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COMUNICATO STAMPA Firenze, 19.6.'01

 

"UN'ABERRAZIONE I TRE TURNI NEI CANTIERI TAV": i sindacati CGIL, CISL e UIL del Piemonte non accettano il "ciclo continuo" nei cantieri a cielo aperto dell'Alta velocità fra Milano e Torino. Quello stesso "ciclo continuo" che in Toscana i sindacati edili e confederali avallano nelle gallerie CAVET sotto l'Appennino.

IMPORTANTI CONFERME SULLA PERICOLOSITÀ DEL TURNO NOTTURNO nel settore edile, anche da alte autorità scientifiche intervenute al seminario sul "ciclo continuo" organizzato sabato 16 giugno a Firenze da Medicina Democratica e da Idra.

SONO STATE PREANNUNCIATE FORME ANCHE ESTREME DI MOBILITAZIONE a tutela dei diritti dei lavoratori, dopo che i numerosi appelli al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi appaiono essere caduti nel vuoto.

Autorevoli conferme dal mondo scientifico e da autorità istituzionali: l'adozione del ciclo continuo nei cantieri dell'Alta Velocità ferroviaria comporta gravi incrementi di rischio per la salute fisica, l'incolumità e gli equilibri psichici dei lavoratori, impiegati in mansioni già altamente usuranti.

Ne hanno parlato sabato 16 giugno a Firenze sulla scorta di una ricca messe di dati, nell'ambito del seminario RISCHI E DANNI DA ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO: L'IMPATTO DEL CICLO CONTINUO SUI LAVORATORI TAV, esperti di ogni parte d'Italia provenienti dall'Università, dalla Medicina del Lavoro, dalla Sanità pubblica e dal Sindacato (Prof. Giovanni COSTA, Cattedra di Medicina del Lavoro, Università di Verona; Dr. Riccardo TARTAGLIA, Centro Ricerche in Ergonomia, Azienda Sanitaria di Firenze; Dr. Vito TOTIRE, Medico del Lavoro e Psichiatra, Azienda Sanitaria Bologna; Fulvio PERINI, Segreteria Camera del Lavoro di Torino; Dr. Maurizio BALDACCI, Responsabile U.F. TAV, Azienda Sanitaria di Firenze; Per. Ind. Alessandro MÜLLER, Tecnico prevenzione U.F. TAV, Azienda Sanitaria di Firenze) e rappresentanti dei lavoratori dei cantieri TAV (Pietro MIRABELLI, Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza Cavet, Cantiere TAV "Il Carlone", Vaglia - Firenze).

Dalla lunga e interessante relazione svolta dal prof. Giovanni Costa, docente di Medicina del Lavoro all'Università di Verona, uno dei massimi esperti nazionali del settore, risulta come la tipologia di turno adottata nei cantieri TAV sia tra le peggiori possibili in assoluto, se teniamo conto che i danni da lavoro a turni si sommano qui a quelli derivanti dalle caratteristiche usuranti delle mansioni, dal carico orario particolarmente pesante (fino a 48 ore la settimana, senza considerare i tempi necessari a raggiungere e ad abbandonare, in galleria, il fronte di scavo), e dell'isolamento sociale cui i lavoratori - in massima parte provenienti dal Sud o da regioni molto lontane d'Italia - sono sottoposti.

"Dal punto di vista degli effetti più a lungo termine - ha spiegato il prof. Costa - il lavoro a turni - come risulta da numerosissime indagini epidemiologiche, fatte su migliaia di persone turniste in tutto il mondo - determina disturbi del sonno e della digestione (ulcera, gastroduodenite, colite, colonpatia funzionale, ecc.), sensazione generale di affaticamento, aumento di sindromi psiconevrotiche, maggiore incidenza di patologie cardiovascolari, aumento di infortuni e conseguentemente assenteismo per malattia, e un certo aumento di consumo di psicofarmaci, caffè, bibite ad alto contenuto stimolante, sigarette, con conseguente circolo vizioso che contribuisce a sconvolgere ulteriormente l'equilibrio sonno-veglia".

Fulvio Perini, membro della segreteria CGIL di Torino, responsabile sicurezza sul lavoro e membro per la CGIL nazionale del gruppo di lavoro Profili di rischio presso l'ISPESL (Istituto Superiore per la prevenzione e Sicurezza sul lavoro), ha dichiarato testualmente: "Il fatto che nel lavoro di costruzioni, dove si hanno rischi molto gravi di infortunio, si adottino i tre turni, compreso il turno di notte, rappresenta un'aberrazione tale per chiunque abbia lavorato sulla questioni della prevenzione da indurci a dire: "No, per favore questa organizzazione non la si adotta". CGIL, CISL e UIL del Piemonte, rispetto ai cantieri TAV, hanno detto al sindacato di categoria degli edili: "Guardate che se fate una cosa di questo tipo vi trovate contro CGIL, CISL e UIL, perché si potrà benissimo dire che almeno metà degli infortuni poi saranno per responsabilità di questa modalità organizzativa". Questo ha fatto in modo che nei rapporti con la TAV per la tratta di pianura Milano-Torino, assai meno complicata del collegamento Bologna-Firenze, coloro che lavorano sulle questioni della prevenzione, e dunque i responsabili di CGIL, CISL e UIL, abbiano detto: "No, un'organizzazione così non è accettabile, un'organizzazione di questo tipo significa dare per scontato un certo numero di infortuni che diversamente sarebbero evitati: qui rischiamo dei danni permanenti, in qualche caso dei danni mortali".

Come mai, chiedono allora Medicina Democratica e Idra in una lettera indirizzata ai responsabili toscani (regionali, provinciali e fiorentini) dei sindacati edili e delle segreterie confederali di CGIL, CISL e UIL, si ammette in Toscana e in Emilia un modello di organizzazione del lavoro così rischioso, che altrove in Italia il sindacato rifiuta? Come mai questo avviene proprio qui, a dispetto di un'antica tradizione sindacale, e nonostante che le difficoltà legate alla costruzione in sotterraneo della tratta ferroviaria TAV siano alquanto più elevate di quelle attese nella tratta ferroviaria di pianura Milano-Torino? Come mai i livelli confederali dei tre sindacati non sono stati in grado di sottoporre al comparto edile le stesse ragionevolissime considerazioni riassunte nell'intervento del responsabile sicurezza sul lavoro di Torino?

Non è mai troppo tardi, quando in gioco sono la salute e la sicurezza di migliaia di lavoratori, aggiungono Idra e Medicina Democratica, che chiedono un incontro urgente, chiarificatore e congiunto con i responsabili confederali e edili di CGIL, CISL e UIL.

Medicina Democratica e Idra hanno confermato la propria volontà di mantenersi garanti della tutela dei diritti, della salute e dell'agibilità democratica nei cantieri TAV in Toscana. E' stata ribadita una solidarietà attiva, vigile e tangibile a quei rappresentati dei lavoratori per la sicurezza che, come Pietro Mirabelli, delegato RSU del cantiere TAV del Carlone (Vaglia, Firenze), hanno portato al seminario una testimonianza diretta del profondo malessere che deriva ai lavoratori dalle condizioni di attacco quotidiano alla salute e alla sicurezza, e delle conseguenze di stress e di isolamento che è costretto a subire chi denuncia questo stato di cose.

Da parte loro Medicina Democratica, Idra e le altre componenti RLS (Rappresentanti dei lavoratori per la Sicurezza) intervenute al Convegno, preso atto della mancanza di risposte al problema anche da parte delle massime autorità istituzionali (nessuna risposta finora è pervenuta ai numerosi appelli indirizzati al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi) hanno preannunciato la disponibilità a nuove forme di mobilitazione, che potranno giungere fino a manifestazioni estreme di protesta (incluso lo sciopero della fame a scacchiera).

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