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COMUNICATO STAMPA            Firenze, 13.7.’06

 

Il “rito emiliano di Tangentopoli”: al premier Romano Prodi, insieme al dossier toscano sulla TAV, Idra fa arrivare oggi a Palazzo Chigi col “carretto” della Val di Susa anche il primo saggio di Ivan Cicconi sul modello finanziario e sull’architettura contrattuale dell’Alta Velocità.

 

Non è solo questione di Legge Obiettivo oppure di procedure più o meno disinvolte di Valutazione di Impatto Ambientale. Il modello TAV ha un aspetto finanziario dirompente collaudato già assai prima dell’introduzione della Legge Obiettivo, quando  le responsabilità di governo non erano del centro-destra.

E’ il momento quindi di rimetter mano all’intera filosofia contrattuale e finanziaria delle grandi opere “modello TAV”, definita e attuata nel 1991 per la realizzazione delle tratte ferroviarie per l’Alta Velocità. Occorre risanare alla radice le condizioni finanziarie dell’intervento pubblico nei programmi infrastrutturali!

 

Come spiega l’ing. Ivan Cicconi nel saggio “Le grandi opere del Cavaliere” (Koinè Nuove Edizioni, 2004), nel contratto di appalto le funzioni del committente sono in capo all’amministrazione aggiudicatrice, mentre nel contratto di concessione tutte le funzioni del committente si trasferiscono in capo al concessionario. Col concessionario-committente (quale è il contraente generale, o general contractor), e con il finanziamento dell’opera fino al 100% del costo, viene a configurarsi una situazione paradossale che spinge inevitabilmente a far durare il più a lungo possibile i lavori e a definire progetti il più possibile costosi. Non solo. Quale garanzia un concessionario, non impegnato a recuperare l’investimento dalla gestione, potrebbe dare sulla qualità dell’opera? Ovviamente nessuna. E’ del tutto evidente la situazione sfavorevole in cui viene a trovarsi una amministrazione aggiudicatrice nei rapporti con un contraente generale in queste condizioni; senza pensare alla situazione ancora più sfavorevole e devastante nel caso che il contraente generale venga scelto dal concessionario a sua volta affidatario della concessione con un contributo pubblico fino al 100% del costo (esattamente la situazione in cui operano la TAV Spa per l’Alta Velocità e Stretto di Messina Spa per il ponte sullo Stretto).

 

Insieme a un drammatico dossier toscano sulla TAV, Idra fa arrivare oggi a Palazzo Chigi col “carretto” della marcia dalla Val di Susa “A velocità d’uomo” anche il primo saggio di Ivan Cicconi La storia del futuro di Tangentopoli (DEI, Tipografia del Genio Civile, Roma, 1998), dedicato alle tre ‘scuole’ di Tangentopoli: il rito ambrosiano, il rito mafioso, il rito emiliano. Di quest’ultimo così scrive l’ingegnere bolognese: "La sua caratteristica è data dal fatto che i soggetti imprenditoriali che ne sono protagonisti vedono al proprio interno un ruolo determinante di componenti partitiche. E' il caso soprattutto delle imprese cooperative che lavorano nel settore delle costruzioni e in particolare negli appalti pubblici. Il Rito Emiliano ha un carattere strutturale ed integrato con il Sistema. Esso, al contrario del Rito Ambrosiano, non presenta caratteri di illecito penale". Un dato sul quale ancora oggi conviene continuare a riflettere.

Quanto alle procedure di VIA, l’improvvida valutazione di impatto ambientale del progetto TAV Bologna-Firenze, con tutto lo sconquassamento idrogeologico e le conseguenze sociali, erariali e penali scaturite dalla sua attuazione, risale anch’essa ad assai prima che la “legge obiettivo” venisse presentata.

Sullo stesso pesantissimo progetto di sottoattraversamento AV di Firenze è stata formulata una Valutazione di Impatto Ambientale con procedura ordinaria. Il parere n. 292 del 18.2.’99 del Ministero dell’Ambiente porta la firma della prof.ssa Maria Rosa Vittadini, al tempo presidente della Commissione V.I.A. e già firmataria - nel giugno '96 - di un importante appello "per una politica dei trasporti pubblica, economica, ecologica; per la rotaia al centro dei trasporti pubblici, non della speculazione privata e della propaganda", promosso dal Coordinamento fiorentino dei comitati cittadini contrari ai progetti TAV.

 

Ivan Cicconi si è laureato in ingegneria a Bologna dove vive e lavora. E’ direttore dell’Istituto per la Trasparenza Appalti e Compatibilità Ambientale ITACA ed è autore di saggi e ricerche sul settore delle costruzioni e sul tema degli appalti. Ha lavorato in diverse società di ricerca ed è stato professore a contratto nelle facoltà di Architettura delle Università La Sapienza di Roma e Il Politecnico di Torino. È stato capo della Segreteria Tecnica del Ministro dei Lavori Pubblici Nerio Nesi nella XIII legislatura. Attualmente è direttore generale di NuovaQuasco, una delle più importanti società di ricerca per la "Qualità degli appalti e la sostenibilità del costruire".

 

 

Il “carretto” della Val di Susa entra a velocità d'uomo a Livorno, 8 luglio 2006

 

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