Associazione di volontariato Idra

iscritta al Registro Regionale del Volontariato della Toscana per la promozione e la tutela del patrimonio ambientale e culturale

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COMUNICATO STAMPA 15.9.'03

A MONTE BENI, SITO DI IMPORTANZA COMUNITARIA DELL'ALTO MUGELLO, I FANGHI E LO SMARINO DELLA TAV?

NO GRAZIE! LA CITTADINANZA DI FIRENZUOLA PROPRIO NON CI STA.

Acceso e prolungato confronto fra la cittadinanza compatta e un'amministrazione in trincea, il 10 settembre scorso, all'incontro pubblico convocato a Pietramala dal sindaco di Firenzuola Renzo Mascherini. All'ordine del giorno, insieme agli altri temi dei servizi e del verde, il "piatto forte" del progetto di riempire con i fanghi e lo smarino dell'Alta Velocità una parte del piede sud-est di Monte Beni. Qui è stata costruita da mesi una duna paramassi per proteggere la statale della Futa dal rischio di distacchi dalla parete rocciosa del monte, sottoposto da decine di anni a pesanti attività di estrazione. Ebbene, appena gli abitanti si sono accorti, lo scorso mese di agosto, che stava prendendo forma una singolare attività di movimentazione su Monte Beni dei fanghi provenienti dalle acque di lavaggio degli inerti cavati dal vicino Sasso di Castro, e dello smarino estratto dalle gallerie dell'Alta Velocità, è iniziato un tam tam di segnalazioni e proteste: tutto stava avvenendo senza che il Comune avesse in alcun modo informato né consultato la popolazione. Neppure il Gruppo di Lavoro appositamente costituito dall'Amministrazione per seguire le attività di messa in sicurezza e di ripristino ambientale del Monte Beni era stato informato o convocato. Anche l'associazione Idra si è attivata scrivendo al sindaco di Firenzuola, all'ARPAT e alla Commissione Ambiente della Regione Toscana - sia il Monte Beni che il Sasso di Castro sono stati infatti designati al ruolo di Siti di Importanza Comunitaria (SIC) dalla Regione stessa -, per rivendicare il diritto alla partecipazione democratica alle decisioni, all'informazione non di parte (le uniche analisi di cui dispone il Comune di Firenzuola sulla qualità dei fanghi e dello smarino sono state prodotte infatti dal consorzio privato che costruisce la TAV, il CAVET), alla salvaguardia della sicurezza dei cittadini e dei valori ambientali dell'area.

Anche a seguito dell'esigenza espressa in Consiglio comunale, il sindaco ha convocato perciò un'assemblea pubblica il 10 settembre nella frazione di Pietramala. Qui il primo cittadino, il vice sindaco Michele Geroni e l'assessore Piero Ballini hanno dovuto prendere atto del netto rifiuto da parte della popolazione di soggiacere a una decisione contestata, oltre che per il metodo, nei suoi stessi contenuti. Non sono apparse convincenti infatti le molte parole spese dal tavolo dell'Amministrazione per persuadere che uno spessore di fanghi alto diversi metri in prossimità della duna paramassi sia davvero in grado di incrementare i livelli di sicurezza. Gli esperti interpellati dalla popolazione si sono detti perplessi, stando alla documentazione prodotta dal Comune. Riempire le vasche a piè del monte con tonnellate di materiale soggetto a essiccazione potrebbe determinare un incremento piuttosto che una diminuzione del rischio? Neppure il geologo intervenuto a spiegare il progetto abbracciato dall'Amministrazione ha saputo fornire indicazioni certe e rassicuranti sulla risposta fisica di questo materiale alle sollecitazioni provenienti dall'eventuale caduta dei massi, al variare delle stagioni. Quanto alla qualità ambientale dei fanghi, mentre si attendono i risultati delle analisi richieste all'ARPAT anche dall'associazione Idra, parecchi cittadini si sono chiesti se ci sia motivo di sentirsi tranquilli al riguardo se è vero che altri fanghi, ugualmente provenienti dalle acque di lavaggio degli inerti del Sasso di Castro, sono stati depositati presso un sito, Fonte alla Sella, successivamente sottoposto a sequestro giudiziario. Nelle sue comunicazioni iniziali, peraltro, il sindaco aveva parlato della richiesta, rivolta dal Comune al nuovo consorzio per la gestione dei servizi idrici ERA, di predisporre un progetto preliminare per un nuovo acquedotto che potenzi l'approvvigionamento idrico dell'area: ma proprio a Monte Beni sono presenti importanti sorgenti, è stato fatto notare, che non possono essere messe a repentaglio!

Il sindaco Renzo Mascherini non ha nascosto che nella scelta di collocare l'esubero di fanghi a Monte Beni (il calcolo delle quantità di fanghi previste da CAVET all'inizio delle attività estrattive, e approvate in Conferenza di servizi nel '95, si sarebbe rivelato infatti errato) un ruolo l'ha avuto anche la considerazione di venire incontro alle esigenze del consorzio costruttore dell'Alta Velocità. Ma i cittadini hanno mostrato di non voler soffrire e rischiare ancora, e hanno espresso al sindaco il proprio marcato dissenso rispetto all'intera operazione. Qualcuno ha fatto notare che, oltre a essere un SIC, Monte Beni è stato recentemente proposto e pubblicizzato come ANPIL (Area Naturale Protetta di Interesse Locale) proprio dal Comune di Firenzuola. "Ma potranno mai crescere" è stato chiesto "le piante autoctone tipiche di quei terreni rocciosi, con cui si auspica l'inerbimento della parte sfregiata del monte, su un substrato fatto di limi più o meno essiccati?".

Idra, invitata a partecipare all'assemblea dall'Amministrazione e dai cittadini, è intervenuta chiedendo che il Comune si comporti in modo ragionevole e rispettoso delle esigenze e delle preoccupazioni espresse dalla popolazione, sospendendo le attività di deposito a Monte Beni fin tanto che non saranno fugati tutti i dubbi circa l'efficacia dell'intervento ai fini della sicurezza e la sua accettabilità sul piano del recupero ambientale. Il sindaco ha accettato le critiche di metodo dell'associazione di volontariato (non si aspettava - ha spiegato - reazioni così preoccupate da parte degli abitanti), e si è impegnato a convocare quanto prima il Gruppo di Lavoro per Monte Beni.

In una lettera formale trasmessagli il 12 settembre scorso, Idra ha rinnovato al sindaco la richiesta di essere invitata a far parte del Gruppo di Lavoro, in quanto associazione iscritta al registro del volontariato della Regione Toscana. Ha inoltre proposto che nel Gruppo di Lavoro siano inclusi l'Osservatorio Ambientale Locale del Mugello (curiosamente by-passato nonostante il suo ruolo istituzionale) nella persona del presidente prof. Giuliano Rodolfi, geologo, e un rappresentante degli abitanti di Monte Beni, già evacuati per il rischio frane, "per la conoscenza diretta e la memoria di lunga data che essi hanno dimostrato di avere dei movimenti e delle criticità della montagna".

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