Associazione di volontariato Idra

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Firenze, 10.11.’05

 

La Nazione

 

OGGETTO: “Frana, la parola ai periti” (articolo in allegato): richiesta di precisazione e replica alle osservazioni del CAVET.

 

 

 

Gentile Redazione,

 

siamo grati per la notizia pubblicata lo scorso 3 novembre nella pagina del Mugello a proposito della frana, a Scarperia, a ridosso degli scavi per l’Alta Velocità, da noi segnalata anche fotograficamente.

Il giorno successivo, il 4 novembre, è comparso sulla stessa pagina del Mugello un box nel quale si legge che, secondo il consorzio costruttore CAVET, l’Alta Velocità potrebbe essere “innocente” nel caso in questione.

Non saremo certo noi a sostituirci al tribunale, al quale compete la valutazione del caso. Ma dal nucleo di coltivatori biologici interessati dalle conseguenze della frana ci vengono fatte notare alcune significative inesattezze nella replica del CAVET, per lo meno a quanto risulta dal pezzo pubblicato il 4 novembre.

Tanto per cominciare, “il contenzioso giudiziario non è stato avviato da CAVET – ci scrivono i coltivatori che hanno visto aprirsi pericolosamente e ripetutamente questo fronte di frana - ma al contrario dalla nostra azienda agricola esasperata da anni di vane promesse di ripristino da parte di dirigenti CAVET, fatte anche in presenza di figure istituzionali e talvolta di responsabili TAV e ITALFERR”. Non solo. “Addirittura CAVET aveva commissionato un progetto esecutivo di ripristino dell'area” !

Quanto all’altra affermazione attribuita al CAVET nell’articolo del 4 novembre, per cui “la frana che già si manifestò nel 1998 sarebbe stata già precedente ai lavori di scavo della galleria”, l’azienda interessata ci scrive che “la frana è avvenuta nell'aprile del 1998” quando “i lavori di scavo del tunnel erano al massimo vigore”. E aggiunge: “Esiste una ricca documentazione al riguardo (OAL, ARPAT, Comune di Scarperia) e soprattutto testimonianze  scritte degli abitanti di S. Giorgio“.

 

Insomma: le circostanze sembrano essere state un po’ diverse da quelle descritte nella “precisazione” del CAVET. Che spinge a porci piuttosto due domande. Perché mai il CAVET avrebbe commissionato un progetto esecutivo di ripristino della frana? Perché mai l’assessore all’Ambiente della Regione Toscana avrebbe investito della questione niente meno che l’amministratore delegato della TAV ing. Antonio Savini Nicci, chiedendogli per iscritto di interessarsi “personalmente alla questione” e di “valutare la possibilità e l’opportunità di un intervento urgente di sistemazione che possa sanare una situazione insostenibile”?

A beneficio dei lettori, ricordiamo che la galleria di servizio che scende in profondità ad incontrarsi con la galleria di linea forma una curva in corrispondenza della quale si è verificato in superficie il franamento.

Idra confida in ogni caso che l’Osservatorio Ambientale Nazionale, al quale l’associazione si è rivolta per questa vicenda oltre un mese fa, sciolga questo nodo e trovi sollecitamente una soluzione efficace, anche per garantire la sicurezza dell’intero territorio all’intorno.

 

Con stima e gratitudine,

Girolamo Dell’Olio

 

 

La replica comparsa il 4.11.’05 su La Nazione

 

 

La controreplica pubblicata su La Nazione il 18.11.’05

 

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