Associazione di volontariato Idra

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TAV E REGIONE TOSCANA: UNA LUNGA LISTA DI DOMANDE AI PRESIDENTI DEL CONSIGLIO E DELLA GIUNTA RICCARDO NENCINI E CLAUDIO MARTINI.

MA ANCHE UNO STRUMENTO IN PIÙ A DISPOSIZIONE DEI CONSIGLIERI PER L’ODIERNO DIBATTITO SULL’ALTA VELOCITÀ A PALAZZO PANCIATICHI.

"Vi scriviamo per proporre un contributo di riflessione e di informazione che desideriamo mettere a disposizione del prossimo Consiglio Regionale in programma il prossimo 24 luglio. Chiediamo risposte a quesiti che ci paiono di rilevante momento nel contesto di una corretta amministrazione dei cantieri per le grandi infrastrutture". Questa la premessa di un documento di 20 cartelle e 28 paragrafi che l’associazione di volontariato Idra ha indirizzato a Nencini e a Martini, e consegnato in copia per conoscenza ai gruppi consiliari. Qui di séguito alcuni dei passaggi più significativi.

 

LA PIÙ RECENTE EMERGENZA IDROGEOLOGICA TAV IN ATTO A BORGO SAN LORENZO

Come è potuto avvenire che si sia potuto riverificare lo scorso 27 giugno 2002 un evento impattante come la nuova emorragia idrica a Marzano, nella stessa galleria che – rivelatasi particolarmente critica per gli eventi disastrosi già verificatisi nel febbraio 2000 e nella primavera 2001 – aveva indotto, anche in conseguenza dell’intervento della Procura della Repubblica di Firenze, ad adottare accorgimenti di garanzia teoricamente assai severi nel procedere dell’escavazione?

Idra suggerisce che nella deprecata ipotesi che non siano preventivamente rivisitati e riverificati i progetti e le valutazioni di impatto si provveda a che gli operatori ARPAT seguano costantemente, 24 ore su 24, il progredire dei lavori su tutti i fronti di scavo considerati suscettibili di produrre impatto idrogeologico o altra tipologia di impatto (come nel caso dell’insediamento archeologico di Quinto Fiorentino), e che a questo scopo la Regione Toscana provveda a un adeguamento urgente aggiuntivo delle risorse, dei mezzi e del personale a disposizione dell’Agenzia di Protezione Ambientale.

L’INDENNIZZO CON RISORSE ERARIALI: UNA "VITTORIA" PER LA TOSCANA?

Non si vede come sia possibile esultare per una pretesa "vittoria della Toscana per l’alta velocità" proprio nel bel mezzo di un funerale ambientale. Non si vede il motivo per cui sia legittimo esultare per un rimborso che attinge comunque all’erario pubblico. "Abbiamo detto fin dall’inizio – sottolinea in un comunicato stampa del 20 luglio 2002 il sindaco di Borgo S. Lorenzo Antonio Margheri – che questi impatti non erano stati assolutamente previsti negli accordi procedimentali del 1995". Ma come si fa allora a vantare un indennizzo che resta tutto a carico del contribuente? Intanto ai costruttori il comunicato stampa della Giunta toscana trasmette un segnale esplicitamente rassicurante "garantendo il completamento dell’opera e l’avanzamento dei lavori".

Nel novero delle vittime ambientali prossime venture Idra teme che abbiano a figurare non solo le risorse idriche legate all’avanzamento nelle gallerie di Vaglia e Firenzuola (le zone idrogeologicamente più critiche della tratta), ma anche le aree da cui CAVET ha chiesto di ottenere inerti aggiuntivi, le sorgenti di montagna, gli affluenti di Bilancino a causa degli scavi per la Variante di Valico, le sorgenti (Panna, ecc.) di cui si paventa l’intercettazione per la bretella fra Firenzuola e la A1.

IL PROSCIUGAMENTO DELLE FALDE DI MONTAGNA

I fatti sono tali da legittimare il sospetto che interessi in conflitto radicale con quelli del buon governo del territorio risultino oggettivamente favoriti dalle conseguenze della cantierizzazione TAV in Mugello e Alto Mugello. Oggettivamente, nella "caduta" permanente di quantità industriali di acqua, sembrano potersi annidare elementi di interesse economico particulare.

LO STALLO DEGLI INDENNIZZI AI PRIVATI

Nessun riferimento agli indennizzi ai privati appare nei contenuti resi noti dell’accordo sottoscritto nei giorni scorsi a Roma. Non appaiono essere stati fino ad oggi adottati per il Mugello, l’Alto Mugello e Sesto Fiorentino protocolli di indennizzo certi, scritti e uniformi a beneficio dei residenti e dei titolari di attività produttive e commerciali. Il Consiglio Regionale, con la risoluzione del 26.7.’00, aveva impegnato la Giunta "a garantire che i danni comunque riconosciuti e accertati alle popolazioni nella esecuzione dei lavori siano tempestivamente risarciti da C.A.V.E.T.". Idra chiede che la Regione Toscana assicuri un catasto delle vertenze in atto, delle vertenze pregresse, e degli esiti cui conducono.

GLI OSSERVATÒRI AMBIENTALI: PROMISCUITÀ DI RUOLI E PROBLEMI DI EFFICIENZA

A rappresentare la Regione Toscana nell’Osservatorio Ambientale Nazionale per il nodo TAV di Firenze è stato designato il Presidente del Nucleo V.I.A. della Regione Toscana, che in tale veste ha siglato la V.I.A. dello stesso progetto di nodo TAV di Firenze. Ma anche il Presidente del Consiglio regionale ha ritenuto essere "da stigmatizzare l’inattività dell’Osservatorio Ambientale Nazionale probabilmente motivata dalla necessità di non compiere atti per non realizzare una situazione di "conflitto di interessi" in considerazione del doppio incarico rivestito dal suo presidente anche direttore nazionale del servizio di valutazione di impatto ambientale". Qualche giorno dopo, quel presidente, l’ing. Bruno Agricola, si è dimesso dalla carica, pur non avendo avuto alcun ruolo di responsabilità di vertice nell’approvazione della VIA relativa alla tratta Bologna-Firenze. Idra chiede che anche per il nodo di Firenze si provveda in tal senso, o che si spieghi il perché del diverso atteggiamento assunto dalla Regione Toscana. E chiede una iniziativa urgente della Regione Toscana affinché sia concluso l’iter che permette all’Osservatorio Ambientale Nazionale sul nodo TAV di Firenze di essere effettivamente operativo: a 19 mesi dal primo cantiere in zona Romito, l’Osservatorio non funziona, privo com’è ancora della convenzione con l’ARPAT.

PROSPETTIVE PER L’OSSERVATORIO AMBIENTALE LOCALE (OAL) DI MUGELLO E SESTO F.NO

Desta preoccupazione il mancato potenziamento dell’OAL in funzione dell’estensione delle sue competenze sul territorio del Comune di Sesto Fiorentino. Risulta inoltre che da alcuni mesi l’OAL versi anche in Mugello in severe difficoltà organizzative. Un ingrediente decisivo dell'efficacia dell'azione dell'Osservatorio Ambientale Locale a beneficio della tutela dei diritti potrebbe essere rappresentato secondo Idra dall’affiancamento ad esso di un ufficio di consulenza giuridica e di tutela legale.

CARENTE COORDINAMENTO TRA I SOGGETTI PREPOSTI AI CONTROLLI E ALLA VIGILANZA

La risoluzione del 26.7.’00 del Consiglio Regionale impegnava la Giunta "a promuovere un coordinamento tra tutti i soggetti preposti ai controlli e alla vigilanza (ARPAT, ASL, Vigili del Fuoco, Enti Locali e Regione) al fine di potenziare i controlli stessi e il monitoraggio sull’andamento dei lavori e sulle condizioni delle popolazioni coinvolte, in particolare in merito a polveri, rumori, fanghi e inquinamento delle acque, anche con la utilizzazione di tecnologie avanzate e di professionalità adeguate". Non risulta che tale coordinamento sia stato posto in essere, salvo che fra ARPAT e ASL. Caso esemplarmente negativo di in-comunicazione quello che riguarda il delicato giacimento archeologico di Quinto Fiorentino. Idra chiede che un protocollo sia quanto prima sottoscritto e implementato fra la Soprintendenza Archeologica della Toscana, l’ARPAT e la Provincia di Firenze, e di provvedere urgentemente, anche attraverso un sopralluogo diretto, a che le tombe monumentali etrusche "La Mula" e "La Montagnola" di Quinto Fiorentino siano efficacemente tutelate.

DISORDINE NEL SISTEMA DEI CONTROLLI: UNA PROPOSTA DI RIFORMA

Idra, anche ai fini di un coordinamento efficace e costante fra i titolari dei compiti di controllo e di vigilanza sui cantieri della TAV in raccordo con gli organi centrali di governo, suggerisce l’opportunità di proporre l’ingresso - nell’auspicato organismo di coordinamento - della Prefettura di Firenze, il cui ruolo risulterebbe felicemente funzionale all’obiettivo di avvicinare alle esigenze locali i Ministeri, in particolare quelli - come il Ministero dell’Ambiente - che non dispongono sul territorio di terminali.

ARPAT: TRASPARENZA SOSPESA

Il responsabile URP dell’ARPAT scrive in data 10.7.’02 a Idra: "ARPAT svolge attività di supporto tecnico all’Osservatorio Ambientale T.A.V. per cui attiene all’Osservatorio medesimo la competenza al diritto di accesso ai documenti amministrativi e alle relative informazioni. Competenza questa a cui ARPAT è stata richiamata recentemente al rispetto dal Presidente dell’Osservatorio medesimo". Un grave passo indietro sul piano della trasparenza, rispetto alle volontà espresse dal Consiglio Regionale della Toscana. Che atteggiamento ha assunto il rappresentante della Regione Toscana nell’Osservatorio Ambientale quando è stato presentato il ‘nuovo corso’ voluto da Roma? Il venir meno del rapporto di trasparenza nell’informazione ambientale appare confliggere anche con la normativa nazionale (Decreto Legislativo 39/97 sull’informazione ambientale) e con la normativa comunitaria (Direttiva 90/313, di cui il D.lgs. 39/97 è il recepimento). L’Osservatorio Ambientale e il Ministero dell’Ambiente hanno facoltà e potestà di interrompere l’efficacia di tali normative?

I RITARDI DEL SERVIZIO FERROVIARIO METROPOLITANO NELL’AREA FIORENTINA

Il continuo differimento della soluzione del nodo ferroviario fiorentino, nel quale l’attivazione del Servizio Ferroviario Metropolitano viene subordinata cronologicamente all'attivazione della linea TAV, comporta un perdurante danno ambientale e sociale in Mugello e nell’intera area fiorentina. La Regione Toscana continuerà a perseguire il vigente modello di relazioni con le FS?

LA TUTELA DELLA SALUTE E DELLE CONDIZIONI DI VITA DELLE POPOLAZIONI

Nonostante che l’Azienda Sanitaria abbia presentato a maggio 2000 un "Progetto per la sorveglianza dell’impatto sulla salute della popolazione residente a Firenze" in conseguenza della costruzione delle grandi infrastrutture di trasporto pubblico, non sono stati ancora reperiti neppure i 13.000 euro (a fronte di un’opera il cui costo è stimato da TAV nell’ordine dei 1.136 milioni di euro) necessari ad avviare lo studio preliminare proposto da ASL e ARPAT sulle modifiche della qualità della vita.

LA TUTELA DELLA SALUTE E DELLE CONDIZIONI DI VITA DEI LAVORATORI

La cantierizzazione TAV presenta problemi seri sul piano della salute e della sicurezza dei lavoratori occupati nella costruzione della linea. Purtroppo il cosiddetto "ciclo continuo", o "quarto turno", costringe ancora oggi i lavoratori in galleria a sequenze anche di 48 ore settimanali, magari notturne, in condizioni ambientali e sanitarie estreme, a uno sconvolgimento permanente degli equilibri circadiani e dei ritmi biologici per effetto dei avvicendamenti continui degli orari di lavoro, con conseguenze devastanti sulle soglie di attenzione e sui livelli di sicurezza. Tutto ciò, nonostante i rilievi dell’ASL, le contestazioni della Direzione Provinciale del Lavoro, il fatto che il 10 ottobre 2000 la Camera dei Deputati abbia approvato al riguardo uno specifico ordine del giorno.

Inoltre, un "Protocollo di intesa" sottoscritto dalla Regione Toscana il 21 dicembre 1995 istituiva l’"Osservatorio sociale" per le maestranze TAV. All'Osservatorio sociale il Protocollo prevedeva che partecipassero "oltre ai funzionari degli Enti firmatari e dell'USL, aventi una specifica professionalità, rappresentanti dell'associazionismo, del volontariato, nonché le parti sociali". Ma quell'impegno, sei anni e mezzo dopo essere stato assunto, è rimasto ancora oggi una promessa di carta, con grande detrimento aggiuntivo per l’integrazione sociale dei lavoratori CAVET, in stragrande maggioranza immigrati da aree del Paese geograficamente assai lontane dal Mugello e da Firenze.

CARENZE NELLA PIANIFICAZIONE E APPARENTE ‘INDUSTRIA DEI PROGETTI’

La progettazione preliminare realizzata per il nuovo insediamento a Firenze per la scuola media O. Rosai (da demolire) e delle scuole elementare e materna G. Rodari (in prossimità del cantiere TAV) sarebbe stata accantonata a causa della nuova configurazione della localizzazione dei cantieri, dopo l’acquisizione da parte della TAV dell’area della Centrale del Latte. Questa, come numerose altre progettazioni legate alla realizzazione del nodo TAV di Firenze, appare nascere, crescere e tramontare nel giro di pochi mesi.

Ci si domanda se tali modifiche dei progetti non debbano essere considerate indici di cattiva pianificazione e di uso scorretto del denaro pubblico, nella misura in cui esso concorre ad alimentare una sorta di ‘industria dei progetti’ le cui finalità appaiono essere autonome rispetto alle esigenze di risparmio e di contenimento della spesa pubblica.

I SITI ATTRAVERSATI DALLA CANTIERIZZAZIONE TAV INDIVIDUATI DALLA REGIONE TOSCANA COME AREE DI TUTELA AMBIENTALE DI IMPORTANZA COMUNITARIA

Il tracciato del progetto TAV approvato e successivamente cantierizzato attraversa, intacca e localmente snatura ben sei Siti di Importanza Comunitaria (Stagni della Piana; Monte Morello; Giogo - Colla di Casaglia; Conca di Firenzuola; Montebeni – Sasso di Castro; Passo della Raticosa, Sassi di San Zanobi e della Mantesca) proposti dalla Regione Toscana, in sede europea, come meritevoli delle particolari tutele e premure previste dalla Direttiva 92/43/CEE "Habitat". Quali tutele e investimenti la Regione Toscana intende porre in essere ai fini della conservazione e della valorizzazione di queste aree, e della loro protezione dalle conseguenze della cantierizzazione TAV?

LA SPESA PUBBLICA FUORI CONTROLLO PER LA CANTIERIZZAZIONE DELLA TAV

Il costo per l’erario della tratta TAV Bologna-Firenze (nodi urbani esclusi) è lievitato del 270% in 11 anni: dai 1.100 milioni di euro del '91 ai 4.262 milioni di euro del 2002, somma dei 4.209 milioni di euro annunciati dal sito www.tav.it (aggiornamento 1 marzo 2002), e dei 53 milioni di euro derivanti dall’indennizzo nei giorni scorsi stanziato dal Governo.

Quali strumenti intende adottare la Regione per tenere sotto controllo l’imponente impennata della spesa pubblica per la TAV?

L’URGENZA DI UNA VERIFICA - ALLE RADICI - DEL PROGETTO E DELLA SUA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE, ECONOMICO E SOCIALE

Come mai, nonostante tutte le evidenze di insufficienza e pericolosità ambientale, economica e sociale dei progetti, adesso autorevolmente riconosciute – attraverso il risarcimento di 53 milioni di euro - dallo stesso Governo e dal ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi (che nella progettazione della tratta Bologna-Firenze risulta aver avuto una parte), la Regione Toscana non esige l’unica misura effettivamente in grado di prevenire futuri nuovi danni irreversibili, e cioè una riapertura della Valutazione di Impatto Ambientale, coniugata a una Valutazione Strategica dell’Impatto in contestualità con i progetti di Variante di Valico, della terza corsia A1 e della bretella A1-Firenzuola, e una verifica seria della sostenibilità economica e sociale dell’insieme di queste opere?

UNA FONDAMENTALE LACUNA PROGETTUALE: IL TUNNEL DI SOCCORSO ASSENTE SU 60 KM DI TRACCIATO

Idra ha segnalato più volte la rilevanza delle affermazioni attribuite sulla stampa nazionale l’ottobre scorso al Presidente del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici e collaudatore della tratta TAV Bologna-Firenze Aurelio Misiti, che avrebbe dichiarato la propria indisponibilità a firmare il collaudo dell’opera, sciaguratamente priva della galleria di soccorso. L’adeguamento agli standard di sicurezza di 60 km di galleria richiederebbe, secondo Aurelio Misiti, un ulteriore investimento compreso fra il 30% e il 40% del costo dell’opera. Ma questo "adeguamento" provocherebbe inevitabilmente anche un notevole aggravio del già pesante impatto ambientale e sociale, oltre che un consistente slittamento nei tempi della cantierizzazione e della consegna dell’opera.

La Regione Toscana può mai ignorare questo dato? Non si tratta forse di una modifica sostanziale alle condizioni di partenza, tale da validare già da sola l’esigenza di una riapertura della valutazione degli impatti ambientale, finanziario e sociale dell’opera?

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