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COMUNICATO STAMPA Firenze, 30.7.'03

CANTIERI APERTI ANCHE DI NOTTE PER LA VARIANTE DI VALICO? LE ASSOCIAZIONI MEDICINA DEMOCRATICA E IDRA METTONO IN GUARDIA IL MINISTRO PIETRO LUNARDI E I SINDACATI: NON SI RIADOTTINO I TURNI MASSACRANTI DELL'ALTA VELOCITÀ!

Le notizie di stampa secondo le quali il ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi ripropone con forza per la costruenda Variante di Valico Bologna-Firenze dell'autostrada A1 la cantierizzazione notturna, già tristemente sperimentata nei cantieri dell'Alta Velocità, suonano oltremodo preoccupanti alle orecchie di Medicina Democratica e di Idra, associazioni da sempre attente ai diritti dei lavoratori alla salute e alla sicurezza.

L'organizzazione dei turni adottata per i cantieri dell'Alta Velocità ferroviaria lungo la stessa martoriata tratta appenninica comporta la sequenza 6-1 / 6-2 / 6-3 (cioè 6 gg. di lavoro / 1 g. di riposo, 6 gg. di lavoro / 2 gg. di riposo, 6 gg. di lavoro / 3 gg. di riposo), e 42 ore medie circa alla settimana. In realtà il valore medio, trattandosi di lavoro altamente usurante, non cancella l’alto numero di giorni e notti consecutivi di lavoro, con riposo inadeguato. Nel famigerato "ciclo continuo" sono previste infatti ogni tre turni 6 notti consecutive. Senza contare le conseguenze nefaste della rottura dei ritmi biologici circadiani, dovute al continuo cambio di orario (diurno, pomeridiano, notturno) settimana dopo settimana. Inoltre non è computato né retribuito il consistente quantitativo di tempo impiegato per raggiungere - in condizioni spesso di notevole rischio lavorativo - il fronte di scavo dal campo base e viceversa, ad ogni turno giornaliero di lavoro.

Medicina Democratica e Idra riterrebbero grave che si riproponesse un'organizzazione del lavoro già definita ad alto rischio, e perciò inaccettabile, dagli esperti invitati a un seminario sul tema tenutosi a Firenze nel giugno 2001, al quale sono intervenuti il prof. Giovanni Costa, docente di Medicina del Lavoro all'Università di Verona, e Fulvio Perini, responsabile sicurezza sul lavoro e membro per la CGIL nazionale del gruppo di lavoro Profili di rischio presso l'ISPESL (Istituto Superiore per la Prevenzione e Sicurezza sul Lavoro). Prima di qualsiasi scelta sulla tipologia di turno da adottare, si ritiene opportuno che le parti sociali (Confindustria e organizzazioni sindacali) si confrontino con i rappresentanti di base e per la sicurezza dei lavoratori (RSU e RLS) e con le Associazioni che, come le nostre, sono in grado di interpellare i propri esperti di prevenzione. Il lavoro notturno, di per sé, non andrebbe adottato nelle attività usuranti come quella in galleria, a lume di ragione. In ogni caso vanno individuate tipologie di turno col minore impatto possibile sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori.

In proposito si ricorda che anche grazie all'impulso di Medicina Democratica e Idra l'Unità Funzionale TAV della ASL 10 di Firenze ha avviato con l'Università di Verona uno studio sul rapporto esistente tra infortuni, patologie e tipologie di turno nei cantieri dell'Alta Velocità. I risultati ufficiali verranno presentati in novembre in due convegni: uno di carattere nazionale su "Lavoro, Disagio ed Alcool", a Borgo San Lorenzo; uno internazionale, sul lavoro notturno, in agenda in Brasile.

I primi risultati della ricerca, presentati in un convegno il maggio scorso a Firenze, relativi al solo fenomeno infortunistico, hanno comunque già fatto rilevare una maggiore incidenza del rischio infortuni tra i lavoratori del 4° turno (nel ciclo continuo) rispetto a quelli del 3° turno (ciclo discontinuo secondo la sequenza 5-2, con 5 notti consecutive) e a quelli che svolgono il turno giornaliero. Peraltro tra questi ultimi si registra un picco infortunistico alla 9^ ora di lavoro (cioè in orario di lavoro straordinario): ciò dimostra che l’altro fattore di rischio è costituito dall'eccesso di ore straordinarie. Al riguardo la Direzione Provinciale del Lavoro di Firenze ha riscontrato massicce irregolarità nei cantieri TAV, con quantità industriali di ore di straordinario oltre il (già elevato) lecito.

Di fronte alla posizione del ministro-costruttore di gallerie, dunque, Medicina Democratica e Idra invitano le OO.SS. a non firmare accordi che monetizzano danni e rischi, perseverando nell’errore, ma piuttosto a rivedere criticamente gli accordi già firmati in altra fase storica (metà anni '90), per addivenire a scelte condivise, accettabili e che pongano al primo posto la salute, la sicurezza e la dignità dei lavoratori.

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