Associazione di volontariato Idra

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COMUNICATO STAMPA   Firenze, 1.12.’05

 

 

Alta Velocità: lettera aperta ai media

 

 

TAV in Val di Susa: chissà come mai...

 

Chissà come mai, in tutta questa partita della TAV in Val di Susa, i grandi media si ostinano a non dare spazio, o pochissimo, a quello che grazie alla TAV è avvenuto sopra e sotto l’Appennino tosco-emiliano, nelle gallerie, nei depositi, negli impianti di trattamento dei materiali, sulle strade, nelle falde acquifere, nelle casse dello Stato.

 

Chissà perché.

 

Eppure il disastro del Mugello aiuterebbe a capire tante cose, potrebbe servire almeno a prevenire tanti nuovi danni...

 

Quanto gioverebbe al Paese che i media assicurassero un minimo di contestualizzazione informativa: ne hanno tutti gli ingredienti! Renderebbero almeno un po’ più difficile il loro lavoro alle “bande del buco”, come scherzosamente le chiama il vignettista fiorentino Giuliano, e ai loro portavoce più o meno autorevoli. Un po’ meno credibile la loro roboante propaganda.

 

Buco nero nell’erario. Non vogliamo citare Idra? Forniamo almeno le cifre belle tonde in crescita incontrollata sul sito web della TAV SpA. O le conclusioni del commissario europeo Joaquìn Almunia.

Spaventosi danni ambientali. Non vogliamo menzionare Idra? Elenchiamo i capi d’imputazione del processo CAVET al Tribunale di Firenze.

Incertezza progettuale. Stufi delle associazioni dei cittadini? Leggiamoci le motivazioni del parere preoccupatissimo dei Vigili del Fuoco di Firenze.

 

Eccetera eccetera eccetera. Idra documenta da sempre - della TAV modello francese - l'inutilità trasportistica quanto meno nel nostro Paese, la clamorosa sottrazione di risorse alla restante rete ferroviaria e agli investimenti per i pendolari, la sospetta pericolosità del voltaggio.

 

A meno che.... a meno che questa TAV non s’abbia a fare per forza, “a prescindere”. Col consenso o col silenzio dell’informazione.

 

Ma Idra ha pazienza e fiducia. E prova a insistere. Scusandosi del fastidio.

 

 

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