Associazione di volontariato Idra

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aderente ad Alternativa ai progetti TAV - Federazione Nazionale dei Comitati e delle Associazioni

 

COMUNICATO STAMPA

Firenze, 4.4.'01

 

SALUTE E SICUREZZA NEI CANTIERI TAV:

IDRA SMENTISCE CAVET A SUON DI DATI ASL

E DEPLORA LE RISPOSTE DEL SINDACATO E DI CLAUDIO MARTINI

A PIETRO MIRABELLI.

Altro che "modello unico e di avanguardia nel panorama delle grandi infrastrutture" (dichiarazioni attribuite a CAVET su la Repubblica, Il Corriere di Firenze, 4.4.'01)! La denuncia di Pietro Mirabelli sulle condizioni di lavoro e di vita nei cantieri CAVET è forse anche troppo misurata. Basta leggere l'ultima relazione dell'ASL 10, Dipartimento della Prevenzione, proprio sul cantiere "Il Carlone". Quel cantiere nel quale il segretario FILLEA della Camera del Lavoro di Firenze Manola Cavallini dichiara che "le condizioni di sicurezza sono di gran lunga migliori di quelle di altri cantieri" (la Repubblica, 3.4.'01). La relazione è firmata dagli ufficiali di polizia giudiziaria dell'ASL ed è vistata dal referente della zona nord ovest dott. Aldo Tomassini.

Eccone alcuni stralci. La descrizione dello "stato dell'arte" e il tenore delle prescrizioni formulate dall'ASL la dicono lunga sui livelli di salute e di sicurezza assicurati nei "salotti" CAVET sotto l'Appennino ai "fortunatissimi" operai di ogni parte d'Italia ospitati nei cantieri TAV.

Leggiamo insieme.

"Nel periodo da Luglio 2000 a Gennaio 2001, presso la Galleria Vaglia T5 loc. Il Carlone (Vaglia) sono stati eseguiti dei sopralluoghi e delle indagini da parte degli operatori UPG per la verifica delle condizioni di lavoro ed il controllo del rispetto delle norme della vigente legislazione in materia di prevenzione infortuni ed igiene del lavoro, con particolare riguardo alle condizioni di esposizione dei lavoratori ai gas di scarico ed al funzionamento dell'impianto di ventilazione".

Vediamo alcuni dei risultati di queste indagini (sintetizzati in 4 pagine di relazione, ma illustrati in un allegato di 40 pagine).

"Il sistema di ventilazione attuale non è più in grado di "pompare" una quantità d'aria sufficiente per realizzare le fasi di scavo con martellone e trasporto del marino fuori dalla galleria, così come previsto nei Piani di sicurezza Generale e Piani Operativo Particolareggiato di Sicurezza Dlgs 494/96, relativamente alle portate d'aria da garantire al fronte rispettando la norma di riferimento utilizzata (Raccomandazione SIA 196 Edizione 1998). (…) Nel penultimo Piano Operativo Particolareggiato di Sicurezza Dlgs 494/96 (Dicembre 1999) si prevedeva di installare un'altra stazione di rilancio alla progressiva 72+400 con 4 ventolini di 250 Kw. La progressiva 72+400 è stata raggiunta il 10 Aprile 2000. In seguito con l'ultima revisione del Piano Operativo Particolareggiato di Sicurezza Dlgs 494/96 (Giugno 2000) venne ufficializzata la scelta di procedere alla costruzione di un pozzo di ventilazione alla progressiva 72+277, eliminando così i condotti di ventilazione nel tratto di galleria precedente al pozzo. Quindi con la costruzione del Pozzo di Ventilazione il Consorzio Cavet ha dichiarato l'intenzione di modificare l'attuale sistema di ventilazione al fine di garantire le portate d'aria previste. Il pozzo di ventilazione, e così il nuovo sistema di ventilazione, dovevano essere operativi nei primi di settembre 2000, poi in seguito, nei primi di gennaio del 2001. Nella realtà ad oggi, per tutta una serie di ritardi, il pozzo è ancora in fase di costruzione e si prevede l'installazione del nuovo sistema fra non meno di tre mesi".

E ancora.

"Le misure di prevenzione devono essere aggiornate in relazione ai mutamenti organizzativi e produttivi che hanno rilevanza ai fini della salute e della sicurezza del lavoro, ovvero in relazione al grado di evoluzione della tecnica, della prevenzione e della protezione. In particolare al fine di diminuire l'esposizione di tutti i lavoratori operanti in galleria durante le operazioni di smarino si dovrà modificare-aggiornare l'intero sistema di ventilazione ai fine di rispettare le misure di prevenzione previsti nei documenti di valutazione del rischio aziendali (Piani di Sicurezza) e dalle norme vigenti.

Misure immediate ed urgenti

Al fine di ridurre immediatamente i rischi derivanti dall'esposizione ai gas inquinanti dei lavoratori, in attesa dell'attuazione delle misure globali definitive di cui sopra, dovranno essere adottate specifiche misure urgenti di tipo organizzativo e procedurale, quale la riduzione del carico inquinante in galleria durante le operazioni di smarino. Tale misura può essere ottenuta mediante l'aumento dei tempi necessari per la realizzazione dello smarino e quindi attraverso una procedura che regoli l'accesso dei mezzi in galleria in numero ridotto rispetto alla situazione attuale (limitando così il numero dei mezzi al fronte). Durante le operazioni di smarino, con l'attuale quantità d'aria, i mezzi che potranno operare al fronte sono: n.1 dumper, n.1 Martellone escavatore, n.1 Pala meccanica. Non è permesso la sosta di altri dumpers nella zona del fronte in attesa di essere caricato.

Respirabilità dell'aria

L'aria ambiente della galleria per gli operatori addetti alle mansioni di palista, escavatorista, dumperista e caposquadra minatore, addetti alle operazioni di smarino, non risulta respirabile ed esente da inquinanti entro i limiti di tollerabilità.

L'aria ambiente negli scavi sotterranei deve essere mantenuta per quanto più possibile respirabile, riducendo al minimo gli inquinanti dovuti alle emissioni dei motori diesel mediante sistemi o impianti di ventilazione atti ad eliminare o a diluire tali gas entro limiti di tollerabilità.

In particolare al fine di diminuire l'esposizione dei lavoratori si dovrà intervenire con sistemi tecnici, organizzativi e procedurali, come ad esempio l'adozione di provvedimenti finalizzati a:

a) RIDURRE LE EMISSIONI DEI GAS PRODOTTI DAI MEZZI:

Organizzando e gestendo un sistema di manutenzione sui motori diesel e sui sistemi di abbattimento di tutti i mezzi che lavorano in galleria, anche per le ditte in subappalto.

Il sistema di manutenzione deve fornire garanzie per una corretta gestione attraverso procedure trasparenti e facilmente verificabili da parte dei soggetti preposti (Direttore di Cantiere e Preposti, SPP di Cavet, Coordinatore Dlgs 494/96, Rappresentanti dei Lavoratori, Organo di Vigilanza ASL). Si ritiene importante munire ciascun mezzo di galleria di un cartello visibile da terra provvista di dati indicanti lo stato di efficienza e manutenzione del mezzo per quanto riguarda le emissioni dei gas di scarico. (…) Tale sistema dovrà prevedere una verifica periodica dell'efficienza dei sistemi di abbattimento dei gas attraverso l'analisi dei gas di scarico.

b) DILUIZIONE DEI GAS DI SCARICO CON IMPIANTO DI VENTILAZIQNE:

Visto che l'attuale dimensionamento dell'impianto di ventilazione risulta insufficiente in quanto la quantità di aria non garantisce la diluizione delle quantità di gas presenti in galleria al di sotto dei valori limite di esposizione, si prescrive di ridimensionare l'impianto senza l'uso dei coefficienti di riduzione (…) (art. 30 comma 1 e art. 105 lettera a) del DPR 320/56).

Misure immediate ed urgenti

Al fine di ridurre immediatamente i rischi derivanti dall'esposizione ai gas inquinanti, in attesa dell'attuazione delle misure globali definitive di cui sopra, dovranno essere adottate specifiche misure urgenti di tipo organizzativo e procedurale, quali:

Mancata valutazione dei rischi e misure preventive

Nel documento di valutazione dei rischi (Piano di sicurezza generale e nei Piano Operativo Particolareggiato di Sicurezza Dlgs 494/96) non è stato valutato il rischio per la salute dei lavoratori addetti alla guida dei mezzi che percorrono l'intero tratto di galleria per più volte durante il turno di lavoro (autisti dumpers, autobetoniere, addetti agli impianti, preposti, ecc.), in particolare per quanto riguarda l'inalazione di aria non fresca contenente elevate quantità di gas scarico. Infatti l'attuale sistema di ventilazione può tutelare soltanto i lavoratori presenti nella zona compresa tra il fronte e l'arco rovescio.

In seguito alla mancata valutazione del rischio non sono state individuate né adottate misure di prevenzione e di protezione.

Il Datore di lavoro, in relazione alla natura dell'attività dell'azienda, quindi tenendo conto dell'effettiva realtà del lavoro, così come esso viene svolto, valuti, nella scelta delle attrezzature di lavoro e delle sostanze o dei preparati chimici impiegati, nonché nella sistemazione dei luoghi di lavoro, i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari.

All'esito della valutazione, il datore di lavoro deve elaborare un documento contenente:

  • una relazione sulla valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute durante il lavoro, nella quale sono specificati i criteri adottati per la valutazione stessa;
  • l'individuazione delle misure di prevenzione e di protezione e dei dispositivi di protezione individuale, conseguente alla valutazione di cui alla lettera a);
  • il programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza.

Relativamente all'adozione di misure di prevenzione da adottare in seguito alla valutazione del rischio, si ritiene importante evidenziare la necessità di adottare sistemi che permettono ai lavoratori di respirare aria salubre e pertanto sistemi che riducono il rischio, quali ad esempio un sistema di ventilazione che permette la fuoriuscita dell'aria inquinata dalla galleria prelevata il più vicino possibile al luogo di maggior produzione (zona fronte/arco rovescio) o attraverso sistemi d'aria pressurizzata e condizionata da installare su ciascuna cabina dei mezzi.

Idoneità ed efficienza dei condotti di ventilazione

L'impianto di ventilazione non risulta installato, utilizzato e mantenuto correttamente. La gestione manutentiva dei condotti d'aria risulta carente in quanto le tubazioni presentano numerose punti ove si verifica notevoli perdite (…).

Si prescrive che le tubazioni che trasportano l'aria in galleria siano oggetto di una manutenzione straordinaria che preveda un revisione puntuale su tutta l'intero percorso del tratto lato Firenze.

Applicazione degli indirizzi interregionali

Con riferimento ai contenuti del presente Foglio di Prescrizione e alla Relazione Tecnica allegata si richiama Codesto Consorzio a rendere operativo nel più breve tempo possibile i contenuti degli indirizzi regionali esposti nella Circolare Interregionale Prot. 27963/PRC del 10/07/2000 relativa a: "Sistema di ventilazione di tipo premente: controllo dei parametri di ventilazione della galleria" ovvero il sistema di misura e registrazione della portata di aria e della prevalenza, utile a monitorare l'efficacia e l'efficienza dell'intero sistema di ventilazione della galleria. L'applicazione ditali indirizzi è auspicabile prevederla nell'occasione della modifiche al sistema di ventilazione.

PER LA RISOLUZIONE DEI PROBLEMI SEGNALATI SONO STATI CONCESSI: 30 (trenta) giorni per tutti i punti".

PUÒ BASTARE?

La logica del "meno peggio" non può consolare nessuno.

E' davvero singolare che una sindacalista (una donna) difenda l'impresa alle quale sono state "riscontrate e contestate violazioni alle norme sull'orario di lavoro e sui riposi settimanali per centinaia di lavoratori" (documento della Direzione Provinciale del Lavoro di Firenze datato 7 febbraio 2001) vantando "soltanto due morti", e giustificandola con l'argomento che in altri cantieri le cose vanno anche peggio! Quale ruolo svolge il sindacato oggi?

E come fa il presidente della Giunta regionale Claudio Martini a dichiararsi così convinto della buona qualità della vita di un lavoratore immigrato in Toscana, "in regola con le leggi e con la possibilità di essere tutelati dai sindacati" (la Repubblica, 4.4.'01) alla luce di tutto quello che sta emergendo? Perché la Regione Toscana non ha ottemperato all'impegno a istituire un Osservatorio Sociale sull'Alta Velocità, come era previsto nel Protocollo d'intesa sottoscritto il 21 dicembre 1995 "per l'individuazione di politiche di intervento nell'area e nei Comuni interessati dal quadruplicamento veloce della linea ferroviaria Firenze-Bologna"?

Eppure lo stesso Claudio Martini, allora assessore alla Sanità, ha dovuto ammettere nel convegno sul tema L'impatto della costruzione della linea veloce Bologna-Firenze sui servizi sanitari del territorio a novembre del '99 che "se la Conferenza di servizi per la tratta Bologna-Firenze fosse stata fatta oggi, le soluzioni sarebbero state probabilmente diverse". Poco prima di lui, in quello stesso convegno, il responsabile del Dipartimento Prevenzione dell'ASL di Firenze dott. Giuseppe Petrioli aveva riconosciuto che nella Conferenza di servizi "vi è una sostanziale carenza non essendo presenti professionalità specifiche volte ad esaminare gli aspetti di prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro. Per cui autorizzazioni rilasciate senza un'attenzione particolare a questi aspetti continueranno poi a dare conseguenze nel tempo".

A chi devono essere ascritte, se non alla Giunta Chiti di cui l'allora assessore e oggi presidente regionale Claudio Martini faceva parte, le responsabilità politiche della chiusura monca, arrogante e frettolosa di quella Conferenza di Servizi il 28 luglio '95?

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