Associazione di volontariato Idra

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COMUNICATO STAMPA

Firenze, 22.12.'00

 

ALLARME CONTROLLI SULLA TAV:

ANCORA NIENTE DI NUOVO IN CASA ARPAT?

 

PERCHÉ IL CONSIGLIO REGIONALE NON ESIGE LA VERIFICA DEGLI IMPEGNI

POSTI CON LA RISOLUZIONE DEL 26 LUGLIO 2000

SUL POTENZIAMENTO DELL'AGENZIA PER LA PROTEZIONE AMBIENTALE?

"In relazione alle attività dell'ARPAT come supporto tecnico dell'Osservatorio Ambientale nazionale per l'Alta Velocità, prima di dire che c'è bisogno di altre persone mi interessa definire per quali attività ce n'è bisogno. L'ho chiesto al presidente dell'Osservatorio Ambientale Fabio Trezzini: l'Osservatorio Ambientale nazionale definisca bene quella che è l'attività che dev'essere fatta". Così l'assessore all'Ambiente della Regione Toscana Tommaso Franci a una delegazione dell'associazione Idra il 7 novembre scorso.

Da parte sua il Consiglio Regionale toscano, al termine di una seduta dedicata alle emergenze idrogeologiche provocate dall'Alta Velocità in Mugello e Alto Mugello, aveva impegnato con una risoluzione la Giunta, il 26 luglio 2000, ad "assumere ogni iniziativa utile ad assicurare il potenziamento dei controlli, del monitoraggi e delle previsioni degli impatti critici anta operam, sia in termini quantitativi che qualitativi" e "il rafforzamento della funzione di controllo e di vigilanza ambientale dell'ARPAT, sia con riferimento ai controlli di competenza, sia con riferimento agli obblighi di informazione nei confronti della collettività, informazione che deve rispondere ai requisiti di tempestività, rigore scientifico, completezza, facile accessibilità".

Non risulta però a Idra che alcun incremento di risorse e di personale sull'emergenza TAV sia stato assicurato da allora all'Agenzia regionale per la Protezione Ambientale della Toscana. Se così fosse, Idra e i cittadini avrebbero ragione di essere molto preoccupati. I problemi idrogeologici sulla tratta TAV Bologna-Firenze non sembrano infatti essere diminuiti.

Chi è in ritardo? L'Osservatorio Ambientale? La Regione Toscana? Altri soggetti? Chi paga le conseguenze di questo ritardo? Non è forse sempre e comunque l'ambiente?

Ricordiamo che risale addirittura all'ottobre del '97 il primo "grido di dolore" ufficiale dell'ARPAT in relazione alla mancanza di risorse per i controlli ambientali. Oltre due anni dopo la firma dell'accordo per la tratta AV, oltre un anno dopo l'inizio dei lavori, l'ARPAT non era in grado di operare adeguatamente, risultando priva delle risorse necessarie. Al punto che, recita una sua nota ufficiale del 15.10.'97, "tali risorse sono state "sottratte", stante la situazione di emergenza, alle altre attività del Dipartimento". Quella nota, relativa alle attività di controllo svolte dal Gruppo di coordinamento del Dipartimento provinciale di Firenze, fu indirizzata dal Direttore generale dell'ARPAT agli assessori all'Urbanistica, all'Ambiente e alle Riforme istituzionali della Regione Toscana, all'assessore all'Ambiente della Provincia di Firenze, ai sindaci di Borgo S. Lorenzo, Firenze, S. Piero a Sieve, Scarperia, Sesto Fiorentino e Vaglia, al presidente della Comunità Montana del Mugello, al rappresentante della Regione Toscana presso l'Osservatorio Ambientale, al presidente dell'Osservatorio Ambientale.

Tre anni dopo, la situazione non appare gran che cambiata, se il Consiglio Regionale toscano ha approvato la risoluzione citata. Perché - ci domandiamo - il Consiglio Regionale non verifica l'attuazione degli impegni richiesti? La "finestra" TAV di Osteto è allagata dal giugno del '99. I lavori a Marzano hanno tagliato l'approvvigionamento idrico di due paesi, e sono stati appena riavviati dopo otto mesi di stop, circondati da mille cautele. Anche il Monte Morello perde acqua via via che il tunnel intercetta le sorgenti e le falde avanzando verso Firenze. E' forse il caso di abbassare la guardia?

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