Associazione di volontariato Idra

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totale n. 2 pagine (questa inclusa)

Firenze, 22.9.'00

AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE

 

SACROSANTE LE PREOCCUPAZIONI DEGLI ABITANTI DI CALENZANO, DELLA VAL DI MARINA E DELLA PIANA DI SESTO: OGGI MANIFESTANO CONTRO LA LOCALIZZAZIONE DI UN POLO ESTRATTIVO DA 20.000.000 DI METRI CUBI A CONTATTO DI CASE E POLMONI, IN UNA VALLE STRETTA, LUNGO UNA VIABILITÀ ASFITTICA, IN ASSENZA DI QUELLE INFRASTRUTTURE SU ROTAIA PER LA MOVIMENTAZIONE DEGLI INERTI CHE SOLE POSSONO SUPPORTARE UN PROGETTO DI IMPATTO COSÌ PESANTE.

 

LA REGIONE RIVEDA

L'UBICAZIONE DEI POLI ESTRATTIVI!

 

"La vivibilità dei luoghi, la sicurezza stradale e la salute sono a forte rischio": questo il grido d'allarme del Comitato contro il polo estrattivo in Val di Marina che manifesta oggi insieme ai cittadini di Calenzano, Carraia, La Chiusa, Le Croci, Via Pratese e di tutto l'asse viario Piana di Sesto - Mugello interessati dall'invasione di camion programmata per effetto dell'infelice polo estrattivo localizzato in Val di Marina.

20 milioni di metri cubi incombono sulle comunità allineate lungo una viabilità asfittica (la provinciale Barberinese), sulla quale si è verificato recentemente un terribile incidente mortale in cui è rimasto coinvolto un mezzo di autotrasporto degli inerti dell'Alta Velocità.

I cittadini temono che l'escavazione cominci prima della realizzazione del "by-pass di Carraia" e della messa in sicurezza della provinciale Barberinese. Temono che la limitazione di "circa" 320 camion nei giorni feriali e 100 il sabato valga solo per i camion che vanno verso sud, cioè verso Carraia, e che non ci sia alcun limite per quelli che vanno verso nord, cioè verso Le Croci. Temono che la possibilità di superare il limite di 320 unità anche per i camion diretti a sud "per esigenze di pubblico interesse e per la realizzazione di opere pubbliche" si trasformi in una liberalizzazione di fatto del traffico pesante, dato che il materiale scavato serve per lo più proprio per queste due cose.

La gente della Val di Marina non ne può più. Già oggi quando l'autostrada si blocca il flusso di automezzi si riversa sulla Barberinese. Adesso, si profilano all'orizzonte anche un mega-polo estrattivo, i lavori per la doppia terza corsia autostradale (una per ciascuna delle due carreggiate) e una discarica.

Idra ritiene comunque infelice e improvvida la stessa opzione di localizzare un polo estrattivo in un contesto territoriale non servito da quelle infrastrutture fisse su ferro che sole permetterebbero di evitare l'ingombro e i rischi sulle strade (sia per gli autotrasportatori che per le comunità attraversate, bambini e anziani innanzitutto), e attenuerebbero sostanziosamente gli effetti sulla salute. Una moderna civiltà imprenditoriale non può continuare a ricorrere a sistemi già ampiamente superati in altri Paesi e negli stessi nostri distretti in passato, quando le attività di estrazione degli inerti venivano programmate e realizzate col sostegno di binari di servizio (come - ci viene riferito - nel caso della Cementizia di Settimello, dove la movimentazione delle marne e del calcare veniva effettuata con vagoncini che attraversavano i fianchi delle propaggini di Monte Morello).

La Regione dovrebbe urgentemente rivedere l'ubicazione dei poli estrattivi al fine di ribaltare la politica di movimentazione delle materie prime dalla gomma alla rotaia, in un Toscana già attraversata da rami ferroviari oggi scarsamente utilizzati e in grosso deficit.

Idra attende in particolare una opportuna iniziativa specifica in merito all'emergenza-Calenzano da parte della IV Commissione regionale (Sanità e Sicurezza), alla quale Idra ha documentato il 29 giugno scorso - durante l'audizione su Alta Velocità, Variante di valico e Terza corsia - i gravi disagi attesi nella Val di Marina e in un'area urbana assai vasta, che dal Mugello si spinge fino ai confini con le altre province.

Proprio la Regione Toscana appare in forte debito di credibilità in materia di movimentazione degli inerti, dal momento che non un solo metro cubo dello smarino e dei materiali da costruzione legati all'Alta Velocità risulta essere stato spostato per mezzo della ferrovia Faentina, ripristinata con sagomature delle gallerie antiquate, tecnologie arretrate (non è stata introdotta l'elettrificazione) e modelli di esercizio inefficaci rispetto alle esigenze sia della mobilità della popolazione del Mugello sia del trasporto delle merci. Tutti gli impegni assunti in Conferenza di servizi per l'Alta Velocità in relazione all'uso della linea ferroviaria Faentina come linea di cantiere alternativa al trasporto su gomma, e al suo ripristino come linea passeggeri a disposizione dell'area metropolitana fiorentina, sono stati disattesi. E si continua, a quanto pare, a considerare il modello del trasporto su gomma la via maestra dello "sviluppo".

La Regione Toscana, che ha firmato insieme agli altri soggetti l'impegno all'utilizzazione della linea Faentina come linea di cantiere, è in debito - nei confronti della popolazione - di una spiegazione plausibile del mancato rispetto di quell'impegno. Ma soprattutto non può dichiararsi 'ecosostenibile' e continuare a pianificare operazioni di cementificazione del territorio e di occupazione massiva della precaria viabilità esistente da parte del trasporto pesante su gomma.

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