Associazione di volontariato Idra

iscritta al Registro Regionale del Volontariato della Toscana

per la promozione e la tutela del patrimonio ambientale e culturale

Via Vittorio Emanuele II 135, 50134 FIRENZE - Tel. e fax 055.233.76.65; Tel. 055.41.04.24

indirizzo e-mail : idrafir@tin.it

indirizzi internet : www.dadacasa.com/idra; www.comune.firenze.it (Rete civica del Comune di Firenze, rubrica Spazi per le Associazioni)

per il sostegno : conto corrente postale n. 26619502, intestato all'Associazione di volontariato Idra, Via Vittorio Emanuele II 135, 50134 FIRENZE

totale n. 2 pagine (questa inclusa)

Firenze, 2.11.'99

AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE

Da un punto di vista strutturale conviene individuare quattro costituenti dell'ecosistema: 1) sostanze abiotiche, elementi e composti fondamentali dell'ambiente; (2) produttori, organismi autotrofi, principalmente le piante verdi; (3) consumatori di grossa taglia o macroconsumatori, organismi eterotrofi, principalmente animali, che si nutrono di altri organismi e di materiale organico particolato; (4) decompositori o microconsumatori (chiamati anche saprobi o saprofiti), organismi eterotrofi , soprattutto batteri e funghi che demoliscono i complicati composti del protoplasma morto, assorbono parte dei composti di decomposizione e liberano sostanze semplici che possono essere utilizzate dai produttori.

Eugene P. Odum, Ecologia, Zanichelli

 

GLI "AMICI DELLA TERRA" SONO FAVOREVOLI ALL'ALTA VELOCITÀ FERROVIARIA?

 

NELLA "CATENA ALIMENTARE"

DEI PROGETTI TAV

C'È BISOGNO ANCHE DEI DECOMPOSITORI….

 

Leggiamo che l'associazione ambientalista "Amici della Terra", nel corso del suo congresso nazionale a Firenze, dichiara senza peli sulla lingua il proprio consenso ai progetti TAV di Alta Velocità ferroviaria, compreso quello di sottoattraversamento di Firenze.

Una sorpresa? Niente affatto. Una cosa spiegabilissima. Manuale di ecologia alla mano.

Vediamo perché.

Nella "catena alimentare" dell'Alta Velocità ferroviaria esistono, proprio come negli ecosistemi naturali, quattro costituenti:

Nei progetti TAV l'ambiente fisico è il territorio: mette gratuitamente a disposizione acqua, aria e terra.

I "produttori" siamo noi contribuenti: la "fotosintesi clorofilliana" si realizza col prelievo fiscale delle migliaia di miliardi di denaro pubblico necessario a progettare e ad eseguire l'opera.

I "macroconsumatori" sono i beneficiari degli appalti: al vertice della "piramide alimentare" della tratta Bologna-Firenze c'è il general contractor (FIAT), poi c'è il consorzio di imprese CAVET, e poi ancora i terzi, quarti e quinti appaltanti.

Ma anche la TAV produce i suoi scarti. E come in natura funghi e batteri demoliscono rifiuti e protoplasma morto, così nel progetto TAV i "decompositori" si occupano di estrarre ulteriori benefici dalle scorie ambientali prodotte dalle cantierizzazioni. Lo "scarto" più significativo da trattare, nella cantierizzazione TAV, è l'enorme quantità di terreno scavato. Poco importa se scavando in ambienti delicatissimi si sconvolgono equilibri idrogeologici millenari: il compito è trasformare il vile smarino in novello oro. Lungo la tratta TAV Roma-Napoli, leggiamo sulle cronache, ci pensa a modo suo la Camorra Spa. Apprendiamo che in Toscana, invece, il Dipartimento delle politiche territoriali e ambientali della Regione ha ritenuto di affidare agli Amici della Terra uno studio per "la promozione del riuso produttivo dei materiali inerti estratti dagli scavi in progetto nella tratta ferroviaria ad alta velocità Bologna-Firenze e del nodo di Firenze" e "un piano di comunicazione e indicazioni per un corretto rapporto con le popolazioni interessate". Guardiamo le cifre. "Nella sola tratta toscana vi sono circa 2 milioni di metri cubi di materiali che per ora si prevede di sistemare in gran parte in depositi temporanei e che potrebbero essere finalizzati a forme di riuso. Inoltre per il nodo ferroviario di Firenze è prevista la sistemazione di circa 2,5 milioni di metri cubi di materiale. Si determina quindi un'opportunità unica per condurre una sperimentazione circa le forme più opportune per pervenire al recupero e alla commercializzazione dei materiali di scavo": lo si legge nell’"Annesso tecnico" alla lettera di incarico della Regione Toscana all'associazione Amici della Terra. Si legge inoltre che "per la tratta emiliana della stessa opera i volumi di materiali da finalizzare sono ancora maggiori e ammontano a circa 4 milioni di metri cubi".

Quello assegnato agli Amici della Terra è dunque un incarico che non si può non definire importante. Comporta una "valutazione economica del progetto di utilizzo dei materiali di scavo", e un ampio spettro di capacità di analisi: da quella dei processi e delle attività necessarie per l’utilizzo dei materiali inerti a quella degli attuali costi di smaltimento dei rifiuti di scavo e degli attuali prezzi di mercato dei materiali. Agli Amici della Terra è stato affidato di studiare le forme di gestione delle attività di trasformazione e vendita dei materiali, e l’"identificazione dei fattori e dei soggetti di dissenso potenziale sulle attività di sistemazione temporanea dei materiali estratti dalle gallerie ed elaborazione di indicazioni per un corretto rapporto con le popolazioni". Non si chiedono dunque soltanto competenze a servizio dei progetti di spoliazione ambientale. Si chiede persino di aiutare a gestire il dissenso delle popolazioni.

Quali criteri ha seguito la Regione Toscana per affidare un incarico così delicato proprio agli Amici della Terra? Quanto costa questa operazione al contribuente? Impossibile sapere: la Regione si rifiuta di trasmettere il testo della convenzione ai cittadini, che lo chiedono dal 9 luglio del'98.

Nessuna sorpresa, dunque, se gli Amici della Terra stravedono per l'Alta Velocità e per il sottattraversamento di Firenze. Nessuna sorpresa se ripetono le topiche della propaganda TAV. A cominciare dalla bufala dell'Alta Capacità, per cui i binari dei supertreni servirebbero a potenziare il sistema ferroviario nazionale, e a sostituire il trasporto privato con quello collettivo, quando è evidente che proprio al potenziamento ferroviario i progetti TAV sottraggono tempo e risorse, in nome di un'utopia insostenibile sia sul piano economico che su quello ecologico.

Il fenomeno "Amici della Terra" si iscrive del resto nella più generale mutazione di ruolo della maggior parte dell'ambientalismo nazionale, che dalla tutela militante della nostra casa comune ha spostato i propri interessi sulla gestione dell'esistente. Il grande indotto legato al riuso dello smarino e all'industria del disinquinamento può prosperare solo a condizione che siano garantiti il dissesto idrogeologico e l'inquinamento.

Se la Terra con la T maiuscola potesse parlare, chiamerebbe amici questi "ambientalisti"?

back