COMITATO PER LA DIFESA

DELL'USO PUBBLICO E SANITARIO

DELL'EX SANATORIO BANTI

 

Associazione di volontariato Idra

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per la promozione e la tutela del patrimonio ambientale e culturale

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COMUNICATO STAMPA      Firenze, 20.7.’05

 

 

L’ASTA PER LA VENDITA DELL’EX SANATORIO GUIDO BANTI È ANDATA DESERTA. STESSA SORTE È TOCCATA ALL’EX OSPEDALE ALOIGI LUZZI. BENE BENE O ... MALE MALE?

 

 

Ieri mattina presso l’IOT di Firenze, nell’ambito di una gara pubblica a cui hanno partecipato cinque concorrenti, un privato ha ottenuto al prezzo di 4.833.100 euro (a partire da una base d’asta di 3.000.000) il fabbricato della ASL 10 posto in Viale Redi 19, a due passi dalla “stazione dei sogni” dell’Alta Velocità Circondaria-Macelli e dal progettato complesso di albergo e nuovi alloggi di Jean Nouvel nell’area ex Fiat di viale Belfiore, che ha avuto il via libera dal consiglio comunale di Firenze lo scorso maggio.

 

Nessuna proposta è invece pervenuta alla ASL 10 per l’acquisto dell’ex Sanatorio Banti (base d’asta, euro 9.650.000) e dell’ex Ospedale Luzzi (base d’asta, euro 17.000.000).

 

Gli 8000 cittadini che hanno firmato la petizione popolare per garantire l’uso pubblico e sanitario del Banti non possono che gioire.

Ma sembra al tempo stesso legittimo rimanere dubbiosi.

L’eventuale ulteriore deterioramento del bene e l’assenza di una previsione urbanistica formale relativa al complesso potrebbero - nel protrarsi eccessivo del tempo - aprire anche scenari diversi, fra i quali quello di costringere la ASL 10 a una vendita al ribasso rispetto a un prezzo-base già “generoso”: il parco del Banti, ricco di essenze arboree adulte, viali e gradonature, e impreziosito da sei ettari di giardino all’italiana, viene proposto a 25 euro al mq (!); l’edificio, un esempio di architettura tipicamente razionalista, uno dei primi in Italia ad essere costruiti interamente in cemento armato, viene offerto a 650 euro a mq (!).

E dire che il Banti, così come la villa e il palazzetto d’ingresso del prospiciente ex ospedale Luzzi, è un bene vincolato dal Ministero dei Beni culturali. Ci domandiamo: come mai la parte pubblica non si fa garante del mantenimento in mano pubblica di due strutture così palesemente preziose e utili alla collettività, profondamente impresse nella memoria collettiva come presìdi sanitari, in modo da sottrarle al rischio di una destinazione speculativa?

 

 

Piazza Demidoff a Firenze - Monumento al principe Nicola, nonno di quella principessa Maria Demidoff che negli anni Trenta donò al Sanatorio Banti le sorgenti di Pratolino

 

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