Associazione di volontariato Idra

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COMUNICATO STAMPA      Firenze, 28.5.’05

 

Idra sul Piano Strutturale di Firenze: cassiamo dalle “invarianti intoccabili” le scelte fatte senza informazione e senza democrazia!

 

Chiediamo di cancellare dal capitolo delle “invarianti di programma” del Piano Strutturale di Firenze i progetti legati al nodo ferroviario, al nodo autostradale e alla circonvallazione nord. E’ la proposta avanzata dall’associazione ecologista indipendente Idra e da altri cittadini e comitati al Forum di partecipazione che si è concluso venerdì 26 maggio nel Quartiere 5, il più sotto tiro per le conseguenze dei progetti legati alla realizzazione delle grandi infrastrutture.

“Non si comprende come il Piano strutturale possa arrivare a rubricare fra le Invarianti Strutturali del territorio, e le modalità di tutela delle sue risorse essenziali – spiega Idra nelle osservazioni depositate presso la segreteria del Forum e illustrate venerdì agli amministratori –, interventi che all’opposto saccheggiano e stravolgono tali risorse essenziali al di fuori di qualsiasi processo non solo partecipativo, ma anche banalmente informativo della popolazione, come è stato più volte dolorosamente ammesso dai principali esponenti del governo della città. E’ una clamorosa contraddizione in termini: non si può tutelare una risorsa distruggendola, né si può invocare il diritto alla partecipazione dopo averla evitata.

 

Come si fa a catalogare sotto la definizione, nobile e romantica, di “Statuto dei Luoghi” invarianti blindate dall’impatto ambientale e sociale così lungo, pesante e costoso? Il termine adoperato – argomenta Idra - appare mistificatorio. Se è vero, come si legge nel documento consegnato ai cittadini dall’Amministrazione Comunale, che “il Piano Strutturale tutela la specifica fisionomia insediativa di ciascuna parte della città come elemento da preservare e da valorizzare”, queste parole perdono qualsiasi significato non appena si consideri in quale misura e con quale devastante estensione spaziale e temporale esse vengono contraddette dai contenuti dei progetti delle “Invarianti strutturali di programma”.

In particolare, il cosiddetto “assetto plurimodale del nodo ferroviario” comporta:

·           un laborioso e costosissimo sottoattraversamento AV della città;

·           pesanti interventi di bitumatura e cementificazione in superficie;

·           rischi alla stabilità idrogeologica e dunque a carico del tessuto edilizio e architettonico;

·           una totale incertezza circa gli effetti ambientali, sanitari, economici e sociali legati al trasferimento su ferro e su gomma di volumi ciclopici di materiali di scavo e di materiali da costruzione, trasferimento le cui caratteristiche sono nel primo caso (i materiali di scavo) tuttora clamorosamente indefinite, nel secondo (i materiali da costruzione) addirittura contrattualmente imprecisabili (nel senso che solo ad appalti assegnati sarà possibile conoscere origini e percorsi delle centinaia di migliaia di tonnellate di inerti, sabbia, cemento, acciaio, conci prefabbricati, con buona pace della prevenzione sanitaria e della valutazione di impatto).

Lo stesso teorema secondo il quale gli accordi sottoscritti il 3 marzo 1999 per i progetti dell’Alta Velocità delineerebbero – come si legge nel documento dell’Amministrazione Comunale - “un sistema funzionale integrato di trasporto su ferro in cui un insieme di nuovi interventi, quali il passante e la nuova stazione AV di Firenze, a servizio dei collegamenti di lunga percorrenza, consente di attivare una rete dedicata per il Servizio Ferroviario Metropolitano e il Servizio Ferroviario Regionale, con il potenziamento della rete ferroviaria attuale e le nuove fermate urbane”, appare poco più di un assunto indimostrato, la cui validità è palesemente minata già oggi dalle condizioni di degrado e di abbandono in cui versano – nonostante la dimensione lillipuziana in cui si attuano – i servizi per i trasporti su ferro dei pendolari. Nessuna garanzia obiettiva di un miglioramento dei servizi di trasporto collettivo di massa pare risiedere negli accordi per l’Alta Velocità: gli investimenti faraonici immobilizzati nei progetti AV risultano sottrarre ai servizi di trasporto di massa cure e risorse. Da sempre Idra si batte perché le risorse pubbliche siano spostate dal sistema dissipativo dell’Alta Velocità alle infrastrutture ferroviarie che rispondono alle esigenze di massa di trasporto collettivo su ferro nelle aree metropolitane.

Inoltre – fa notare Idra - l’iter procedimentale del sottoattraversamento AV di Firenze non era perfezionato al momento della  partenza del Forum di partecipazione per il Piano Strutturale, né lo è tuttora. “Anche sul piano formale, dunque, scrive Idra, l’inserimento del progetto di sottoattraversamento Alta Velocità nel novero delle “Invarianti” appare una forzatura, che mal si concilia con la constatazione dell’entità delle ricadute che sull’intera città graveranno  per almeno 9 anni (come recita il progetto) a partire dal primo colpo di piccone”.

 

Ma Idra ne ha, ovviamente, anche per le quantità industriali di asfalto promesse da altre “invarianti blindate”, che aggraveranno i problemi legati al traffico e all’inquinamento. Se da una parte la Terza corsia autostradale assicurerà un incremento spettacolare di offerta di asfalto alla mobilità su gomma (contraddicendo gli obiettivi primari dichiarati dal Piano Strutturale), dall’altra l’inserimento fra le “invarianti” della “Circonvallazione nord”, priva com’essa è persino di un’indagine di fattibilità, appare un vero e proprio colpo di mano, che contribuisce a connotare il documento proposto dall’Amministrazione “come un infelice a-priori urbanistico”.

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