Associazione di volontariato Idra

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COMUNICATO STAMPA Firenze, 10.12.'02

IDRA A BERLUSCONI: URGE RICONVERTIRE LA GIGANTESCA SPESA PUBBLICA DILAPIDATA NELLA PROMOZIONE E NELL'ASSISTENZA ALL'INDUSTRIA DELL'AUTO.

Idra, un'associazione che si occupa di ambiente, sviluppo sostenibile e tutela della finanza pubblica, torna a scrivere a Silvio Berlusconi.

"Equivalgono a miliardi di euro, fa notare Idra al premier, quelli che da decenni lo Stato stanzia per il comparto più protetto e assistito d'Italia: automobili, camion, autostrade, carburanti e indotto. Fra rottamazioni, incentivi, ammortizzatori sociali e piste di asfalto, la classe politica trasversale che da decenni governa la nazione promuove e puntella gli interessi legati alla promozione del trasporto privato su gomma. Ma intanto dissesta il territorio del Bel Paese, imbarbarisce il paesaggio, droga un mercato che alla lunga non tiene".

"I contribuenti non hanno già dato abbastanza alla FIAT? Con quale risultato?", si chiede Idra. E aggiunge: "Quale mole di denaro pubblico introita la FIAT per svolgere il semplice ruolo di general contractor sulla tratta TAV (Alta Velocità ferroviaria) Bologna-Firenze? Un'opera in continua lievitazione di spesa, peraltro, che sembrerebbe portare anch'essa in sé il virus del fallimento annunciato, trasportistico e finanziario".

Secondo Idra "il governo del Paese dovrebbe cominciare a promuovere, prima che sia troppo tardi, forme di proprietà e uso dell'automobile maggiormente sostenibili (a partire dal car-sharing)". E soprattutto, conclude Idra, "sarebbe l'ora che l'esecutivo cessasse di permettere uno sviluppo economico distorto e parassitario che lascia cicatrici profonde nella società e nel territorio. Sarebbe l'ora che il governo iniziasse a progettare in maniera diversa e con tutta l'urgenza del caso il futuro del nostro Paese, salvaguardando il lavoro degli addetti all'industria automobilistica con l'apertura dei nuovi cantieri ambientali e sociali di cui l'Italia ha effettivamente bisogno: quelli per la messa in sicurezza e il risanamento idrogeologico dei suoi 300.000 kmq di territorio in progressivo dissesto, e per l'attuazione prioritaria dei piani di bacino; quelli per il restauro delle città e la promozione della vivibilità urbana; quelli per la realizzazione di una rete moderna di trasporti collettivi su ferro nelle aree metropolitane, e di trasporto delle merci su rotaia e col cabotaggio; quelli per il riequilibrio ferroviario del sud e delle isole; quelli per la manutenzione e la valorizzazione dell'immenso patrimonio ambientale e culturale del Paese. CON ASSAI MENO DENARI DI QUELLI CHE LO STATO PROFONDE O MINACCIA DI DISSIPARE IN SUSSIDI ALL'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA, IN NUOVE AUTOSTRADE, IN PONTI FARAONICI E IN IMPROBABILE ALTA VELOCITÀ FERROVIARIA, SI POTREBBERO CREARE DA SUBITO DECINE DI MIGLIAIA DI NUOVI POSTI DI LAVORO DI LUNGO PERIODO. Sembra questa l'unica strategia saggia e di ampio respiro in grado di assorbire il buco nero provocato dal declino ormai irreversibile di un capitalismo, quello nostrano, tradizionalmente e pericolosamente assistito dalla finanza pubblica".

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