Firenze, 11.3. '95

 

Al Presidente della Repubblica

Alla Presidente della Camera dei Deputati

Al Presidente del Senato

Al Presidente della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati

Al Presidente della Commissione Trasporti del Senato

Al Presidente del Consiglio dei Ministri

Al Ministro dei Trasporti

 

e per conoscenza:

Al Ministro dei Beni Culturali e Ambientali

Al Ministro dell'Ambiente e ai Lavori Pubblici

 

 

 

OGGETTO: Progetti FS di alta velocità ferroviaria.

 

 

Gent.mi sig.ri Presidenti e sig. Ministro,

 

leggiamo, nello stralcio dell'audizione alla Commissione Trasporti della Camera dello scorso 28 febbraio, che per la tratta Bologna - Firenze la conclusione della Conferenza dei Servizi dovrebbe aver luogo entro il mese di marzo.

Ancora il Parlamento non ha discusso, tuttavia, il testo del Contratto di Programma, sul quale è attesa una sua espressione di parere.

Note, invece, sono le recenti deliberazioni del Parlamento in sede di approvazione della Legge Finanziaria per il '95 (articolo 5 e ordine del giorno collegato), con le quali Camera e Senato hanno eliminato la destinazione di 2700 miliardi alla TAV, e hanno approvato la destinazione di 8.300 miliardi alle FS Spa per la realizzazione di "un programma di investimento destinato a garantire una moderna distribuzione del sistema ferroviario su tutto il territorio nazionale in relazione all'estensione territoriale e alla densità di popolazione". Il Governo è stato inoltre impegnato a riprogettare, nel totale rispetto delle normative d'appalto europee e delle norme di impatto ambientale vigenti, le tratte Milano-Bologna-Firenze con specifiche di quadruplicamento a velocità massima di 220 chilometri orari" (ben 80 km orari in meno della precedente ipotesi di progetto), e dovranno essere portati a compimento i programmi già attivati della linea Pontremolese (strategica ai fini di una efficiente mobilità delle merci in relazione all'integrazione del trasporto rotaia-cabotaggio), e delle linee Falconara-Orte e Bologna-Verona (raddoppio).

Altrettanto note e articolate sono le resistenze all'esecuzione delle ipotesi progettuali presentate dalle FS da parte delle popolazioni, delle Amministrazioni locali, di stimate donne e uomini di scienza, arte, cultura e spettacolo, di esperti di settore. Preoccupanti, d'altro canto, le circostanze che stanno inducendo i sindaci della tratta Roma-Napoli a revocare le

autorizzazioni per i lavori.

Nello stesso testo relativo all'audizione in Commissione del 28 febbraio si sottolineano due esigenze prioritarie:

- quella di "perfezionare il meccanismo di finanziamento dei progetti per renderlo capace di coinvolgere in maniera più incisiva il capitale di rischio privato", di "studiare modifiche del meccanismo finanziario capaci di ridurre concretamente il pericolo di arrivare ad una situazione di pubblicizzazione delle eventuali perdite e di privatizzazione dei profitti", di "analizzare attentamente le implicazioni per le strategie pubbliche di un aumento di capitale che sottragga il controllo della Società TAV allo Stato";

- quella di "curare, nel modo più attento possibile, gli aspetti che riguardano l'impatto ambientale ed archeologico sin dalla fase della progettazione, in modo da conciliare la necessità del rispetto dei territorio con quella di evitare successivi aumenti dei costi".

Noi condividiamo totalmente queste esigenze. Ed esse non possono non riferirsi, a nostro avviso, all'intero progetto di potenziamento e velocizzazione della rete ferroviaria nazionale, e in quanto tali non applicarsi anche alla tratta Bologna - Firenze.

Paiono infatti a noi comunque di tale generale rilevanza 1e cautele e gli obiettivi indicati, da non potersene sensatamente prevedere l'adozione per frammenti separati dell'opera, che semmai proprio in contesti delicatissimi come quello dell'attraversamento appenninico e del contatto con la città di Firenze esige la massima delle attenzioni.

La scelta per cui "dalla definizione delle tratte sono esclusi i problemi relativi all'attraversamento dei maggiori centri urbani (Bologna e Firenze, per esempio) che sono oggetto di separata considerazione" non può nei fatti trovare riscontro in un serio impegno progettuale, che risulti affidabile sotto il profilo urbanistico, trasportistico ed economico. La separazione nodo - tratta, già rifiutata dai Consigli regionali e dalle amministrazioni comunali dei capoluoghi, oltre a comportare la predeterminazione dì fatto della soluzione dei nodi, a meno di pesanti aggravi economici (la rigidità dei raggi di curvatura sulla tratta restringerà sensibilmente il campo delle scelte sui nodi cittadini), contraddice il carattere unitario dei progetto così come è stato concepito. In particolare è necessario ricordare come il sistema A.V. sia stato inserito nelle leggi di finanziamento, già con la Finanziaria del '94, come componente unitaria, della quale si richiede una valutazione complessiva riguardante da una parte le componenti infrastrutturali del progetto nella loro interazione funzionale, e dall'altra la possibilità di valutare l'effettiva utilità sociale dell'opera, verificabile solamente attraverso un attento studio dell'integrazione del progetto A.V. con l'intero sistema infrastrutturale viario.

L'impegno formulato dal Parlamento, e le nuove specifiche tecniche e trasportistiche dettate, permettono infatti di riconsiderare non soltanto i tracciati all'interno del corridoio prescelto, ma di riconfrontare corridoi diversi (fra questi, quello del "naturale" quadruplicamento della linea già in esercizio.

Pesano in ogni caso sull'individuazione del tracciato della tratta Firenze-Bologna, oltre alle numerosissime controindicazioni di merito già segnalate nelle osservazioni dei cittadini, dei comitati, delle associazioni e degli esperti di settore, altre circostanze, alcune delle quali purtroppo verificate anche in altri contesti, di nodo e di tratta:

Si tratta qui di difendere dunque non solo il merito di una deliberazione autorevole e vincolante, ma addirittura la stessa legalità istituzionale, contro palesi tentativi di forzatura.

Nel caso della Regione Toscana, ancora il 20 dicembre scorso, alla vigilia dell'ultima seduta della Conferenza dei servizi per la tratta Bologna-Firenze, il Consiglio ha inoltre posto come condizione per la conferma di ogni eventuale autorizzazione ai lavori per quella tratta 1a definizione di un accordo - ben lungi dall'essere stato raggiunto - sul nodo di Firenze.

Signori Presidenti, signor Ministro.

L'Italia, per morfologia territoriale e distribuzione degli insediamenti, non è concepibile come un mero deserto da attraversare. E' al contrario abitata da milioni di persone che si muovono giornalmente lungo un'infinità di assi che uniscono tra di loro i centri abitati, tra cui molti sprovvisti di mezzi di collegamento pubblici efficienti e funzionali, in particolare ferroviari. Il nerbo portante della popolazione ferroviaria è costituito da centinaia di migliaia di pendolari, da viaggiatori occasionali, e - nella prospettiva di una sana politica dei trasporti - da consistenti flussi turistici distribuiti sull'intero territorio nazionale, sulle corte e medie distanze, che si spostano tra numerosi punti di imbarco. E' a loro che deve rivolgersi un saggio piano di potenziamento delle ferrovie. E' lì che progressi percentualmente contenuti faranno i grandi numeri.

Siamo dunque favorevoli al potenziamento e all'ammodernamento dell'intera rete, e al riequilibrio del trasporto ferroviario di passeggeri e merci tra le aree del Nord e del Sud del nostro Paese, e tra le diverse aree di ogni singola regione. Riteniamo che si debba a questo scopo attribuire priorità agli investimenti per il trasporto ferroviario regionale e metropolitano mirati ad integrare con i nodi i grandi assi di comunicazione ferroviaria.

 

La preghiamo di tener conto con cortese urgenza degli argomenti proposti.

Alla luce di quanto richiamato, un'eventuale prossima seduta delle Conferenze dei servizi non potrà avere - a nostro parere - che carattere interlocutorio, anche in considerazione del fatto che stanno scadendo i mandati dei Consigli regionali, provinciali e comunali.

Una volta approvato il nuovo contratto di programma, sarà a nostro avviso compito istituzionale delle Conferenze dei servizi dedicarsi all'analisi e alla discussione delle riprogettazioni delle tratte alle condizioni fissate dal Parlamento, in stretta e inscindibile connessione progettuale, trasportistica ed urbanistica con i progetti relativi ai nodi.

 

 

 

 

Hanno firmato

 

 

 

I Sindaci dei Comuni di

Il Coordinatore dei Sindaci della Val di Susa contro i progetti di Alta Velocità

Il Presidente della Comunità Montana di Mugello, Alto Mugello, Val di Sieve

Il Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni contro i progetti di Alta Velocità

di Firenze, Terzolle, Mugnone e Mugello

I Coordinamenti dei Comitati contro i progetti di Alta Velocità di

I Comitati contro i progetti di Alta Velocità di

Le Associazioni

Il Comitato Ferrovie Ambiente Castelfranco

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