

nell’Osservatorio Ambientale Nazionale Alta Velocità per la tratta Bologna-Firenze

dott. Stefano MIRRI

Palazzo B, Via di Novoli 26

50127 FIRENZE

fax 055.43.83.18; e-mail s.mirri@mail.regione.toscana.it

 

Direttore generale

dott.ssa Sonia CANTONI

ARPAT

Via N. Porpora 22

50144 FIRENZE

fax 055.32.06.329; dirgen@arpat.toscana.it

 

APAT

dott.ssa Maria BELVISI

Via Vitaliano Brancati, 48
00144 ROMA
 fax 06.50.07.29.16;
e-mail maria.belvisi@apat.it

 

Presidente del Comitato tecnico-scientifico

OAL (Osservatorio Ambientale Locale sulla tratta AV Bologna-Firenze)

prof. Giuliano RODOLFI

Piazza Dante Alighieri, 2

50032 BORGO S. LORENZO (FI)

fax 055.84.56.782; oal_mugello@yahoo.it; giuliano.rodolfi@unifi.it

 

 

 

 

ESPOSTO

 

 

TAV - Tratta Bologna-Firenze e galleria “Firenzuola” in località San Giorgio (Comuni di Scarperia e Borgo San Lorenzo, Provincia di Firenze): richiesta di verifica dello stato di attuazione degli specifici progetti, alla luce delle opere di demolizione e rifacimento del rivestimento definitivo in corso da mesi e delle opere in variante progettuale per nicchie e cameroni, anche ai fini dell’adozione di eventuali provvedimenti.

 

 

 

Con riferimento alla vicenda in oggetto, l’Associazione di volontariato Idra nella persona del suo Presidente Girolamo Dell’Olio

 

premesso che a seguito delle richieste di maggiori informazioni sulle relative opere, avviate prima ancora della posa dei binari, a suo tempo presentate all'OAN (Osservatorio Ambientale Nazionale Alta Velocità per la tratta Bologna – Firenze) in forma scritta in data 21.1.’05 e 5.4.’05, e nel corso dell’incontro con l’OAN presso la Regione Toscana il 27 luglio 2005, l’Associazione di volontariato Idra ha ricevuto il 26.1.’06 (Allegato 1) un comunicato trasmesso dagli uffici TAV SpA di Firenze via e-mail al Rappresentante della Regione Toscana nell’OAN il cui testo così recita: "Allo stato attuale Italferr ha approvato soltanto la demolizione e ricostruzione dei rivestimenti in calotta dalla pk 58+010 alla pk 58+670. E' però in corso un'indagine, con l'esecuzione di carotaggi, per verificare l'entità e l'estensione dell'ammaloramento complessivo che secondo un'ipotesi preliminare potrebbe riguardare l'arco rovescio nel tratto da pk 57+770 a pk 59+400 (la venuta d'acqua si è manifestata alla pk. 57+088 il 25/04/99). Tale informazione, non essendo ancora completata l'istruttoria di Italferr, non è ancora del tutto certa";

 

considerato che a seguito di una ulteriore richiesta di informazioni indirizzata all’OAN il 1.3 ‘06 (Allegato 2), l’Associazione di volontariato Idra ha ricevuto il 2.3.’06 dal Rappresentante della Regione Toscana nell’OAN, dott. Stefano Mirri, la seguente comunicazione (Allegato 3): “In riferimento alla vostra richiesta vi invio documento PDF contenente copia della lettera inviatami da Italferr circa i lavori di demolizione e ricostruzione della galleria Firenzuola e lettera di TAV relativa alla composizione della commissione di collaudo” - tali documenti, rispettivamente datati 14.2.’06 e 30.9.’03, sono anch’essi allegati alla presente e ne costituiscono parte integrante (Allegati 4 e 5).

Il dott. Stefano Mirri informa inoltre Idra che “la richiesta di un quadro aggiornato dei lavori di compensazione è stata comunque inoltrata”;

 

tutto ciò premesso espone quanto segue.

 

1.

Apprendiamo dall’Osservatorio Ambientale Nazionale che alla data della “venuta d’acqua” menzionata (25/04/1999) il fronte di scavo da finestra S. Giorgio verso Firenze era posto alla progressiva 58+600.

 

2.

Dallo scorso 21.2.’05 sono in corso lavori di demolizione e di ricostruzione dei rivestimenti in calotta di un tratto di 660 metri di galleria, dalla pk 58+010 alla pk 58+670. Ad oggi (quindi, ad un anno di distanza!) tali lavori non risulterebbero terminati. Le mine adoperate per la demolizione, senza preavvisare la cittadinanza e probabilmente senza stimare in modo adeguato i possibili contraccolpi in superficie, hanno provocato all’inizio dei lavori un effetto-terremoto, fortunatamente limitato a spavento e danni materiali, non sempre di lieve entità.

Nei verbali della riunione dell’Osservatorio dedicata alle richieste di chiarimento inoltrate da Idra si legge (Allegato 6) che “si è verificato uno scollamento nel processo informativo del territorio”. A sua volta il Rappresentante della TAV SpA “ammette la mancanza di informazione da parte di Cavet, Italferr e TAV” e “si impegna affinché tale situazione non si ripeta in futuro”. 

In conclusione “l’Osservatorio Ambientale prende atto dell’assunzione di responsabilità da parte di TAV dell’accaduto con il conseguente impegno di TAV e Italferr tramite il Consorzio Cavet ad avvertire in anticipo gli Enti Locali interessati”.

Appare tuttavia singolare che i danneggiati siano stati informati solo da Idra – e non dall’Osservatorio o dalla TAV stessa - di questa “ammissione” e “assunzione di responsabilità”!

 

3.

Durante l’incontro sul tema specifico  delle conseguenze provocate dai cantieri aperti per la costruzione della  tratta TAV Bologna-Firenze, che Idra ha ottenuto sia con il Presidente, prof. Raffaello Nardi, ed altri membri dell’OAN sia con tecnici dell’ARPAT (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana),  svoltosi a Firenze il 27.7.’05 presso la sede della Giunta Regionale in Via di Novoli, è stato chiesto come mai siano state accettate le scuse per le modalità di gestione della vicenda ma non si sia poi adottato alcun provvedimento relativo agli effetti di tale comportamento.

Il Rappresentante della Regione Toscana nell’Osservatorio si era impegnato, in quella sede, a verificare presso la Regione stessa e presso l’Osservatorio se vi fossero i presupposti per l’adozione di misure di qualche tipo.

Ancora una volta le “misure” in questione non risultano né adottate né escluse, sono semplicemente scomparse dalla scena, senza alcuna formale motivazione!

 

4.

Si sono susseguite nel tempo valutazioni progressivamente più preoccupanti circa l’estensione del tratto di galleria che necessita di demolizione e rifacimento.

Secondo una prima versione - nella lettera inviata il 24.3.’05 a Idra dall’OAN (Allegato 7) - l’ampiezza delle demolizioni necessarie si limitava a soli 150 metri.

Tre mesi dopo - il 29.6.’05 - l’Osservatorio riferiva (Allegato 6) che “il tratto in analisi” era di oltre 600 metri, aggiungendo che “non vi è una progressiva definita di fine delle demolizioni”.

Oggi apprendiamo che “è però in corso un'indagine, con l'esecuzione di carotaggi, per verificare l'entità e l'estensione dell'ammaloramento complessivo che secondo un'ipotesi preliminare potrebbe riguardare l'arco rovescio nel tratto da pk 57+770 a pk 59+400 (la venuta d'acqua si è manifestata alla pk. 57+088 il 25/04/99)”.

Il più recente rapporto ARPAT (in data 20.2.’06) (Allegato 8) recita che “sono in corso lavori di ripristino del rivestimento  dell’arco rovescio della galleria Firenzuola, dalla progressiva 58+010 a 59+400, a causa della compromissione degli stessi, sostanzialmente si tratta di lavori di completa demolizione dell’arco rovescio e della calotta di rivestimento e nuova realizzazione per una tratta di galleria di circa 1390 m”, e precisa che della tratta in demolizione e ricostruzione “ne sono stati fatti circa 250 m sui 1400 previsti”. Giova qui ricordare che i lavori di demolizione e ricostruzione dei 250 m sin qui realizzati ci risultano essere stati avviati nel febbraio ‘05!

 

5.

Nel citato rapporto ARPAT (Allegato 8) si legge che “oltre a questi lavori ne sono stati compiuti altri, sempre nella zona di interesse, che sono consistiti nella realizzazione di due camere una sulla finestra, subito prima dell’imbocco nel camerone, e quindi praticamente alla progressiva 57+758 ed un allargo di altre nicchie sulla linea alle progressive 57+160, 57+000, 56+800”.

Ci domandiamo:

·         quali siano i progetti sulla cui base vengono eseguiti questi lavori;

·         in che data e presso quale Organo o Struttura siano stati depositati, da quali Soggetti e in che data siano stati approvati;

·         quali fatti o circostanze abbiano determinato l’esigenza di questa variante progettuale;

·         se siano programmati analoghi interventi in altre gallerie della tratta Bologna-Firenze, ed in caso affermativo a quali altre progressive;

·         quale sia la tempistica di attuazione prevista;

·         se sia stata redatta una valutazione dell’impatto ambientale (sia per l’allocazione sia per il trasporto dello smarino e dei materiali da costruzione) delle opere in variante, atteso che questi interventi comportano presumibilmente l’escavazione, il reperimento e la movimentazione di alcune decine di migliaia di metri cubi di materiali;

·         a quali capitoli di spesa vengano imputati i relativi costi, se si tratti di costi aggiuntivi, e di quale entità;

·         considerata la contemporaneità, come essi vengano tenuti anche contabilmente distinti dalle opere di demolizione e rifacimento attualmente in corso.

 

6.

Il 6.2.’06 Idra, nella sua qualità di Associazione per la promozione e la tutela del patrimonio ambientale e culturale, iscritta al Registro Regionale del Volontariato della Toscana ed impegnata sul fronte dell’informazione ambientale, ha chiesto alla TAV SpA  (Allegato 9) di poter visitare la galleria ammalorata, ovviamente con la guida di tecnici referenti della TAV SpA, per  potersi meglio documentare (anche a livello fotografico e video) circa la tipologia dei problemi verificatisi e dei provvedimenti assunti da TAV per farvi fronte.

 

7.

In data 9.2.’06 il Responsabile della TAV SpA di Firenze dott. Gianni Bechelli ha risposto (Allegato 10) al Presidente di Idra negando l’autorizzazione al sopralluogo richiesto con le seguenti motivazioni:

“Sui cantieri della Bologna-Firenze accogliamo da sempre le visite di numerose delegazioni. Queste sono di due tipologie:

-         la prima riguarda sopralluoghi a scopo professionale e informativo riservati a professionisti, aziende e tecnici, provenienti da tutto il mondo – su opere da noi individuate – venuti a studiare la nostra esperienza, ritenuta di grande interesse sotto il profilo ingegneristico e costruttivo o a rappresentanti della stampa italiana e straniera, i cittadini, gli studenti per documentare e informarsi sulle caratteristiche e lo stato di avanzamento dell’opera;

-         la seconda tipologia riguarda sopralluoghi esclusivamente tecnici - su qualsivoglia opera – riservati ad enti, istituzioni, tecnici (Osservatorio Ambientale Nazionale, Italferr per l’Alta Sorveglianza, Commissione di Collaudo) preposti al controllo delle lavorazioni e talora alla verifica di problematiche e di criticità che, in un’opera di queste dimensioni e complessità sono difficilmente evitabili; tali sopralluoghi sono oltretutto derivati da normative, accordi e/o contratti specifici.

La sua richiesta, riguardando una questione esclusivamente tecnica e un’opera specifica - attualmente già ampiamente oggetto di analisi e monitoraggio degli organismi istituzionalmente preposti a tale attività – non può come evidente essere riportata a nessuna delle due tipologie di sopralluogo. La sua associazione infatti non fa parte degli enti e società preposti al controllo e al monitoraggio delle opere e un sopralluogo in un’area di cantiere sottoposta a lavorazioni specifiche non appare motivata”.

Ora, sembra davvero difficile poter sostenere che Idra non possegga le credenziali per esercitare il diritto di “documentare e informarsi sulle caratteristiche e lo stato di avanzamento dell’opera”, o che la richiesta di sopralluogo non appaia “motivata”!!

 

8.

Durante l’incontro con l’OAN del 27.7.’05 l’Associazione ha appreso che sulla tratta Firenze-Bologna è attiva una Commissione di collaudo in corso d’opera col compito istituzionale di verificare la plausibilità costruttiva delle gallerie. Tale verifica “non è di competenza dell’Osservatorio” (come già si legge nella nota trasmessa dall’OAN a Idra il 29.6.’05, Allegato 6) e pertanto ci si può solo augurare che gli Organi e Strutture competenti garantiscano ai risultati di tale collaudo la stessa divulgazione che hanno avuto e ricevono tuttora i progetti ed i lavori in corso o “conclusi”, quanto meno sotto il profilo delle reali condizioni e situazioni statico-strutturali dei trafori dell’Appennino ed anche in vista dei nuovi interventi che la montagna si appresta a dover subire.

 

9.

Il fenomeno del movimento franoso a carico di un frutteto biologico in corrispondenza della finestra di S. Giorgio (dove la distanza tra il piede della collina e la calotta del tunnel viene indicata come pari a 27 metri e 32 centimetri) non risulta essere stato mai affrontato in modo da ripristinare condizioni di sicurezza sul territorio, nonostante l’evidenza del dissesto, le numerose segnalazioni a livello istituzionale e le qualificate attestazioni tecniche al riguardo. La situazione sembra  particolarmente grave in quanto già nel maggio ‘04 la frana avrebbe registrato un importante “arretramento”  interrompendo la stradella di accesso ai pascoli e la capezzagna per le normali operazioni colturali del frutteto. Un ulteriore arretramento sarebbe stato registrato – per quanto abbiamo appreso – a febbraio ‘05, a seguito delle improvvise e non annunciate esplosioni che hanno accompagnato l’avvio della demolizione e rifacimento della galleria TAV.

Da tutto ciò derivano – oltre che condizioni di frustrazione civile e di ragionevole ansia in quanti abitano nella casa più prossima e conducono su quei terreni  un’azienda agraria di qualità – rischi evidenti per la zona a valle, nella quale scorre il torrente Bagnone. Idra paventa infatti conseguenze che vanno al di là del danno e dei disagi recati alla vita di una singola famiglia di coltivatori, che pure sarebbero importanti. L’eventualità di una possibile ostruzione del torrente per effetto di un ulteriore movimento franoso è da considerare con estrema preoccupazione, in un territorio peraltro sismico. Inoltre il fronte della frana, anche sul piano paesaggistico, rappresenta di sicuro un ingrediente non gradevole all’interno di un contesto formale che la buona agricoltura mugellana ha saputo impreziosire. Può essere opportuno richiamare in proposito l’iniziativa assunta dall’allora Assessore all’Ambiente della Regione Toscana Tommaso Franci, che a luglio ‘04 aveva scritto all’amministratore delegato della TAV ing. Antonio Savini Nicci invitandolo ad attivarsi affinché questa ferita venisse opportunamente rimarginata: “In considerazione del danno subito dalla Azienda Agricola interessata dal dissesto e dal concreto rischio di una ulteriore progressione del medesimo e sottolineando la delicatezza della situazione per quanto concerne il torrente Bagnone, Ti chiedo di interessarti personalmente alla questione e di valutare la possibilità e l’opportunità di un intervento urgente di sistemazione che possa sanare una situazione insostenibile”. Ma niente è stato attuato al riguardo. Ecco perché Idra ha sollecitato l’OAN (Allegato 11) ancora il 26.9.’05 – senza alcun apparente risultato a oggi - ad adottare “ogni provvedimento atto a garantire una soluzione tempestiva, efficace e duratura del problema, a tutela di qualsiasi pubblico o privato interesse che sia”.

 

10.

In data 30.1.’06 Idra ha scritto anche al Sindaco del Comune di Scarperia (Allegato 12), in relazione all’incresciosa vicenda degli effetti ambientali della cantierizzazione TAV in zona S. Giorgio, chiedendo un intervento efficace e sollecito a tutela della sicurezza del territorio, dei cittadini residenti e degli operatori economici interessati dal movimento franoso appena richiamato, e l’adozione di “ogni provvedimento atto a garantire una soluzione tempestiva, efficace e duratura del problema, a tutela di qualsiasi pubblico o privato interesse che sia”. Secondo quanto riferito dalla popolazione locale, sembra addirittura che negli anni passati CAVET avrebbe persino predisposto un progetto di ripristino dell’area, di fatto mai attuato.

Al Sindaco sono stati segnalati anche i reiterati disagi lamentati dalle famiglie residenti a San Giorgio, per effetto dei lavori di demolizione e rifacimento della galleria TAV. “Ci è stato riferito – scrive Idra - che le attività lavorative si svolgono anche di notte, con brillamento delle mine e attività di martelloni. In periodo notturno si svolgerebbero anche le operazioni di movimentazione degli inerti risultanti dalle demolizioni: camion che annunciano a clacson spiegato il proprio arrivo nel tunnel della finestra (troppo stretto perché due mezzi possano scambiarsi) e camion che scaricano gli inerti dalla finestra nel piazzale, dove un escavatore carica i materiali su altri camion, le cui sponde producono nel chiudersi ulteriori schianti. Ci si domanda inoltre se la composizione della polvere che si solleva durante queste operazioni – trattandosi di cemento con additivi - sia tale da escludere qualsiasi effetto nocivo sulla salute delle persone (lavoratori e residenti) e/o sulla salubrità delle colture. Anche su questo versante Le chiediamo di esercitare la massima vigilanza e di informarci cortesemente sui riscontri di cui Ella dispone”.

 

11.

Lascia assai perplessi, circa l’esattezza e l’affidabilità delle informazioni fornite dagli organi istituzionali, la comunicazione (Allegato 3) ricevuta dall’OAN il 2.3.’06. Secondo la nota di Italferr SpA datata 14.2.’06 (Allegato 4) trasmessa ad Idra dall’OAN senza commento alcuno, “l’estensione del tratto della Galleria Firenzuola oggetto di demolizione e ricostruzione, secondo le indicazioni progettuali, ha un’estensione compresa tra pk 58+008 e 58+407”. Si tratta di un dato che non coincide né con quanto comunicatoci dall’OAN (Allegato 1) lo scorso 26.1.’06 ("Allo stato attuale Italferr ha approvato soltanto la demolizione e ricostruzione dei rivestimenti in calotta dalla pk 58+010 alla pk 58+670”), differendone per difetto di 261 metri né con quanto si apprende dal rapporto ARPAT del 20.2.’06 (Allegato 8), nel quale si legge testualmente:

“Dal sopralluogo e dalla successiva consultazione delle carte è emerso quanto segue:

·         Sono in corso lavori di ripristino del rivestimento  dell’arco rovescio della galleria Firenzuola, dalla progressiva 58+010 a 59+400, a causa della compromissione degli stessi, sostanzialmente si tratta di lavori di completa demolizione dell’arco rovescio e della calotta di rivestimento e nuova realizzazione per una tratta di galleria di circa 1390 m a partire dai pressi del camerone di imbocco proveniente dalla finestra del cantiere T10 ter (57+758) finestra fin quasi all’uscita della galleria sotto l’autodromo (59+650).

·         Attualmente i lavori si stanno svolgendo su 4 turni, in orario diurno e notturno, e sono giunti alla progressiva 58+258, ne sono stati fatti circa 250 m sui 1400 previsti”.

In questo caso secondo caso il dato fornito da Italferr all’OAN e da questo girato all’Associazione Idra differisce per difetto di ben 991 metri!

Ci domandiamo come possa l’Osservatorio “non osservare” (ci si perdoni il bisticcio) che i dati forniti da Italferr SpA non corrispondono in alcun modo né con quelli da esso stesso forniti né con quelli forniti dal suo supporto tecnico, l’ARPAT!

 

12.

Ad oggi, dunque, in relazione all’intera questione della galleria TAV “ammalorata”, lo specifico strumento istituito presso il Ministero dell’Ambiente e denominato “Osservatorio Ambientale Nazionale” sulla tratta AV Bologna-Firenze non sembrerebbe disporre di altri dati informativi aggiornati oltre quelli citati, essi stessi contraddittori e scarsamente decifrabili quanto a cause, circostanze e prospettive di impatto temporale e ambientale dell’indesiderata lunga coda di cantierizzazione.

 

13.

Sorprende infine non poco la notizia – contenuta sempre nella nota OAN del 2.3.’06 - che sette membri (la cui identità non viene meglio precisata) della Commissione di Collaudo delle opere di cui trattasi si sono dimessi dalla propria carica in data anch’essa imprecisata, e che RFI ha provveduto, addirittura l’11.8.’03, a sciogliere la Commissione stessa per poi nominarne una nuova il successivo 3.9.’03 (Allegato 5).

Desta sorpresa sia il contenuto della notizia, sia il modo in cui se ne è venuti a conoscenza, in assenza peraltro di qualsiasi strumento interpretativo da parte dell’OAN.

Anche alla luce delle difficoltà costruttive in cui risulta essere incorsa la realizzazione del tunnel AV Bologna-Firenze - come testimoniato dalle opere di demolizione e rifacimento di porzioni della Galleria Firenzuola in corso da oltre un anno -, lo scioglimento della Commissione di Collaudo suona infatti come un episodio non irrilevante, in merito al quale ci saremmo attesi un’informazione trasparente ed esauriente. Siamo invece costretti a constatare che soltanto dopo richieste insistenti da parte di un’associazione indipendente di cittadini, iniziate a luglio ‘05, si è reso possibile – a distanza di parecchi mesi - ottenere notizie al riguardo, peraltro scarse e scarne. Per di più, le circostanze attraverso le quali l’OAN ha appreso tali informazioni, cioè un atto allegato a un documento di Italferr SpA richiesto su istanza dell’Associazione Idra, fanno dubitare che lo stesso Osservatorio le abbia acquisite soltanto dopo che Idra l’ha interrogato al riguardo. L’informazione circa i risultati dell’attività della Commissione di Collaudo in corso d’opera, e la conoscenza puntuale delle motivazioni che hanno spinto sette commissari alle dimissioni, rappresentano invece a nostro avviso contributi utili alla verifica degli impatti ambientali pregressi, nonché alla valutazione degli scenari futuri. Le conseguenze che possono derivare da una progettazione come quella che ha ispirato la costruzione di 60 km di tunnel monotubo senza la galleria parallela di soccorso o dall’utilizzo di tecnologie  inadeguate (come quelle che potrebbero essere all’origine dell’ammaloramento della galleria Firenzuola già costruita), o di materiali eventualmente scadenti, sono suscettibili infatti di produrre, sia nell’immediato sia in futuro, evidenti effetti ambientali, e appaiono dunque essere temi anch’essi di stretta competenza dell’OAN. Più in generale, desideriamo qui sottolineare l’importanza – a nostro avviso – della piena conoscenza del contesto costruttivo in relazione alle esigenze di verifica degli impatti ambientali, per quanto attiene al ruolo dell’Osservatorio in questo senso.

Chiediamo comunque da parte nostra di poter conoscere:

a)      i criteri di nomina della Commissione di Collaudo in corso d’opera;

b)      la composizione della Commissione sciolta l’11.8.’03;

c)      i nominativi e le professionalità specifiche dei Commissari dimissionari;

d)      le motivazioni addotte da ciascuno ed i risultati dell’istruttoria attivata in proposito dai destinatari della presente nota;

e)      la composizione della Commissione attualmente in carica;

f)        i risultati delle attività di monitoraggio, controllo e collaudo poste sin qui in essere dalle due Commissioni di Collaudo in corso d’opera;

g)      l’ammontare degli stanziamenti pubblici destinati al funzionamento della Commissione di Collaudo, complessivamente ad oggi e per ciascun periodo di erogazione;

h)      la sede attuale della Commissione, il cui indirizzo (c/o VAMS Ingegneria SRL, V.le Regina Margherita 202, Roma) è stato fornito dal Sindaco di Scarperia “salvo ulteriori variazioni” (Allegato 13);

i)        se sia prevista l’istituzione di una Commissione di Collaudo finale di differente composizione, a opera terminata.

Gradiremmo inoltre sapere se l’ing. Leonardo Corbo - che dal documento TAV inviatoci (Allegato 5) risulta essere uno dei tre membri della Commissione non dimissionari che sono stati  riconfermati, e che dalla Nota del Sindaco di Scarperia (Allegato 13) apprendiamo essere il presidente della Commissione, sia la stessa persona che il 29.4.’96 ricopriva il ruolo di Direttore Generale della Direzione Generale della Protezione Civile e dei Servizi antincendi. In tale veste, infatti, un responsabile di nome Corbo rispose (Allegato 14) in quella data ad una nostra richiesta di informazioni sulle condizioni di sicurezza della tratta ferroviaria ad Alta Velocità Bologna-Firenze, rivelando alcuni particolari inquietanti che qui di seguito riassumiamo e che inducono, come vedremo, il fondato ma poco consolante dubbio che la tratta appenninica della linea A.V. fra Bologna e Firenze sia stata progettata, approvata, finanziata e realizzata – anche se non conclusa - con una serie di vizi procedimentali molto rilevanti.

 

Può essere utile indicare qui sommariamente i termini della vicenda (la relativa documentazione è disponibile).

 

Com’è noto il progetto TAV Bologna-Firenze ha avuto una storia tormentata che copre lo spazio di vari lustri.:

1993 - Viene convocata la Conferenza di servizi per la tratta AV Bologna-Firenze;

1995 - Il 28 luglio si conclude la Conferenza di servizi solo per il tracciato extraurbano, con l’adozione dell’Accordo quadro e dell’Accordo procedimentale per gli interventi di mitigazione ambientale, lasciando aperta la questione del c.d. nodo di Firenze (per il quale viene firmato solo l’Accordo preliminare per l’attraversamento di Firenze e per l’assetto del nodo urbano) e rinviando la stessa soluzione del tracciato di interconnessione col nodo fiorentino (la cosiddetta “tratta sospesa” fra Vaglia e Firenze);

1996 - Il 7 maggio TAV ed il General Contractor FIAT sottoscrivono l’Atto integrativo alla convenzione per l’affidamento della progettazione esecutiva e la realizzazione della tratta;

1997 - Il 24 aprile si arriva al Protocollo d’intesa per l’integrazione delle linee AV.AC con il nodo di Firenze;

1998 - Il 28 gennaio viene adottato l’Addendum al Protocollo del 1997; il 28 luglio si chiude la Conferenza di servizi per la “tratta sospesa” Vaglia-Firenze, denominata “Variante Firenze-Castello”; a dicembre si convoca la Conferenza di servizi per il nodo di Firenze;

1999 - Il 3 marzo si chiude la Conferenza di servizi per il nodo di Firenze, con lo stralcio della stazione AV, il cui progetto non viene approvato;

2002 - Il 19 luglio viene sottoscritta l’integrazione all’Accordo procedimentale del 1995 tra Ministero dell’Ambiente, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Regione Toscana, Regione Emilia, RFI, TAV, relativo alla soluzione delle problematiche idrogeologiche/ambientali (“Addendum”);

2003  Il 23 dicembre la Conferenza di servizi approva il progetto della nuova Stazione AV di Firenze; contestualmente viene deciso di sottoporre a valutazione di impatto ambientale un ulteriore nuovo tassello del nodo fiorentino AV, il tratto ferroviario Firenze-Castello-Rifredi (cosiddetto "Scavalco") dal chilometro 0+834 al chilometro 1+705; RFI, subentrata a TAV nel nodo di Firenze, provvede a fornire dati e studi necessari per le procedure di VIA;

2005 – Il 23 giugno, da provvedimento di VIA, il progetto relativo alla realizzazione del dispositivo infrastrutturale di Scavalco tra la Stazione di Firenze Castello e Firenze Rifredi tra le prog. Km. 0+864 e Km. 1+784 consegue giudizio positivo di Compatibilità Ambientale con prescrizioni.

 

Ora, alla data di approvazione dell’Accordo-quadro (ricordiamo, 28.7.’95!) la normativa vigente in materia di sicurezza ferroviaria era la Legge n. 191 del 1974 che prescriveva gli adempimenti necessari ai fini della prevenzione degli infortuni sul lavoro nei servizi e negli impianti gestititi dalla (allora) Azienda autonoma delle Ferrovie dello Stato. In particolare l'art. 33 impegnava le FS "a richiedere il parere del Comando del corpo dei vigili del fuoco, competente per territorio, in merito alla determinazione - per gli impianti che per qualsiasi motivo presentino, in caso di incendio, gravi pericoli per l'incolumità dei lavoratori - dei tipi e quantità di apparecchiature e mezzi da tenere a disposizione per lo spegnimento degli incendi, nonché del tipo di organizzazione da mettere in atto per la prevenzione incendi".

Questa legge non risulta essere stata applicata nella Conferenza di Servizi che il 28.7.’95 ha concluso l'iter approvativo del progetto della tratta TAV Bologna-Firenze dando il via libera alle cantierizzazioni CAVET. Lo confermano i Comandi Provinciali dei Vigili del Fuoco di Firenze e di Bologna che in due note (Allegati 15 e 16) indirizzate al "Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni contro i progetti di alta velocità di Firenze, Terzolle, Mugnone e Mugello" (oggi "Associazione di volontariato Idra") e datate rispettivamente 22.2.’96 e 28.2.’96 dichiarano – in risposta a una lettera di richiesta del “Coordinamento” (Allegato 17) di non conoscere i progetti di quella tratta.

La circostanza è parsa piuttosto grave, dato che 60 dei 66 km di tracciato si sviluppano in galleria, e per giunta in terreni idrogeologicamente instabili (prova ne siano gli stop imposti ai cantieri da anni su questa tratta, i colossali emungimenti dalla falda idrica e i diffusi fenomeni di subsidenza e dissesto registrati).

L'11.3.’96 abbiamo scritto perciò (Allegato 18) all'ing. Fabrizio Colcerasa, Direzione Generale Protezione Civile e Servizi Antincendi, Servizio tecnico centrale, Ispettorato per l'emergenza:

"Ci è stato suggerito di rivolgerci a Lei dal Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco di Firenze, ing. Domenico Riccio, al quale abbiamo chiesto un colloquio - avuto il 6 marzo scorso - dopo aver avuto riscontro formale del fatto che - nell'ambito della progettazione della tratta ad alta velocità Bologna-Firenze, approvata nella sua dimensione esecutiva il 28 luglio 1995 dalla Conferenza dei Servizi - non vi è stata alcuna consultazione né richiesta di parere ai VV.FF. di Firenze (né, abbiamo saputo, ai VV.FF. di Bologna).

Ciò, nonostante quanto previsto dall'art. 33 della L. 191/74, che pure si occupa di sola prevenzione e sicurezza orientata al mondo del lavoro.

L'ing. Riccio ci ha promesso che avrebbe verificato presso il Suo Ufficio se il Ministero dell'Interno sia stato coinvolto nella chiusura della Conferenza dei servizi, in vece dei Comandi Provinciali, o se si sia provveduto in qualche altro modo ad ottemperare agli adempimenti previsti dalla Legge.

E' lo stesso quesito che anche noi qui Le poniamo.

All'ing. Riccio abbiamo anche chiesto se presso il Comando di Firenze siano state condotte specifiche ricerche in materia di sicurezza e prevenzione, i cui risultati possano essere utilmente impiegati nell'allestimento di nuove infrastrutture ferroviarie, e se sia disponibile al riguardo letteratura o documentazione. Ci è stato risposto che a suo tempo a Roma nacque una commissione interministeriale, sulla cui attività il Comandante, non avendo notizie recenti, si è ripromesso di informarci.

Anche a questo riguardo gradiremmo poter essere aggiornati, essendo noi convinti dell'utilità del potenziamento ferroviario nel nostro Paese. Ma in condizioni di sicurezza, oltre che di piena accessibilità sociale.

Un ultimo quesito riguarda la tratta ad Alta Velocità Roma-Napoli, della quale si è purtroppo dovuta ampiamente occupare, per ben due volte, con estese e circostanziate relazioni, la Commissione Parlamentare Antimafia, per il grave sospetto di inquinamento dei lavori da parte di imprese legate alla camorra. Un aspetto che non può lasciare indifferenti, essendo ovvie le ricadute che un simile modello di conduzione dell'opera può avere sul piano della affidabilità in termini di sicurezza, per i lavoratori oggi e per gli utenti domani.

Vorremmo sapere se anche su quella tratta si è verificato il mancato adempimento degli obblighi previsti dalla L. 191/74; in caso contrario, quali siano stati i pareri espressi dai singoli Comandi e le misure adottate in relazione a tali pareri".

 

A questa lettera così  ha risposto il Direttore Generale Corbo (Allegato 14), in data 29.4.’96:

"Per quanto concerne la realizzazione delle linee ferroviarie ad alta velocità, non risulta allo stato che siano stati trasmessi agli uffici VF competenti i relativi progetti tecnici, ai sensi della legge 191/74. In merito, questa Amministrazione ha avviato una specifica iniziativa atta a superare l'attuale situazione di non conoscenza della questione e fa pertanto riserva di comunicare a codesto Coordinamento le ulteriori notizie di competenza, non appena acquisite".

 

Quindi non solo sulla tratta TAV Bologna-Firenze, ma sulle linee A.V. in generale sarebbe  stata elusa l'osservanza della legge 191, certamente sulla tratta Roma-Napoli che ha preceduto quella tosco-emiliana! Il fatto è già di per sé grave ma lo diventa ancora di più se si considera un semplice dato cronologico. Alla data in cui il Ministero dell’Interno, attraverso l’ing. Corbo, dichiara formalmente di essere a conoscenza di una omissione talmente grave da aver avviato una procedura specifica per porvi rimedio, ad aprile del 1996 dunque, il primo cantiere della tratta Bologna Firenze doveva ancora essere aperto. L'inaugurazione è avvenuta infatti solo il 10 luglio dello stesso anno. Il Ministero, in particolare la Direzione Generale della Protezione Civile e dei Servizi antincendi, avrebbe avuto il tempo - ci pare - per intervenire e ottenere che il gap progettuale sotto il profilo della sicurezza dei lavoratori venisse in qualche modo colmato.

Ma così non sembra essere successo.

Il Direttore Generale non ha mai fornito né al "Coordinamento" né a Idra le "ulteriori notizie di competenza" promesse. E il tunnel di 60 km sotto l'Appennino ha iniziato e continua ad essere costruito secondo un progetto approvato senza la collaborazione dei Comandi provinciali dei Vigili del Fuoco.

In un simile contesto è difficile non nutrire dubbi sulle condizioni di sicurezza di un tunnel che si sviluppa con poche interruzioni per una lunghezza di 60 Km, anzi sembra logico e sensato chiedersi se esso non costituisca un rischio grave anche per i futuri utenti dell'Alta Velocità modello TAV. La domanda non è retorica. Quando nel luglio 1998 il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Firenze è stato chiamato a esprimere il proprio parere (Allegato 19) sulla interconnessione della tratta AV col nodo di Firenze, denominata "Variante di Firenze Castello" (parere peraltro richiesto proprio ai sensi di quella legge 191/74 che era stata ignorata per gli altri 60 km di tunnel), il Comandante Provinciale ing. Domenico Riccio ha scritto, a proposito della configurazione dell'opera in costruzione, che "si nutrono seri dubbi sulla rapidità ed efficacia dei mezzi di soccorso". Nel tunnel fra Firenze e Bologna, infatti, è stata adottata la tipologia costruttiva denominata "galleria monotubo a doppio binario" priva di tunnel di servizio, con finestre intermedie poste a distanza reciproca di 6-7 km. "Nel caso di gallerie con finestre intermedie - si legge nel parere del Comando fiorentino - non è possibile avvicinare i mezzi di soccorso, inviati in appoggio al mezzo intermodale, in zone prossime all'incidente. Tali mezzi infatti potranno raggiungere il punto di innesto delle finestre con la galleria di linea, ad una distanza dal luogo dell'incidente, nella peggiore delle ipotesi, di circa 3,5 km". I Vigili del Fuoco di Firenze premettono esplicitamente, nella stessa nota del 23.7.’98, che "agli atti di questo Comando non esiste alcun parere relativo all'intera tratta Firenze-Bologna, ma unicamente il progetto di variante in argomento".

 

Il 3.10.’97 il "Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni contro i progetti di alta velocità di Firenze, Terzolle, Mugnone e Mugello" (dal 9.2.’98 "Associazione di volontariato Idra") ha scritto (Allegato 20) al prof. Franco Barberi, sottosegretario di Stato al Ministero dell'Interno, per segnalare le nuove preoccupazioni derivanti dal perdurare degli eventi sismici nell'Italia centrale. Il "Coordinamento" ha trasmesso al prof. Barberi la documentazione in proprio possesso circa le condizioni di consistente rischio cui apparivano esposti il territorio e i lavoratori dei cantieri aperti per il tunnel in realizzazione sotto il Mugello e l'Appennino tosco-romagnolo per i treni ad Alta Velocità. I cittadini chiedevano al prof. Barberi di verificare "se le condizioni di grave deficienza progettuale che risultano dalla documentazione in loro possesso" (mancanza del progetto anti-sismico, parere negativo sulla stabilità dei versanti del Servizio geologico della Presidenza del Consiglio, mancato coinvolgimento dei Vigili del Fuoco nella progettazione) "siano tuttora confermate", e di "adottare in tal caso ogni opportuno e tempestivo provvedimento affinché siano assicurate tutte le condizioni di prevenzione a tutela della salute e dell'integrità delle persone e del territorio".

 

Il prof. Barberi ha così risposto (Allegato 21) al "Coordinamento": "Desidero informarVi di aver personalmente interessato i miei Uffici nonché la sezione trasporti della Commissione Grandi Rischi al fine di una attenta valutazione dei dati e della documentazione da Voi presentata". Riservandosi di "fornire quanto prima ulteriori notizie al riguardo".

 

Ma né il "Coordinamento" né Idra hanno mai ricevuto "ulteriori notizie al riguardo", nonostante il sollecito inoltrato in data 2.12.’97 al prof. Barberi e allo stesso Ministro dell'Interno Giorgio Napolitano (Allegato 22). Il sollecito aveva per oggetto la "richiesta di verifica delle condizioni di rischio apparentemente connesse con la realizzazione dei progetti di Alta Velocità ferroviaria sotto l'Appennino tosco-romagnolo lungo la tratta Bologna Firenze, alla luce della documentazione già trasmessa e della documentazione supplementare qui allegata". Questo il testo della lettera raccomandata:

"Gentile prof. Barberi, signor Ministro,

con riferimento alla nota inviata al sig. Sottosegretario di Stato per il Coordinamento della Protezione Civile il 3 ottobre u.s., e al riscontro da parte del prof. Barberi il 15 ottobre successivo, nel quale cortesemente ci informava di aver personalmente interessato i suoi Uffici nonché la sezione trasporti della Commissione Grandi Rischi al fine di una attenta valutazione dei dati e della documentazione da noi presentata, "con riserva di fornire quanto prima ulteriori notizie al riguardo", chiediamo - a circa due mesi di distanza - se e quali risultati siano stati raggiunti.

Non abbiamo infatti ricevuto fin qui ulteriori notizie, mentre i lavori per il lungo tunnel sotterraneo fra Firenze e Bologna procedono indisturbati, e tuttavia con grande disturbo al territorio e alle popolazioni (si leggano le frequenti cronache della stampa locale) ed elevati coefficienti di rischio e incidentalità per i lavoratori (anch'essi abbondantemente documentati).

Segnaliamo a questo proposito che ben 47 referti sono stati registrati fra maggio e settembre del '97 dall'Azienda Sanitaria di Firenze, Presidio Ospedaliero del Mugello, a carico dei soli lavoratori dei cantieri Alta Velocità sotto la sua giurisdizione, per infortuni di varia gravità, con prognosi che oscillano dai pochi giorni ai 20 giorni (in due casi) ai 25 giorni (in tre casi) ai 30 giorni (ancora in tre casi).

Trasmettiamo altresì in allegato l'eloquente risposta ricevuta dall'Azienda Unità Sanitaria Locale Bologna Sud, Dipartimento di prevenzione, Servizio prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro. Nel dar conto delle circostanze di apparente ritardo oggettivo con cui sembra si attuino le misure istituzionali di vigilanza, il Servizio chiarisce che "la collaborazione tra lo scrivente servizio ed i VVF per definire gli apprestamenti antincendio ed i requisiti delle attrezzature di salvataggio da predisporre nei cantieri di costruzione" risulterebbe ancora da avviare, e che "le sinergie tra il sistema di soccorso e di salvataggio predisposto dall'impresa che esegue i lavori ed il servizio di soccorso pubblico di emergenza rappresentato dai VVF, oltre che dal 118" sarebbero ancora da attivare, se è vero che a questi fini "sono in corso iniziative coordinate dal Tavolo permanente sull'Alta Velocità istituito dalla Provincia di Bologna".

Tutto ciò, sig. Sottosegretario, sig. Ministro, ci viene riferito in data 27.10.'97.

Sono passati dunque oltre due anni dalla firma conclusiva (28 luglio '95) dell'approvazione dell'opera da parte della Conferenza di Servizi per la tratta ferroviaria ad Alta Velocità Bologna-Firenze (Conferenza istituzionalmente deputata - se non andiamo errati - all'approvazione di progetti esecutivi, e dunque cantierabili), e oltre un anno dopo l'inizio effettivo dei lavori (luglio '96).

Chiediamo se queste conferme, unitamente alla restante documentazione da noi prodotta, non costituiscano prove evidenti di gravi inadempienze rispetto a più leggi dello Stato da parte dei numerosi Enti responsabili dell'iter di approvazione del progetto Alta Velocità.

E se non sia drammaticamente opportuno arrestare lavori condotti in simili condizioni, e assicurare un'inchiesta a 360 gradi sull'intera vicenda".

Alla missiva era allegata la nota dell'Azienda Unità Sanitaria Locale Bologna Sud, Dipartimento di prevenzione, Servizio prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro, Prot. 38263, 27.10.'97.

Anche in questo caso  nessun riscontro è mai pervenuto.

 

Giova ricordare infine che anche l'Autorità di bacino del fiume Arno, competente territorialmente per la cantierizzazione TAV in Toscana, non è stata chiamata a esprimere un parere sul progetto di tratta AV Bologna-Firenze approvato in Conferenza di Servizi il 28.7.'95. E che il Segretario Generale di quella Autorità di bacino, il prof. Raffaello Nardi, ha formalizzato (Allegato 23) nella Conferenza di Servizi per la "Variante di Firenze Castello", chiusa esattamente tre anni dopo, il 28 luglio '98, che "prima del 7 luglio 1998 (data di trasmissione all'Autorità di Bacino del progetto relativo alla realizzazione della Variante di Firenze Castello, ndr) all'Autorità di bacino dell'Arno non è stato richiesto parere sul progetto relativo alla realizzazione della linea ferroviaria veloce Bologna-Firenze, ad eccezione di osservazioni espresse al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, perché invitata, in fase molto preliminare, prima della definizione del tracciato".

 

Tenuto conto delle risposte ricevute dall’ing. Corbo e dal prof. Barberi, delle "ulteriori notizie" da essi mai più ricevute, alla luce dell’apparente conferma della presenza – in qualità di presidente – dell’ing. Leonardo Corbo nella Commissione di Collaudo in corso d’opera della tratta AV Bologna-Firenze, ci domandiamo se e in che modo il Direttore Generale della Direzione della Protezione Civile e dei Servizi antincendi Leonardo Corbo abbia provveduto a rendere le cantierizzazioni Bologna-Firenze e Roma-Napoli compatibili con la legge 191/74.

 

 

In relazione alle esigenze di sicurezza del tunnel TAV fra Bologna e Firenze, teniamo qui a richiamare anche l’autorevole punto di vista espresso dal prof. Aurelio Misiti.

Nella sua veste di presidente del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici, il prof. Misiti dichiarava ad un convegno nell’ambito del SAIE (Salone Internazionale dell’Industrializzazione Edilizia), a Bologna, a ottobre 2001: “Finora il progetto del tracciato subappenninico prevede la realizzazione delle ‘finestre’: praticamente delle gallerie laterali e perpendicolari, che dovranno servire per la manutenzione e i soccorsi. Sulla Bologna-Firenze ne sono previste 12. Forse ci si è dimenticati che il 93 per cento della tratta appenninica corre in galleria. Se dovesse accadere un grave incidente con dei treni che viaggiano a oltre 250 chilometri all’ora, come sarà possibile assicurare l’arrivo tempestivo dei soccorsi in qualunque punto del tracciato lungo 78,4 chilometri? L’unica soluzione è la costruzione di una galleria di servizio. Quest’opera, secondo le mie stime, richiederà un ulteriore investimento compreso fra il 30 e il 40 per cento del costo dell’intera opera. Ma, qualora non venisse realizzata, dal momento che io sono stato incaricato di collaudare l’opera, non firmerò il verbale di collaudo della Bologna-Firenze” (La Nazione, “Alta velocità / Manca la galleria di servizio / E i treni superveloci rischiano di allontanarsi”, 19.10.’01, Allegato 24).

Su questo stesso tema il prof. Aurelio Misiti è intervenuto anche il 30.9.’03, in occasione della Conferenza nazionale promossa a Roma dalle Giunte Regionali della Toscana e del Piemonte, con il patrocinio della Conferenza dei Presidenti delle Regioni  e delle Province Autonome, e con la collaborazione di Isat (Istituto per le Scelte Ambientali e Tecnologiche), sul tema La gestione ambientale delle grandi opere. Il caso dell’Alta Velocità in Toscana e le nuove infrastrutture.

"Io non credo – ha dichiarato il prof. Misiti - che siamo alla fine del percorso. E' vero che si sono fatti 65-70% di scavi. Siamo al 55% del lavoro, però". E ha aggiunto: "Otto anni fa, nove anni fa, si è cominciato. Ci sarà altrettanto da lavorare. Quindi non è il 2006 che finisce, sarà molto più in là". Anzi: la galleria fra Firenze e Bologna rappresenta "il fattore limitante dell'Alta Velocità in Italia: finiranno prima la Torino-Venezia" (sic!).

Era presente all’incontro, fra gli altri, l'assessore all'Ambiente della Regione Toscana Tommaso Franci.

Per otto anni Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, fino a circa un mese prima Aurelio Misiti aveva presieduto anche la Commissione di collaudo della tratta TAV Firenze-Bologna. Incarichi ai quali, ha informato esordendo, aveva voluto rinunciare "per evitare qualunque conflitto di interessi" essendo stato nominato commissario per le grandi opere del Sud. L'esperienza di lungo corso alla testa del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ha permesso al prof. Misiti, nel corso del suo intervento, da una parte di svolgere un excursus sulla storia della "cultura del progetto" nelle opere pubbliche in Italia, dall'altra di fornire scenari meritevoli di grande attenzione circa le prospettive che riguardano i tempi, i costi e gli impatti finali della cantierizzazione TAV in Toscana. Aurelio Misiti è intervenuto subito dopo il rappresentante dell'associazione di volontariato Idra, Girolamo Dell'Olio, che - invitato a partecipare ai lavori della Conferenza - lo aveva menzionato per le dichiarazioni comparse sulla stampa sui livelli di sicurezza nella galleria TAV fra Vaglia e Bologna. Il prof. Misiti ha ammesso che soltanto Idra, durante la Conferenza, aveva accennato a quello che egli ritiene essere un fattore fondamentale dell'opera, la sicurezza. "Io credo che anche lì c'è una sperimentazione inadeguata", ha spiegato. Eppure si tratta di un "elemento fondamentale in una galleria di quel tipo, che fa incontrare i treni a 250 km all'ora quando vanno piano [...], e questo non è stato mai sperimentato. E' stato sperimentato in gallerie artificiali, in gallerie progettuali". Auspicando rigore nella progettazione, Misiti ha individuato nell'allacciamento delle finestre fra loro la soluzione che permetterà di ottenere "sicurezza massima nelle gallerie". E ha aggiunto: "La sicurezza è la prima questione, e noi faremo anche sicuramente questa successiva modifica progettuale, e successivo investimento, che poi riguarderà quella cifra che veniva citata qua da chi mi ha preceduto" (il rappresentante di Idra aveva riferito di un incremento previsto nell'ordine del 30-40% sui costi dell'opera). Secondo Misiti, infatti, quella da raggiungere "deve essere sicurezza con un fattore vicino all'unità".

L'associazione Idra ha trasmesso il 15.10.’03 una Nota a tutte le autorità amministrative locali coinvolte nella tratta TAV Bologna-Firenze (Presidente della Giunta Regionale Toscana, Presidente della Provincia di Firenze, Presidente della Comunità Montana del Mugello, Sindaci dei Comuni di Firenzuola, Borgo S. Lorenzo, Scarperia, S. Piero a Sieve, Vaglia e Sesto Fiorentino), nella quale ha riportato le dichiarazioni testuali del prof. Misiti.

 

Concludendo.

 

-         Tenuto conto dell’importanza e della delicatezza dei fatti riportati, sembra a noi che le autorità pubbliche abbiano l’obbligo di conoscere gli eventi, e soprattutto le cause degli eventi, che stanno determinando l’ennesimo prolungamento dei tempi di realizzazione della linea TAV e l’incremento dei suoi impatti ambientali e sociali, nonché l’onere di garantire su questi dati una sufficiente informazione e documentazione. Dalle stesse autorità pubbliche la cittadinanza si aspetta altresì una valutazione delle metodologie di demolizione e ricostruzione della galleria in questione, tanto per gli effetti ambientali che l’intervento in questione determina a carico dell’intera collettività, non solo dei singoli cittadini residenti e delle attività economiche presenti nell’area, quanto per le ripercussioni erariali del ritardo nella consegna dell’opera i cui costi  vanno a ricadere nel bilancio statale e, dunque, a carico dell’intera collettività dei contribuenti;

 

-         Considerando non sufficientemente chiari i contorni dell’intero complesso delle vicende descritte e dei comportamenti registrati;

 

-         Rilevando quanto siano preoccupanti le condizioni in atto in relazione alle esigenze di tutela delle risorse ambientali, di sicurezza del territorio e della salute pubblica, di garanzia del rispetto dei vincoli erariali;

 

-         Constatando come tali fenomeni abbiano una rilevanza tale da condizionare pesantemente e per lungo tempo il futuro di questo Paese

 

chiediamo

 

che ciascuno dei Soggetti in indirizzo, nell’ambito delle proprie competenze istituzionali, intervenga sollecitamente in modo da acquisire tutti gli elementi di conoscenza utili all’assunzione dei necessari eventuali provvedimenti.

 

Inoltre, in quanto soggetto portatore di interessi diffusi, iscritto al Registro Regionale del Volontariato della Toscana per la promozione e la tutela del patrimonio ambientale e culturale

 

chiediamo

 

ai sensi e per gli effetti della Legge n. 142/1990 e successive modificazioni ed integrazioni, di essere informati circa l’esito della presente istanza.

 

 

Il presidente

Girolamo DELL’OLIO

 

 

 

 

NOTA DEGLI ALLEGATI

 

 

Allegato 1

Dott. Stefano Mirri, Nota all’Associazione Idra, 26.1.’06 (n. 2 pagine).

 

Allegato 2

Associazione Idra, Richiesta di informazioni all’OAN, 1.3 ’06 (n. 1 pagine).

 

Allegato 3

Dott. Stefano Mirri, Nota all’Associazione Idra, 2.3.’06 (n. 1 pagina).

 

Allegato 4

Italferr SpA, Nota alla Regione Toscana, 14.2.’06 (n. 1 pagina).

 

Allegato 5

TAV SpA, Nota a FIAT SpA e Consorzio CAVET, 30.9.’03 (n. 1 pagina).

 

Allegato 6

OAN, Nota all’Associazione Idra, 29.6.’05 (n. 6 pagine).

 

Allegato 7

OAN, Nota all’Associazione Idra, 24.3.’05 (n. 1 pagina).

 

Allegato 8

ARPAT, Nota ai Sindaci dei Comuni di Scarperia e Borgo San Lorenzo, 20.2.’06 (n. 4 pagine).

 

Allegato 9

Associazione Idra, Lettera a TAV SpA, 6.2.’06 (n. 1 pagina).

 

Allegato 10

TAV SpA, Nota all’Associazione Idra, 9.2.’06 (n. 2 pagine).

 

Allegato 11

Associazione Idra, Nota all’OAN, 26.9.’05 (n. 2 pagine).

 

Allegato 12

Associazione Idra, Nota al Sindaco del Comune di Scarperia, 30.1.’06 (n. 2 pagine).

 

Allegato 13

Sindaco del Comune di Scarperia, Nota all’Associazione Idra, 16.2.’06 (n. 1 pagina).

 

Allegato 14

Ministero dell’Interno, Direzione Generale della Protezione Civile e dei Servizi Antincendi, Nota al "Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni contro i progetti di alta velocità di Firenze, Terzolle, Mugnone e Mugello”, 29.4.’96 (n. 1 pagina).

 

Allegato 15

Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Firenze, Nota al Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni contro i progetti di Alta Velocità di Firenze, Terzolle, Mugnone e Mugello, 22.2.'96 (n. 1 pagina).

 

Allegato 16

Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Bologna, Nota al Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni contro i progetti di Alta Velocità di Firenze, Terzolle, Mugnone e Mugello, 28.2.'96 (n. 1 pagina).

 

Allegato 17

Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni contro i progetti di Alta Velocità di Firenze, Terzolle, Mugnone e Mugello, Lettera ai Comandi Provinciali dei Vigili del Fuoco di Firenze e di Bologna in relazione all'applicazione della Legge 191/74 (mancata consultazione dei Comandi Provinciali dei Vigili del Fuoco di Firenze e di Bologna al momento di progettare il tunnel per l'Alta Velocità sotto l'Appennino, in relazione alla prevenzione degli infortuni sul lavoro nei servizi e negli impianti FS), in data 26.1.'96 (n. 1 pagina).

 

Allegato 18

Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni contro i progetti di Alta Velocità di Firenze, Terzolle, Mugnone e Mugello, Richiesta di informazioni alla Direzione Generale della Protezione Civile e dei Servizi Antincendi, Ministero dell'Interno, in relazione all'applicazione della Legge 191/74 nelle tratte AV Bologna-Firenze e Roma-Napoli (mancata consultazione dei Comandi Provinciali dei Vigili del Fuoco di Firenze e di Bologna al momento di progettare il tunnel per l'Alta Velocità sotto l'Appennino, in relazione alla prevenzione degli infortuni sul lavoro nei servizi e negli impianti FS), 11.3.'96 (n. 2 pagine).

 

Allegato 19

Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Firenze, Osservazioni sul progetto relativo alla Variante di Firenze Castello della tratta ferroviaria AV Bologna Firenze dalla progressiva Km 69+951 alla progressiva Km 83+366, 23.7.'98 (n. 6 pagine).

 

Allegato 20

Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni contro i progetti di Alta Velocità di Firenze, Terzolle, Mugnone e Mugello, Lettera al prof. Franco Barberi, Sottosegretario di Stato per il Coordinamento della Protezione Civile, 3.10.'97 (n. 2 pagine).

 

Allegato 21

Prof. Franco Barberi, Sottosegretario di Stato per il Coordinamento della Protezione Civile, Nota al Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni contro i progetti di Alta Velocità di Firenze, Terzolle, Mugnone e Mugello, 15.10.'97 (n. 1 pagina).

 

Allegato 22

Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni contro i progetti di Alta Velocità di Firenze, Terzolle, Mugnone e Mugello, Lettera al prof. Franco Barberi e al Ministro dell'Interno Giorgio Napolitano, 2.12.'97 (n. 2 pagine).

 

Allegato 23

Segretario dell'Autorità di Bacino del fiume Arno relativo al progetto "Variante Firenze Castello", Atto di assenso, 28.7.’98 (n. 2 pagine).

 

Allegato 24

La Nazione, “Alta velocità / Manca la galleria di servizio / E i treni superveloci rischiano di allontanarsi”, 19.10.’01 (n. 1 pagina).

 

back