Associazione di volontariato Idra

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Firenze, 4.4. '00

AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE

 

I VERDI SI ACCORGONO SOLO ADESSO DELL'ALTA VELOCITÀ?

SOTTO ELEZIONI PREDICANO BENE,

MA COME HANNO AMMINISTRATO FINORA?

Pare che i Verdi si innamorino delle sorti del Mugello solo ora che è troppo tardi.

L'Alta Velocità è un progetto devastante per l'ambiente (oltre che per l'erario e per la salute dei cittadini e dei lavoratori) CHE I VERDI AMMINISTRANO DA ANNI NEI SETTORI CHIAVE DELL'ESECUTIVO NAZIONALE E LOCALE.

Claudio Del Lungo aveva firmato subito prima delle passate elezioni amministrative, nel '95, un "patto di garanzia con la cittadinanza" che escludeva nel merito e nel metodo la scelta dell'Alta velocità modello TAV. MA APPENA DIVENUTO ASSESSORE REGIONALE, SE NE È DIMENTICATO: quelle clausole sono finite nel cestino.

L'assessore Del Lungo ha fatto di più. GIÀ NELL'INVERNO DEL '96 ATTACCAVA IL PROF. RAFFAELLO NARDI, segretario dell’Autorità di Bacino dell'Arno, che insieme al ministro Baratta aveva tentato di proibire l’apertura di nuove cave in Toscana. Con Del Lungo si schierò la Federazione dei Verdi della Toscana. Risultato: sulla Sieve si è potuto continuare a cavare.

Nella delibera del prof. Nardi si rilevava - responsabilmente - che in Toscana "l'attività estrattiva (...) ha portato modificazioni dei flussi idrici superficiali e/o sotterranei con alterazione della rete drenante nei territori di collina e di montagna e intercettazione della falda freatica nei territori di pianura, in certi casi con interruzione areale dell'acquifero per la sostituzione del materiale permeabile prelevato (ghiaie, sabbie, etc.) con limi e argille (...). Ulteriori aperture di cave comprometterebbero l'assetto territoriale del bacino dell'Arno, creando un irreversibile pregiudizio ambientale e/o idrogeologico e/o idraulico". Come naturale conseguenza di questa analisi l’Autorità di Bacino e il Ministro sancivano, con quella delibera n. 81, che "nel bacino del fiume Arno è vietata l'apertura di nuove cave di collina e di pianura, nonché l'estrazione di materiali inerti lungo tutti i corsi d'acqua, sia in alveo ordinario che nelle aree golenali e nelle aree di naturale esondazione (...) fino all'approvazione del piano di bacino e comunque per un periodo non superiore a tre anni". A tale vincolo si ammetteva di poter derogare solo "nel caso di necessità straordinarie per la realizzazione di opere urgenti di pubblica utilità". Ma, a garanzia della correttezza del procedimento, questa natura "straordinaria" doveva essere riconosciuta "congiuntamente da Regione Toscana e Autorità di bacino", e il parere di quest'ultima in tal senso era "vincolante", e doveva essere espresso "nel termine di sessanta giorni dal ricevimento del progetto, corredato dalla documentazione tecnica necessaria, integrata da una valutazione di compatibilità ambientale".

Perché dunque tanto scandalo? Cosa c’era in gioco? Una mega-cava lungo la Sieve, necessarissima alla costruzione del tunnel TAV, da Firenze fino a Marzano, fra Scarperia e Firenzuola. Che importa se quella zona rientrava e rientra nelle aree di naturale esondazione della Sieve, in spazi già individuati dall’Autorità di Bacino come casse di laminazione del fiume Sieve? Che importa se nelle immediate vicinanze, dalla parte opposta della Sieve, ci sono i pozzi dell'acquedotto di Borgo San Lorenzo? Che importa se siamo sui più fertili campi della vallata, già fonte di foraggio biologico per le mucche produttrici dello speciale latte del Mugello della Mukki? Quella cava permetteva e permette di movimentare 2.400.000 metri cubi di inerti. Senza contare l’enorme quantità di materiali aggiuntivi che gravano - stando ai dati forniti dal Parere n. 264 del 23 luglio ’98 del Ministero dell’Ambiente - sulla stessa area di Cardetole per la cantierizzazione TAV di Sesto Fiorentino, approvata il 28 luglio '99: 670.000 metri cubi in più di inerti da prelevare, 405.000 metri cubi in più di materiale di risulta da accogliere.

L'assessore verde Del Lungo ha chiesto IL RISPETTO DELLE NORMATIVE EUROPEE PER LA TUTELA DEGLI HABITAT? UNA VOLTA SÌ, QUATTRO NO.

Intorno al progetto di apertura di una cava sulle pendici del Monte Beni, a Firenzuola, per estrarre materiale occorrente alla realizzazione della Variante di Valico, il Ministero dell’Ambiente e l'assessore Del Lungo sono intervenuti per ricordare che l’area è interessata da una proposta, avanzata dalla stessa Regione, di Sito di Importanza Comunitaria ai sensi della Direttiva 92/43 dell’Unione Europea (Direttiva Habitat) relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche. E oggi Monte Beni (ma non Sasso di Castro, che pure fa parte dello stesso Sito) è salvo. Ma cosa sono allora la Conca di Firenzuola, il Giogo, la Colla di Casaglia, Sasso di Castro, Monte Morello? Non sono anch’essi Siti di Importanza Comunitaria proposti dalla Regione all’Unione Europea, in base alla Direttiva Habitat?

Il 30 giugno '99, dopo una visita in Mugello ai cantieri alluvionati della TAV, IL CAPOGRUPPO VERDE TOMMASO FRANCI DICHIARAVA: "LA SITUAZIONE È COMPLETAMENTE A POSTO: ORA HANNO ADEGUATO LE POMPE E I TUBI, QUINDI NON C'È NESSUN PROBLEMA PARTICOLARE".

Evidentemente il capogruppo verde Tommaso Franci non aveva verificato in che condizioni erano i fiumi e i torrenti: il Santerno, il Diaterna, il Veccione, il Rovigo. Il verde Tommaso Franci probabilmente non aveva parlato con gli operai, visto che non riferiva nulla sulle pesanti sofferenze sociali e professionali che quei lavoratori vivono tutti i giorni sulla loro pelle. Il verde Tommaso Franci non si era accorto che con l'Alta Velocità le falde si abbassano anche di decine di metri (Rovigo, Castelvecchio), che i pozzi vanno a secco (Firenzuola), che si prosciugano sorgenti e acquedotti comunali (Visignano) e privati (Castelvecchio), che i campi di granturco sprofondano (Luco), che i pascoli vengono privati degli abbeveraggi (Alto Mugello), che le trote e i crostacei muoiono nei torrenti (Diaterna), che scavando si scopre il metano e gli studi non avevano previsto neanche quello (Carlone), che le strade sono occupate da camion, polvere e smog, e sale il rischio incidenti. Senza contare lo stress quotidiano dei cittadini residenti. Cose scritte nero su bianco su carta intestata dell'ARPAT, dei Comuni, della Regione Toscana, dell'ANAS. Il capogruppo Verde Tommaso Franci ignorava che negli accordi firmati a luglio del '95 si leggeva: "i realizzatori dell'opera si impegnano ad adottare nell'esecuzione dei lavori tutte le cautele e precauzioni atte a preservare l'ambiente del fiume Santerno con particolare riferimento al tratto a valle di S. Pellegrino per mantenerne la fruibilità estiva ai fini turistici e ricreativi"? Il verde Tommaso Franci ignorava che negli accordi c'era scritto che si sarebbero adottate "tutte le cautele e precauzioni atte a preservare l'ambiente del torrente Veccione e dell'area naturalistica circostante l'abbazia di Moscheta"? Ma a Osteto, nella Val d'Inferno, che fine ha fatto il torrente Veccione dopo l'alluvione fuori controllo iniziata il 9 giugno scorso e mai cessata? Altro che "sistemazione a verde pubblico lungo il torrente nel tratto tra Moscheta e la confluenza nel torrente Rovigo per mantenere la fruibilità turistica della zona", come recita un'altra bella promessa dell'Accordo procedimentale del 28 luglio '95 fra TAV, Italferr, FIAT e il Comune di Firenzuola!

Il verde Tommaso Franci si diceva però preoccupato per Monte Morello "perché Monte Morello secondo noi è una situazione molto più a rischio e doveva essere studiata di più". Già: ma proprio i Verdi in Consiglio comunale a Sesto Fiorentino hanno approvato il progetto!

E IL MINISTRO VERDE RONCHI? Lo ricordiamo, insieme all'altro sottosegretario verde Gianni Mattioli, per il contributo dato nell'estate del '96 al nobile dibattito sulla Variante di valico, quando AMBEDUE PRETESERO DI ACCREDITARE L'UTILITÀ TRASPORTISTICA DELLA TRATTA AD ALTA VELOCITÀ BOLOGNA-FIRENZE AI FINI DEL TRASPORTO MERCI!!!

SEMBRANO MOLTO ATTENTI, PIUTTOSTO, I VERDI DI FINE SECOLO, AD AMMINISTRARE I MATERIALI DI RISULTA DELLE "GRANDI OPERE".

Il 10 dicembre del '94, lo stesso giorno in cui i comitati cittadini che si battevano contro i progetti AV organizzavano a Firenze a Palazzo Medici Riccardi il loro primo convegno scientifico sulle alternative ai progetti di Alta Velocità, i Verdi organizzavano proprio di fronte, a Palazzo Panciatichi, , un convegno sul recupero degli inerti che si sarebbero cavati dalle "grandi opere" in arrivo, contestate dai cittadini. Invitati d'onore, le FS. Da allora l'interesse dei Verdi per i terreni di risulta degli scavi non è mai diminuito. Anzi. Il 28 luglio scorso, però, davanti alla Commissione Ambiente della Regione Toscana, gli intervenuti all'audizione si sono lamentati della scarsissima trasparenza che circonda il movimento degli inerti intorno ai cantieri TAV sull'Appennino. Da parte sua, Idra ha chiesto - per ora inutilmente - alla Regione Toscana di far conoscere il testo della convenzione con cui è stato affidato all’associazione ambientalista Amici della Terra da parte della Regione stessa l'incarico di studio per la "promozione del riuso produttivo dei materiali inerti estratti dagli scavi" nella tratta ferroviaria ad Alta Velocità Bologna-Firenze e nel nodo di Firenze. Idra considera infatti inopportuno che sia negata la massima trasparenza possibile sul tema delle iniziative istituzionali aventi per oggetto il trasporto e la commercializzazione degli inerti. Settori nei quali proliferano su altre tratte della TAV interessi non limpidi, abbondantemente documentati nelle relazioni della Commissione Parlamentare Antimafia.

Sta di fatto che lo smarino sembra diventato la nuova frontiera della tecnocrazia 'ambientalista' contemporanea.

Intanto, nell’assalto alle risorse e agli ecosistemi, che questo governo e i suoi luogotenenti locali ammantano di "ambientalismo" e buonismo a buon mercato, dell’ambiente si è fatto mera merce di scambio. Così è stato possibile barattare gli elettori del Mugello con una cordata politica romana, l’economia della collina e della montagna coi profitti dell’industria del cemento e del tondino, i beni culturali con le circonvallazioni e i mega-invasi.

 

PER QUESTO IDRA CONSIGLIA:

DIFFIDARE DI QUELLI CHE "PROTEGGONO" IL RAMO

E SEGANO L’ALBERO!

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