Associazione di volontariato Idra

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COMUNICATO STAMPA      Firenze, 27.6.’05

 

COSA C’ENTRANO GLI AVVOCATI CON I NUMERI E I DATI DEL DANNO AMBIENTALE, SOCIALE E ERARIALE DELLA TAV?

SULL’ALTA VELOCITÀ MARTINI HA GIÀ “PERDONATO” IL CAVET?

 

Cosa c’entrano gli avvocati con le cifre dei danni ambientali e erariali dell’Alta Velocità?, chiede Idra oggi a Martini in una lettera aperta che è stata inviata anche a tutti i consiglieri e agli amministratori della Provincia di Firenze, della Regione Toscana e dei Comuni attraversati dalla TAV. “Non è Lei stesso in grado di giudicare se le cose che scriviamo sono vere oppure no, considerata la lunga esperienza amministrativa che ha accumulato come assessore alla Sanità dal 1995 e come presidente della Giunta dal 2000?”, aggiungono il vice presidente di Idra Pier Luigi Tossani e il portavoce Girolamo Dell’Olio.

 

In un messaggio trasmesso in occasione della presentazione del viadotto TAV sulla Sieve il 21 giugno scorso, il presidente della Giunta Regionale Claudio Martini aveva definito i lavori della TAV 'un modello operativo di efficienza e rispetto per ambiente e sicurezza'.

Idra aveva commentato i toni e i contenuti del messaggio con osservazioni molto severe ma anche – come sempre - documentate e puntuali: la storia devastante dei lavori per l’Alta Velocità in Toscana non può essere descritta in quei termini!

Sulle pagine nazionali di un quotidiano, il 22 scorso, al cronista che lo aveva interpellato al riguardo risulta che Martini abbia risposto di aver chiesto ai legali della Regione di valutare il comunicato ambientalista!

 

·          Un ritardo di almeno 5 anni nella consegna (i treni dovevano correre su questa linea già col 2003);

·          un galleria priva per 60 km del tunnel di soccorso;

·          il cosiddetto “ciclo continuo” con turni che modificano ogni settimana (6-14, 14-22, 22-6) i ritmi biologici dei lavoratori, e che contemplano anche 48 ore notturne, la quantità industriale di infortuni e le morti bianche nei cantieri e sulle strade;

·          un costo per lo Stato che è lievitato dai presunti 2.100 mld iniziali (al 60% privati) di vecchie lire agli effettivi oltre 10.000 mld attuali (interamente pubblici);

·          gli oltre 90 milioni di metri cubi di buona acqua di montagna intercettati (dato CAVET a marzo 2004, dunque tutto da aggiornare);

·          le decine di sorgenti, torrenti e pozzi essiccati, i corsi d’acqua, le falde e i terreni inquinati, i danni all’economia agricola e zootecnica, dall’Appennino fino a Monte Morello e alla piana di Sesto Fiorentino:

si tratta di dati oggettivi, inoppugnabili, e sono certamente in possesso della Regione Toscana, se non altro per il continuo aggiornamento informativo assicurato dall’associazione ecologista Idra, alle cui lettere però Martini quasi mai risponde...

 

Come si fa in queste condizioni – lamenta Idra - a magnificare l’opera e i suoi costruttori?

 

 “È davvero sorprendente – osserva Idra nella lettera aperta - che Lei scriva, nel comunicato del 21 giugno scorso, che “usciamo da questa esperienza rafforzati” e che quello stesso CAVET che la Regione accusa di danno ambientale in tribunale “ha dimostrato di saper affrontare e superare le difficoltà realizzative di un’opera complessa”. Si tratta di affermazioni palesemente contraddittorie con la costituzione di parte civile della Regione, che ci spingono a domandarci se tale costituzione sia davvero un atto credibile, e se le risorse che la Regione investe nella partecipazione al processo siano davvero efficacemente allocate. E chiede una risposta, “preferibilmente senza avvocati”, su ciascuna delle questioni indicate.

 

 

 

 

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