Associazione di volontariato Idra

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COMUNICATO STAMPA     Firenze, 8.8.'07

 

CARA IDRA, TI SCRIVO....: TAV E SICCITÀ IN MUGELLO E A MONTE MORELLO.

TORRENTE CARZA MAI COSÌ ASCIUTTO DA MONTE MORELLO: I CITTADINI FOTOGRAFANO E SCRIVONO, L’ASSOCIAZIONE IDRA TRASMETTE ALLE AUTORITÀ.

 

L’ultima segnalazione di danni all’ecosistema del Mugello e di Monte Morello attraversato dalla TAV arriva da un cittadino di San Piero a Sieve: Giulio Vannini lancia un accorato allarme sulle condizioni drammatiche del torrente Carza, che scende (anzi, scendeva) dal Monte Morello alla Sieve. Adesso quel torrente – nel quale i ragazzi usavano andare a fare il bagno d’estate quando la spiaggia della Versilia era ancora troppo lontana... – è diventato una pietraia. Morto. Lo documentano otto foto scattate in punti diversi del suo corso.

 

Anche l’estate del 2006 Idra segnalò una moria di pesci che si registrava nel torrente Carza.

Ci si domandava – e ci si domanda tuttora - che ruolo giochi in questa emergenza la “galleria di Vaglia” della TAV e la gestione delle acque che essa intercetta. Il principale affluente del Carza, la Carzola, impattato dagli scavi per l’Alta Velocità, è infatti una pietraia ormai da diversi anni.

Nella lettera alle autorità Idra torna sull’argomento: “Dove finiscono le acque intercettate dalla galleria? Vengono restituite all’ambiente? Come mai in Mugello si è provveduto in qualche modo a rimpinguare almeno artificialmente (seppure con grosse lacune) alcuni corsi d’acqua impattati attraverso i “rilanci” dalle gallerie, e invece a Monte Morello niente del genere sembra essere stato programmato? Ci attendiamo una cortese risposta, anche in termini operativi, a questa richiesta, che affianchiamo alla segnalazione pervenutaci”.

 

La prima notizia pubblica dell’impatto sulle falde settentrionali di Monte Morello, con il prosciugamento della Carzola  (i toponimi “Carza” e “Carzola” indicano chiaramente la natura quasi-carsica dei terreni attraversati, particolarmente a rischio dunque per effetto degli scavi), la lanciò proprio Idra il 22 giugno 2001, il giorno prima che la magistratura fiorentina avviasse la grande operazione di sequestro del cantiere TAV di Marzano in Mugello, e di sette cave e di otto depositi TAV disseminati lungo l’intera tratta toscana, fra Sesto Fiorentino e Firenzuola. Un provvedimento cui fece seguito il processo penale ancora oggi in corso presso il Tribunale di Firenze, col rinvio a giudizio dei costruttori CAVET e di altre imprese appaltatrici per una quantità cospicua di ipotesi di reato.

 

Questo il testo della lettera (nostri i grassetti), accompagnata da otto fotografie (allegate) scattate il 2 agosto. Idra ha girato la segnalazione ai sindaci di Vaglia e di San Piero a Sieve, ai presidenti della Comunità Montana del Mugello, della Provincia di Firenze e della Regione Toscana, ai nuovi assessori alla Tutela ambientale e alla Difesa del suolo della Regione Toscana, alla Direzione generale delle Politiche territoriali e ambientali della Regione Toscana, ai direttori generali dell’APAT e dell’ARPAT, ai Comandi Stazione del Corpo Forestale dello Stato di Ceppeto e di Barberino di Mugello, all’Osservatorio Ambientale Locale del Mugello, all’Osservatorio Ambientale Nazionale presso il Ministero dell’Ambiente.

 

 

Spettabile Associazione,

 

prendo l'avvio da un comunicato stampa dell'anno scorso (http://www.idraonlus.it/vecchiosito/16-9-'06.htm), quando la situazione del fiume Carza nel paese di San Piero a Sieve era allarmante, ma ancora ben lontana dai livelli, a dir poco drammatici, raggiunti all'inizio dell'estate di questo anno. Se infatti l'anno scorso nei tratti a monte di San Piero a Sieve vi era ancora un'esigua quantità di acqua, quest'anno la situazione è gravemente peggiorata: non si tratta più di qualche giorno di secca e di qualche centinaio di metri di fiume prosciugato, ma il disastro riguarda praticamente tutto il corso del fiume a sud di Vaglia, con ripercussioni future incalcolabili, non solo per il Comune di San Piero, ma anche per i corsi a valle, Sieve e Arno, fatto che vanifica anche parte dei sacrifici che il Mugello ha dovuto affrontare per la costruzione dell'invaso di Bilancino. E' inutile sottolineare che ogni tipo di fauna che negli anni passati riusciva a sopravvivere, magari nelle pozze più ampie a monte di San Piero, quest'anno è stata per lo più sterminata, con scarse possibilità di ripopolamento futuro. Il danno è perciò irreparabile, e ad esso si aggiunge che almeno da un mese alcuni pozzi privati sono già rimasti a secco. A distanza di meno di un anno la situazione è dunque drammaticamente precipitata, e i cittadini di San Piero rumoreggiano e si interrogano ancora: dove finiscono le acque intercettate dalle gallerie? Quali sono gli interventi degli enti preposti a valutare, a contenere, e quando non fosse, a risarcire un simile disastro ambientale? Nessun cenno sulla stampa locale, nei comunicati ufficiali dei Comuni, della Comunità Montana, fosse anche solo per trasparente rispetto verso la popolazione che direttamente subisce il danno? Che strumenti abbiamo, noi cittadini, di fronte a un così dannoso disinteresse delle istituzioni?

 

Giulio Vannini

San Piero a Sieve

 

 

Confluenza torrente Carlone

 

 

 

Località Carlone

 

 

 

Località Case Nuove Taiuti

 

 

 

Località La Luna, 1

 

 

 

Località La Luna, 2

 

 

 

Località La Luna, 3

 

 

 

Località Tagliaferro, 1

 

 

 

Località Tagliaferro, 2

 

 

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