Associazione di volontariato Idra

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Totale n. 3 pagine (questa inclusa)

Firenze, 5.11.'99

AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE

ALTA VELOCITA' FRA FIRENZE E BOLOGNA:

DOPO PIU' DI TRE ANNI DI CANTIERI

IL PRIMO CONFRONTO PUBBLICO IERI

NELLA SALA CONSILIARE DI BORGO S. LORENZO

 

 

Un folto pubblico all'Incontro dibattito con le associazioni ambientaliste organizzato ieri 4 novembre dal Ministero dell'Ambiente, Osservatorio Ambientale per il Quadruplicamento Ferroviario Veloce Tratta Bologna-Firenze, presso la Sala del Consiglio Comunale di Borgo S. Lorenzo, sul tema L'Impatto ambientale della tratta Alta Velocità Firenze-Bologna: problemi rilevati e soluzioni indicate per l'area toscana.

Una partecipazione ampia, rappresentativa e qualificata, nonostante il boicottaggio informativo dei sindaci, che - per quanto ci risulta - non avrebbero dato notizia del convegno neppure alla stampa. Sindaci che Idra ha ringraziato ironicamente per la cura dimostrata nella tutela dei diritti delle popolazioni amministrate, e per tutti gli altri (quali? quando?) appuntamenti informativi e di dibattito sull'intera tratta promossi con le popolazioni del Mugello e dell'Alto Mugello (quello di ieri ha avuto luogo com'è noto per iniziativa del presidente dell'Osservatorio Ambientale nazionale).

36 richieste circostanziate di chiarimenti e di informazione sono state consegnate ufficialmente da Idra in un documento di 14 cartelle indirizzato a tutti i singoli componenti dell'Osservatorio Ambientale (presidenza dell'Osservatorio, Ministero dei trasporti, Ministero dell'ambiente, Regione Toscana, Regione Emilia Romagna, Italferr spa, Tav spa) e al suo supporto tecnico (ARPAT), affinché ciascuna componente risponda - per iscritto - alle questioni che le competono istituzionalmente.

Nel corso del dibattito sono emersi con chiarezza cristallina sia i tantissimi problemi concreti che investono la vita quotidiana delle popolazioni attraversate dall'Alta velocità, sia le numerose e gravi omissioni degli organi istituzionali preposti all'approvazione e al controllo dei progetti.

Piercarlo Tagliaferri, della la comunità di San Pellegrino (Firenzuola), definitosi "una persona colpevole di essersi trovata involontariamente a casa sua", ha denunciato con vigore in una memoria letta ai presenti una quantità impressionante di disagi:

Il sig. Tagliaferri ha concluso lamentando una mancanza assoluta di sensibilità (le mine vengono fatte brillare senza preavviso anche là dove abitano anziani cardiopatici): è evidente il disconoscimento di regole elementari pur sottoscritte. Mentre i testimoniali di stato per i doverosi indennizzi non sono stati estesi a tutti.

Sulla questione degli indennizzi alle persone e della salvaguardia dell'ambiente Marzia Malavolti, del Comitato Santerno - Strada statale Imolese, ha detto che per ora non si sono visti né gli uni né l'altra.

Paolo Bassani, dell'Osservatorio naturalistico del Mugello, ha lamentato il fatto che nello Studio di Impatto Ambientale mancava qualsiasi accenno alla fauna ornitica di passo, mentre invece l'area dei Crocioni, a Scarperia, sconquassata dal passaggio della linea TAV, si trova su una importantissima rotta migratoria, in particolare di gru e cicogne, contate rispettivamente fino a 222 e fino a 59 individui tutti nello stesso momento. "Si deve garantire che il progetto non è da considerarsi finito finché non sarà stata fatta la risistemazione ambientale", ha chiesto, sollecitando un impegno più netto anche da parte del WWF.

A proposito degli aspetti ambientali del progetto, Leonardo Lombardi in rappresentanza del WWF si è chiesto: "A fronte di uno studio di impatto ambientale così deficitario e superficiale, nonostante meritasse al contrario il massimo di accuratezza vista la grande complessità dell'opera, come si è potuto mai avere un parere positivo da parte del Ministero dell'Ambiente?" Lombardi ha spiegato che una conferenza come quella di ieri andava fatta preventivamente, non adesso che è comunque tardi per tanti danni ormai irreversibili. E ha osservato che anche lo Studio di Impatto Ambientale del progetto TAV di Sesto Fiorentino e Monte Morello è carente sotto il profilo dello studio idrogeologico e vegetazionale. Ha raccontato infine un episodio davvero paradossale: fra le "compensazioni" ai disagi ambientali provocati dalla TAV compare anche la riapertura all'attività venatoria di un'area prima vincolata!

Piera Ballabio, della Legambiente, ha messo il dito sulla grave mancanza di una valutazione complessiva di impatto di tutte le "grandi opere" in cantiere nel Mugello (Alta velocità, Bilancino, Variante di valico), e ha definito l'incontro di ieri una "passerella" per l'apertura di un ufficio (quello dell'ARPAT) che andava aperto due anni fa.

Dura anche la posizione di Benedetto Annigoni, intervenuto per Italia Nostra, secondo il quale non si sta cercando di porre rimedio in maniera adeguata ai danni in corso. Non si sono valutati gli aspetti della convenienza economica nel progetto, compresi tutti i controlli possibili. E come al solito il costo ambientale è un costo sommerso, di cui deve farsi carico la collettività. Annigoni ha proposto di far gravare sul CAVET il peso economico delle irregolarità documentate, e ha chiesto di fare tutti insieme "una riflessione sui poteri forti: la scelta dell'Alta Velocità ci è stata imposta a scatola chiusa quando era una mostruosa bestialità".

Giuliana Bianchi, del Comitato contro i progetti AV di Sesto Fiorentino, ha fatto notare la clamorosa assenza del sindaco di Sesto Fiorentino, nonostante che questa città faccia parte a tutti gli effetti della tratta Bologna-Firenze, e ha chiarito: "Noi non vogliamo subire quello che è successo in Mugello, anche perché da noi sarebbe disastroso, visto che i cantieri sono stati collocati in piena città".

Gianni Biagi, rappresentante della Regione Toscana nell'Osservatorio Ambientale nazionale, ha risposto che "Sesto non è presente perché qui c'è una situazione più avanzata: su Sesto si farà un approfondimento specifico". Ha dichiarato inoltre che il parere dell'Autorità di bacino dell'Arno sulla tratta Bologna-Firenze non era dovuto al momento dell'approvazione, perché nessuna legge lo imponeva (perché allora - si chiede Idra - il prof. Raffaello Nardi, segretario dell'Autorità di Bacino, ha sentito il bisogno di scrivere nero su bianco, al momento di formulare l'"Atto di assenso" sul progetto di Sesto Fiorentino, nel luglio '98, che "prima del 7 luglio 1998 all'Autorità di Bacino non è stato richiesto parere sul progetto relativo alla realizzazione della linea ferroviaria veloce Bologna-Firenze, ad eccezione di osservazioni espresse al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, perché invitata, in fase molto preliminare, prima della definizione del tracciato"?).

Poco dopo l'arch. Biagi ha abbandonato i lavori.

Idra è comunque riuscita a spuntare alcune prime risposte importanti ai quesiti posti nel volantino distribuito a tutti i convenuti.

A proposito degli interventi in tutela dell'ambiente, il dott. Piero Biancalani dell'ARPAT ha detto che - vista la scarsissima attenzione da parte di CAVET nella gestione di questi problemi - sarebbe importante adottare accorgimenti non previsti nella normativa: "non siamo più in grado di fronteggiare la situazione con mezzi coercitivi legati alla normativa";

Alesandro Lippi, direttore generale dell'ARPAT, ha ammesso: "Che ci sia un degrado del sistema fluviale del Mugello è un dato reale".

Alla domanda se i provvedimenti che verranno presi per arrestare l'emorragia delle risorse idriche, il prosciugamento di fonti e sorgenti, i cedimenti in superficie e il generale dissesto idrogeologico nel Mugello e nell'Alto Mugello riguardano tutte le gallerie o soltanto quelle alluvionate, il dott. Lippi ha risposto che "a nostro parere dovrebbero riguardare tutte le gallerie".

Alla domanda se vengono pienamente rispettati i vincoli di tutela previsti dalla Direttiva europea 92/43/CEE "Habitat" nei Siti di Importanza Comunitaria deliberati dal Consiglio Regionale della Toscana (Conca di Firenzuola, Sasso di Castro, Monte Beni, Giogo, Colla di Casaglia, Monte Morello), il dott. Lippi ha risposto che "sito per sito dobbiamo verificare: se troviamo situazioni non congrue (come è possibile che si verifichi), dobbiamo farne rapporto".

Rispondendo alla domanda sulla congruità della dotazione organica dell'ARPAT nei ruoli di vigilanza, il dott. Lippi ha ammesso che "ci sono evoluzioni che non sempre hanno risposte nei ruoli e negli organici". Ma ha continuato a difendere la validità dei controlli.

Sulla richiesta di trasparenza in materia di risorse finanziarie, il dott. Lippi ha detto di non accettare "illazioni": se c'è bisogno di vedere quali risorse finanziarie afferiscono all'ARPAT e come esse vengono utilizzate, si può andare in qualsiasi momento a fotocopiarne la documentazione (è quanto chiedono da mesi i cittadini associati in Idra!). "Se ci sono altri elementi, ha aggiunto il dott. Lippi, si vada alla magistratura! Con la quale, ha rivelato per inciso, l'ARPAT ha lavorato per 50 giorni su alcuni aspetti della cantierizzazione TAV, e le indagini sono ancora in corso".

Molte invece le domande rimaste ancora senza risposta.

Fra queste:

Il presidente dell'Osservatorio Ambientale nazionale, ing. Fabio Trezzini, ha concluso ricordando che purtroppo l'Osservatorio non dispone di risorse illimitate (7 miliardi per tutta l'opera!).

Ha comunque assunto l'impegno a formulare risposte scritte ai quesiti consegnati da Idra, affermando, a proposito della giornata di ieri: "Credo che questo rapporto inaugurato oggi debba continuare, attraverso un flusso di informazioni a doppio senso".

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