Associazione di volontariato Idra

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23.2.2000

AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE

I DANNI TAV

AL CONSIGLIO COMUNALE APERTO A LUCO DI MUGELLO.

LA RAGION DI STATO INNANZI TUTTO:

LE SORGENTI DI CASE D'ERCI SONO "CONDANNATE",

E MOLTA ALTRA ACQUA DI MONTAGNA È A RISCHIO.

MA VERRÀ FERMATO (FORSE) UN (SOLO) CANTIERE, TEMPORANEAMENTE,

E LA PROSPETTIVA PER I PAESI INTORNO AL TUNNEL TAV

È QUELLA DI ACQUA PEGGIORE A COSTI PIÙ ELEVATI.

Al Consiglio Comunale aperto ieri sera a Luco di Mugello è stato illustrato alla popolazione con nonchalance, qualche punta di cinismo e una curiosa rassegnazione il destino che l'aspetta nei prossimi anni: dopo le sorgenti seccate a Castelvecchio e a Marzano, il tunnel TAV si avvicina pericolosamente a quelle di Case d'Erci, di cui il geologo presidente dell'Osservatorio Ambientale Locale del Mugello, prof. Giuliano Rodolfi, e il responsabile ambiente del CONSIAG, Filippo Landini, hanno detto che sono da considerare ormai "condannate".

A cosa servirà la richiesta di sospensione dei lavori nel cantiere di Marzano (foto sul sito www.firenze.qui.it), allora? Ad approntare un approvvigionamento idrico alternativo, di qualità assai più scadente (al posto dell'acqua pulita di montagna, sarà servita quella estratta dai pozzi di S. Giorgio e di Bagnone). Ma sono a rischio anche altre importanti sorgenti, come quella della Rocca, che serve il capoluogo di Scarperia. A un cittadino che ha proposto di cercare meglio, sulla montagna, altre possibili fonti pulite di approvvigionamento, il rappresentante del CONSIAG ha replicato che purtroppo c'è poco da fare in quella direzione: fino ad almeno 2 o 3 km sia destra sia sinistra del tunnel l'impatto sulla falda può rendere non più disponibile l'acqua attualmente esistente: inutile cercare lì altre sorgenti, che potrebbero anch'esse sparire. E il prof. Rodolfi ha parlato senza mezzi termini di un "quadro pessimistico" che si presenta davanti a noi. "Si può forse recuperare in qualche modo la quantità d'acqua perduta, per l'approvvigionamento idropotabile. Ma è altrettanto certo che bisogna attendersi un decadimento della qualità della risorsa acqua". Che sarà peggiore e, hanno fatto notare i cittadini, costerà di più. Anche in termini ambientali (infrastrutture, consumi energetici per la depurazione, il pompaggio e il sollevamento). Mentre insieme all'acqua se ne andranno necessariamente la flora, i boschi, gli habitat. "Questa mannaia - ha detto un intervenuto - proprio non ce la aspettavamo!". E una donna: "Dove sono le associazioni ambientaliste?".

Quanto al cantiere di San Giorgio, dove si è verificata una serie di sprofondamenti di terreni agricoli, l'ultimo dei quali di ben 7 metri a 70 metri di distanza dal fronte di scavo (vedi foto sul sito www.firenze.qui.it), non se ne è parlato: sembra che potrà continuare a operare. Ma i cittadini protestano: "Questo disastro era annunciato! ci avete lasciati soli!". E il proprietario dei campi sprofondati commenta: "I terreni cambiano giacitura e morfologia giorno per giorno senza che nemmeno ce ne accorgiamo!".

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