Associazione di volontariato Idra

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Firenze, 31.8.'99

AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE

 

SULL'EX SANATORIO BANTI SI ESERCITA LA FANTASIA DEGLI AMMINISTRATORI:

 

OGNI IDEA E' BUONA PUR DI NON ACCONTENTARE LE POPOLAZIONI !

 

Da anni è in preda al degrado e all'abbandono. E' l'ex sanatorio di Pratolino, il Banti, un'architettura significativa degli anni '30, apprezzabile da ogni parte di Firenze e della sua Piana, nel bel mezzo di un grande e magnifico parco. Una struttura sanitaria molto più moderna di tanti reparti di Careggi, sorprendentemente priva di barriere architettoniche, e tuttavia lasciata a se stessa, e solo occasionalmente riutilizzata per questa o quella emergenza profughi.

 

Un comitato di cittadini ha raccolto con le sue sole forze oltre 8.000 firme per arrestare il degrado e  rivendicare l'uso pubblico e sanitario del Banti, ma gli amministratori hanno fatto sempre orecchie da mercante. La sola cosa certa è che sul Banti si sono esercitate le più fervide fantasie pur di non venire incontro alle richieste pressanti di tanti cittadini.

·        Nel '94  il Banti sta per essere trasformato in campo-base per i cantieri dell'Alta Velocità ferroviaria.

·        Nel '98 Regione, Provincia, Comune e Comunità Montana indicano al Ministro dei Lavori Pubblici Paolo Costa il trasferimento del Banti all'INAIL (!) come "priorità per il Giubileo". E su l'Unità del 18 giugno '98 leggiamo tutti quella lettera toccante del delegato del sindaco Primicerio per il Giubileo, prof. Piero Roggi, che scrive al Ministro Costa: "Potrà apparirti improprio che il responsabile per il Giubileo della città di Firenze si possa intromettere nella disputa che vede contrapposti il Ministero del Lavoro e quello del Tesoro da una parte e l'I.N.A.I.L. dall'altra, intorno al blocco dei fondi per il Giubileo. Noi che viviamo nelle città d'arte abbiamo bisogno della recettività povera (a Montedomini, al Banti, al Salviatino si può dormire con poche lire) (….) Vedi caro Ministro, a Firenze vorremmo ospitare tutti: ricchi e poveri. Non vogliamo dire: "Se sei povero non puoi vedere né Botticelli né Donatello". L'arte e la bellezza fermentano nel cuore del turista e fanno crescere la sua dignità, quando torna a casa. E' per questo che quei letti di Montedomini e del Banti ci stanno a cuore, è per questo che devi adoperarti affinché l'I.N.A.I.L. quei soldi li possa avere e spendere". Dunque il Banti per  ospitare i pellegrini poveri (!!!).

·        Nel '99, una volta sfumata l'edificante destinazione giubilare, leggiamo che l'assessore allo sviluppo economico di Vaglia (La Nazione, 29 agosto) vedrebbe bene al Banti una sorta di Casa dello Studente per strappare dalle grinfie degli affittacamere fiorentini i poveri fuori-sede.

Apprezziamo le generose intenzioni dell'assessore di Vaglia, ma prima di spostare gli studenti lontano dalle facoltà e dalla biblioteche, oltre che dal consorzio umano tout court, non converrebbe intervenire per estirpare in città la mala pianta della speculazione? Siamo proprio certi, poi, che gli studenti fuori sede vorrebbero andare a dormire in montagna? E di giorno, chi usufruirebbe di quella struttura e di quel parco? La proposta sembra un po' avventurosa.

Perché invece non si va incontro alle richieste delle popolazioni, che rivendicano in massa il ripristino dei servizi socio-sanitari, l'attivazione di strutture post-degenza e la valorizzazione dei beni naturali e ambientali di cui il parco dispone, ai fini di un'ampia e diffusa fruizione sociale?

 

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