6 febbraio 2000

 

Caro Dell'Olio,

ho intravisto un trafiletto sulla Nazione dove si diceva che l' IDRA era contraria alla cava del Sasso di Castro di Firenzuola. Non entro in merito dell'articolo, ma volevo solo suggerirVi di fare attenzione a sollevare polveroni a casa altrui, senza magari interpellare i diretti interessati.

Io abito nella zona più disagiata del Comune di Firenzuola, a Castelvecchio. Avevo giurato quando ero più piccolo che appena possibile sarei fuggito da "questa valle di desolazione" che mi aveva negato la maggior parte delle innumerevoli cose che invece i miei coetanei si potevano permettere. E non sto parlando di grandi cose. Sto parlando di un amico col quale tirare due calci ad un pallone, una piscina per imparare a nuotare, un cinema più comodo dove andare, una scuola dove costruire il futuro.

Poi quando è arrivato il momento di andarmene, io, unico giovane della frazione ho pensato che se fossi partito, Castelvecchio sarebbe morto definitivamente. Quindi sono rimasto, investento qualche centinaio di milioni che non riprenderei mai, e con enormi sacrifici per cercare di vivere una "vita sociale" normale. Dalle mie parti i più giovani spendono un'enormità per l'autovettura (carburante, gomme, manutenzione), poi il Governo qualche anno fa mise anche la famigerata sovrattassa sulle fuoristrada che, dalle nostre parti, non sono sinonimo di consumismo, ma di potersi muovere in sicurezza con ogni tempo e anche se gli addetti agli spazzaneve se ne stanno a letto (sarebbe come mettere una tassa sugli airbag o sulle cinture di sicurezza!!!).

Se vogliamo che Firenzuola ed il suo territorio continuino ad essere abitati, o meglio continuino ad essere abitati da persone un po' meno vecchie, dobbiamo accettare dei compromessi, dobbiamo scegliere se effettuare l'intervento che ci lascerà qualche cicatrice ma ci potrebbe portare alla guarigione, o morire intatti.

I giovani non ce la fanno più ad alzarsi alle 5 al mattino per andare a scuola, e magari vedere il loro futuro finire in una cava di pietra serena (senza nulla togliere a chi vi lavora).

Firenzuola HA BISOGNO DEL TRAFORO A TUTTI I COSTI, chiaramente cercando di farlo nel modo meno dannoso per il suo bel territorio. Però non sopporto certi discorsi di chi magari abita in centro a Firenze con tutti i confort del caso, si reca dalle nostre parti solo per fare qualche giretto in estate, e per appagare la propria vista non vuole vedere opere di alcun genere, strafregandosene che quell'opera sia di vitale importanza per chi da quelle parti ci passa 365 giorni all'anno.

Quando ci incontrammo a Firenze in Regione, mi ha un po' irritato il discorso di una signora di Borgo San Lorenzo (mi sembra di Legambiente) che accennava alla bruttezza di un ponte della nuova strada che, proveniente da San Piero a Sieve, si dirige verso Borgo San Lorenzo. Chi abita dalle nostre parti, non può che dire: era l'ora!, finalmente una viabilità che toglie l'imbuto che si formava da quattro strade, con tanto meno smog ed inquinamento acustico per i "Sanpierini" (meglio soddisfare la vista della signora, o migliorare la vita di tutti gli abitanti di San Piero e utenti delle strade?)

A proposito di Legambiente, a causa di una loro decisione presa sulla carta, che voleva fosse usato lo smarino per ricoprire alcune cave (senza calcolare che ogni autocarro doveva percorrere 50 km di strade che attraversano alcune frazioni, che ogni autocarro consuma un litro di gasolio ogni 3 km, e che questo avrebbe comportato la devastazione delle nostre strade), ci stiamo ancora assorbendo un traffico insopportabile da Castelvecchio a Firenzuola, con fango in inverno, polvere d'estate, strade piene di buche, tempi per recarsi al lavoro raddoppiati e il rischio di farsi ammazzare da questi bestioni che vanno a folle velocità.

Ma se quel bell'intelligentone di Legambiente che magari abita a Imola o Firenze, ci avesse interpellato, gli avremmo detto che ambientalisticamente parlando, era molto meglio usare la discarica prevista a pochi chilometri di distanza.

Concludendo, cari amici, Vi ricordo ancora che abbiamo bisogno del traforo per poter sopravvivere, perché non vogliamo restare come animali preistorici imbalsamati in gabbia, per soddisfare i cittadini che vengono a vederci, e dai finestrini delle loro auto, come ogni domenica, ci chiedono: Oddio come fate a vivere in questi posti da lupi?

Cari saluti.

Raffello Giovannini

(Comitato Valle del Diaterna)


Firenze, 16.2.2000

 

Raffaello Giovannini

Comitato Valle del Diaterna

 

Caro Giovannini,

 rispondo volentieri alla Sua lettera, della quale apprezzo un’esigenza: che del territorio parlino e si occupino innanzitutto quelli che ci vivono, quelli che "ci sentono" (I care, diceva don Milani).

E parto proprio da qui, da questa constatazione: non crede anche Lei che il Mugello viene sottoposto ad aggressioni che poco hanno a che vedere col miglioramento della qualità della vita dei suoi abitanti? e molto, invece, dipendono da interessi che stanno di casa fuori dal Mugello, magari nel ventre molle di questa signoria un po’ spocchiosa e furbastra che Firenze continua a esercitare, riversando incautamente nella ‘provincia’ problemi, rifiuti e contraddizioni?

Insieme a noi, Lei ha partecipato a un incontro in Regione con la Commissione Ambiente, lo scorso luglio, sui guai che i cantieri dell’Alta velocità ferroviaria stanno provocando proprio nel Santerno, nel Diaterna, nelle falde delle vostre e nostre montagne. Non sono forse, questi, esempi lampanti di un’invasione in qualche modo coloniale del territorio, che lascia agli abitanti e all’ambiente solo i danni, e nessun beneficio? Che ne è oggi dell’economia montana, dei pascoli, degli abbeveraggi, delle sorgenti e degli acquedotti prosciugati dal tunnel TAV? Con quanti anni ancora di camion, betoniere e fiumi sporchi dovrà convivere il turismo ambientale e culturale? Quanta occupazione locale hanno creato alla fine i cantieri TAV?

Lei certamente ricorderà che il traforo della Futa fu promesso già nel ’95 in cambio del consenso dell’Amministrazione comunale di Firenzuola alla devastazione promessa dall’Alta velocità. Adesso quel traforo viene ‘rivenduto’ in cambio della distruzione del Sasso di Castro sull’altare della Variante di valico. Ma c’è davvero da crederci? Ci sembra che questo traforo assomigli un po’ alla novella della Faentina, che doveva servire a evitare i camion dello smarino sulle strade e a portare i pendolari a Firenze …. la novella dello stento! Con la differenza che la Faentina queste FS l’hanno ricostruita vecchia e la gestiscono malissimo, ma almeno è una linea su ferro, e un giorno – con un governo diverso delle FS - potrà tornare utile. Ma una tangenziale sotterranea promette solo asfalto, cemento e inquinamento, oltre che nuovi tagli alla falda, altri camion sulle strade e dissesto aggiuntivo sui versanti montani. Certo, è legittimo pensare – come sostiene Lei – che un tunnel come quello fra l’autostrada e Firenzuola romperebbe l’isolamento. E che in nome di questo (o per lo meno della promessa di questo) si può anche perdere un monte, qualche altra falda e anni di vivibilità. Ma a questo proposito noi ci domandiamo due cose:

  1. è proprio certo, Giovannini, che la scelta di usare come valore questo ingente patrimonio naturalistico che ha il territorio di Firenzuola, conservando invece che prelevando, non potrebbe risultare alla lunga una carta qualitativamente vincente, e anche economicamente vantaggiosa?
  2. chi ha detto che la Variante di valico e l’Alta velocità (madri di tutti gli scempi) servono davvero al Mugello? se davvero il problema sono i camion sull’A1, e l’eccesso di trasporto su gomma, non sarebbe preferibile destinare i prossimi 10 anni all’ammodernamento delle linee ferroviarie esistenti (c’è tanto ancora da fare!) e al completamento della linea merci Pontremolese (che collega i porti del Tirreno con la pianura Padana senza toccare asfalto), piuttosto che continuare a spalmare bitume sotto e sopra l’Appennino, alimentando la tossicodipendenza da gasolio e benzina?

Noi temiamo, caro Giovannini, che Variante di valico e Alta velocità non porteranno alla guarigione dei mali che affliggono la nostra regione, e non lasceranno cicatrici solo temporanee. Non ci permetteremmo però di affermare queste nostre preoccupazioni se non fossimo consapevoli che come noi la pensano anche molti altri in Mugello. Per esempio i comitati di cittadini di Sasso di Castro e di Monte Beni, che hanno scritto nelle loro osservazioni ai progetti di cava della Società Autostrade: "Con una attenta gestione e una giusta valorizzazione si potrebbe finalmente parlare di creazione di benefici sociali, economici e territoriali compatibili con il rispetto dell'ambiente e usufruibili da un numero di utenti sicuramente superiore rispetto a quelli chiamati in causa per l'attività di cava. Si renderebbe cosi possibile uno sviluppo turistico di qualità, consentendo di mantenere quella marginalità che non necessariamente è un limite, ma può anche rappresentare un vantaggio". A noi pare una strada giusta. Avere anche a Castelvecchio e a Firenzuola un amico col quale tirare due calci ad un pallone, una piscina per imparare a nuotare, un cinema più comodo dove andare, una scuola dove costruire il futuro sono diritti che stanno scritti nella nostra Costituzione. Sono i governi che da cinquant’anni hanno deciso di spopolare le campagne, di abbandonare l’agricoltura, di rendere impossibile la vita in montagna.

Forse per continuare ad abitare territori splendidi come quelli intorno a Firenzuola basterebbe un altro modo di intendere lo sviluppo e di investire le risorse.

Cari saluti.

Girolamo Dell’Olio

(Associazione di volontariato Idra)

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